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SCENA NONA




 


Punto sull'inchiesta sulla morte dell'editore tutte le ipotesi restano valide l'editore può avere perduto la vita nell'attentato che stava preparando come gli investigatori paiono soprattutto voler accreditare ma con pari probabilità può essere stato ucciso forse dagli stessi uomini che erano con lui nel momento della morte ora si cercano le chiavi del furgone da globetrotter dell'attentato può sembrare strano e strano in effetti è ma a questo piccolo particolare si è pensato solo adesso ieri le hanno cercate per tutto il giorno persino con i mine-detector invano se quelle chiavi non vengono trovate balza fuori la prova tanto cercata che con l'editore c'era qualcuno i suoi accompagnatori o i suoi assassini

il presidente del consiglio Andreotti riferendosi in un'intervista ai recenti fatti di violenza e alla morte dell'editore rileva che il governo si è mosso e si muove di fronte a questi fatti sconcertanti astenendosi dal compiere qualsiasi gesto che possa suonare come un intervento nelle indagini della magistratura e aggiunge credo che sia mio dovere continuare su questa strada lasciando alla magistratura il compito di cercare la verità perché essa sia tale e non una tesi infatti solo lungo questa strada lo stato può avere credibilità e l'autorità può mostrarsi degna di essere creduta

un'altra novità nell'inchiesta deriva dalla statura dell'editore morto ai piedi del traliccio di Segrate di corporatura magra asciutto e robusto misura un metro e 85 centimetri di altezza a chi appartiene allora il loden grigio trovato nel furgone arsenale la taglia del quale assai più piccola adatta a un uomo di buoni venti centimetri più basso soltanto adesso è saltata agli occhi degli inquirenti e che rafforza il convincimento che la spedizione contro il traliccio non fosse la solitaria e assurda impresa dell'editore-guerrigliero deciso a passare dalla teoria alla pratica della violenza ma un piano coordinato nella cui realizzazione era impegnato un piccolo gruppo o commando

un gruppo di oppositori al regime greco sono comparsi oggi davanti alla Corte marziale di Atene sotto l'accusa di complotto per rovesciare con la forza il regime dei colonnelli al potere l'atto di imputazione precisa che il gruppo formato da quindici persone appartenenti al movimento panellenico di liberazione Pak fondato all'estero da Andrea Papandreu aveva agito per compiere attentati dinamitardi in varie zone della capitale greca e nel porto del Pireo dove erano ancorate unità della sesta flotta statunitense in segno di protesta per la politica di sostegno degli Stati Uniti verso il regime greco

possibile si sia camuffato in maniera così vistosa da dinamitardo per compiere un'azione a dir poco insensata l'editore non aveva nessun bisogno di camuffarsi era un libero cittadino e per di più con molti mezzi dunque perché quelle patenti e quella carta d'identità false e poi quel camioncino con tanto di brandina frigidaire e viveri vari non sa di sfacciata messa in scena ma come era finito lì e perché era finito li l'uomo era bizzarro tutto quello che si vuole ma che fosse addirittura un folle si dovrebbe proprio escluderlo a meno che come suggerisce qualcuno tutta quella tragica messa in scena non simulasse un suicidio sia pure pensato e voluto a livello inconscio

il presidente Allende ha reagito oggi fermamente ad un ennesimo tentativo della reazione di creare un clima di tensione nel paese con una decisione del ministero dell'interno è stata proibita una marcia di donne organizzata dai partiti dell'estrema destra contro la politica di riforme del governo di Unità popolare l'estrema destra cilena intendeva provocare con questa manifestazione come aveva già fatto alcune settimane fa scontri e tafferugli per le strade di Santiago per mettere in difficoltà Allende e proseguire la escalation delle attività sovversive messe in atto negli ultimi tempi

anche la storia del cappotto di loden sembra destinata a cadere era stato detto infatti che il cappotto trovato sul furgoncino non sarebbe stato della taglia dell'editore sembrava una taglia più piccola corrispondente a quella di un uomo alto circa un metro e 65 mentre l'editore era alto un metro e 80 oggi è stato precisato che il cappotto in loden è sì corto ma può essere stato tranquillamente indossato dall'editore c'è da dire però a tale proposito che l'editore non era solito indossare cappotti sembra che non li abbia mai potuti soffrire nemmeno nei periodi più rigidi dell'inverno il cappotto quindi a prescindere dalla taglia poteva essere di un altro

le forze del fronte unito cambogiano hanno lanciato un attacco coordinato e fulmineo contro le installazioni militari di Phnom Penh le artiglierie e i razzi delle forze di liberazione hanno martellato le basi della capitale mentre reparti partigiani attaccavano postazioni e caserme la guarnigione della città è stata sopraffatta la stazione radio distrutta l'aeroporto messo fuori uso e numerosi aerei fatti a pezzi le milizie del governo fantoccio di Lon Nol si sono abbandonate alle più vergognose rappresaglie giornalisti stranieri riferiscono di avere visto un partigiano catturato e fatto a pezzi e teste mozzate portate in giro per le strade su picche di bambù

a questo punto tiriamo le somme l'editore è morto dissanguato dopo l'esplosione è stato accertato nel corso dell'autopsia effettuata ieri non è stato ucciso altrove dunque o con altri mezzi su questo paiono non esserci più dubbi ma in quali condizioni era era lucido perfettamente padrone di sé e del suoi atti era drogato era stordito è tecnicamente possibile che qualcuno abbia fatto brillare la carica dal basso tecnicamente è possibile risponde il tecnico della polizia ma non abbiamo trovato traccia di ciò in sostanza non abbiamo trovato il filo del secondo detonatore

i rapitori dell'industriale italiano Oberdan Sallustro direttore della Fiat-Concord argentina hanno chiesto un riscatto di un milione di dollari oltre al riscatto i rapitori di Sallustro hanno chiesto la liberazione di cinquanta detenuti politici argentini concedendo 48 ore di tempo per rispondere il comunicato distribuito alla stampa precisa che Sallustro è stato giudicato dal tribunale del popolo è stato trovato colpevole e condannato a morte la sentenza sarà eseguita se le richieste dei rapitori non saranno accolte

potrebbe averlo portato via l'assassino ma quel filo avrebbe dovuto essere lungo decine di metri perché altrimenti anche l'omicida sarebbe stato investito dall'esplosione questo è vero ma a poca distanza dal traliccio corre un fossato largo circa un metro e mezzo e profondo un metro dal quale il criminale certo un super esperto di esplosivi avrebbe potuto senza rischi far brillare la carica per compiere il delitto l'assassino ha dovuto convincere l'editore a salire sul traliccio se questo è vero il criminale è un individuo di cui l'editore aveva piena fiducia un'altra notizia significativa gli orologi usati per minare il traliccio sono dello stesso tipo e della stessa inarca di quelli usati per gli attentati fascisti ai treni dell'agosto 1969

la giuria della corte suprema di San Francisco ha assolto oggi i due giovani negri John Clutchette di ventotto anni e Fleeta Drumgo di ventisei noti come i fratelli di Soledad dall'accusa di omicidio nei confronti di una guardia carceraria come si ricorderà George Jackson il terzo dei fratelli di Soledad è rimasto ucciso nello scorso agosto nel carcere di San Quentin in circostanze misteriose che la direzione del carcere ha cercato di presentare come un tentativo di evasione il processo è stato collegato a quello in corso dinanzi alla corte suprema di San José contro Angela Davis

all'appuntamento con la morte l'editore non era solo erano con lui altre persone due o forse tre dove sono andate che fine hanno fatto ecco un altro drammatico interrogativo che si inserisce nella torbida vicenda la notizia che l'editore non era solo nelle campagne di Segrate non è stata comunicata da nessuna fonte ufficiale ma gira nell'aria viene confermata a mezza bocca si parla infatti di impronte digitali rilevate sulle armature del traliccio chi erano gli uomini che hanno accompagnato l'editore e quale era il loro compito c'è chi ipotizza che dopo lo scoppio improvviso sarebbero stati colti dal panico e si sarebbero dati alla fuga ma c'è chi avanza ipotesi più inquietanti

mentre prosegue l'inchiesta sul Number One ieri Walter Chiari interrogato per più di quattro ore durante una ennesima udienza del processo per la droga che lo vede imputato insieme ad altre 21 persone ha negato recisamente di aver mai preso cocaina se durante le indagini ha detto il popolare comico io ammisi di aver preso la droga un paio di volte lo feci dietro consiglio di alcuni agenti della Finanza i quali mi dissero che per me sarebbe stato più conveniente fare qualche parziale ammissione che mi avrebbe consentito di eludere una accusa più grave cioè il traffico di stupefacenti

un'altra indiscrezione uscita dall'ambiente tecnico dell'inchiesta riguarda una prima ricostruzione di quello che sarebbe avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì sotto il traliccio nel campo di grano di Segrate stando al parere degli esperti il pilone sarebbe stato attaccato da almeno tre se non quattro persone si pensa anche una donna e c'è chi parla di un'amica straniera dell'editore una avrebbe funzionato da palo la seconda avrebbe avuto il compito di fare la spola tra il furgone posteggiato sulla strada e il traliccio n. 71 trasportando lungo mezzo chilometro di campo il materiale necessario all'attentato la terza sarebbe stata l'innescatore e la quarta il collocatore delle cariche ma la terza e la quarta avrebbero potuto essere benissimo un'unica persona

dopo la mafia la camorra il cinema italiano continua a interessarsi di problemi sociali del nostro paese senza riguardi per nessuno è un buon segno il nuovo film che Pasquale Squitieri si accinge a girare intitolato appunto Camorra è la storia di un giovane che dopo due anni di carcere scontati per il ferimento di un guappo torna nuovamente nell'ambiente che lo aveva avviato alla delinquenza la sua unica strada è quella di far carriera nella malavita unitosi con una avventuriera cerca di eliminare il capo dei camorristi per ereditarne la paranza

l'uomo del loden avrebbe agito da basista nell'azione terroristica attribuita all'editore si sarebbe in altre parole preoccupato di procurare il furgone Volkswagen l'esplosivo e i fili elettrici e l'altro materiale occorrente all'azione di sabotaggio per farsi riconoscere avrebbe esibito all'editore mezzo biglietto da mille l'altra metà come noto venne rinvenuta nelle tasche della tuta dell'editore subito dopo la drammatica fine del suo complice sarebbe fuggito in preda al terrore portandosi via anche le chiavi del pulmino

da Pozzuoli dov'è giunta per ricevere un premio Sofia Loren se n'è andata al suono delle sirene una jeep davanti una gazzella con la luce blu lampeggiante dietro e lei in mezzo su una Maserati circondata da carabinieri sudati un convoglio che con disperata lentezza ha dovuto farsi strada tra la folla che urlava da tre ore complimenti e parolacce quanto sei bella e fai schifo te vulimmo bene e vattene alle otto di sera gli invitati erano cominciati a arrivare gli uomini in smoking e le donne in abito da sera generalmente pacchiano e di lamé la folla fischia e scandisce pa-ra-ssi-ti pa-ra-ssi-ti arrivano pezzi grossi del comune la-dri la-dri passa un pezzo grosso più grosso di quelli già passati la folla scandisce pi-ta-le pi-ta-le

è fuggito probabilmente quando ha visto sui giornali che si parlava del loden grigio e della raggiunta certezza di un terzo uomo forse leggeva tranquillamente il giornale quando ha avuto un sobbalzo e ha preso la porta a rotta di collo lasciando un bicchiere a metà pieno di vino sul tavolo accanto a una banana e sui fornelli una pentola con pasta e piselli insieme a materiale estremamente compromettente sono stati trovati documenti strappati ma riconoscibili libri pubblicati dall'editore una pubblicazione sui Tupamaros e altra roba di questo tipo qualcosa ha anche portato via come racconta la portiera che lo vide allontanarsi in gran fretta con una valigia piena da scoppiare

un film sulla vita e sulla morte dell'editore verrà realizzato da un soggetto dal titolo Il rivoluzionario solitario il produttore cinematografico che per il momento vuole conservare l'incognito ha acquistato i diritti del soggetto per ricavarne un film entro breve tempo gli autori hanno strutturato il soggetto basandosi su materiale riguardante la vita dell'editore scomparso mentre sulla sua morte hanno presentato le due contrastanti versioni ampiamente illustrate in questi giorni dalla stampa italiana e straniera

nell'abitazione gli uomini dell'ufficio politico hanno sequestrato un paio di pantaloni grigi sporchi di terriccio un paio di scarponcini di cuoio giallo e suola di gomma sporchi di fango chiavi d'automobili fra di esse non c'è quella del camioncino VW come ha specificato il magistrato un impermeabilino di tuta mimetico con scritto in inglese Emergency Blanket sul fodero di plastica l'indumento è identico a quello trovato nel Volkswagen parcheggiato a 150 metri dal luogo dove giaceva il corpo dilaniato dell'editore inoltre molle pezzetti di legno sagomati una linguetta di bomba a mano una busta contenente polvere d'alluminio un pacco di fotografie al vaglio del magistrato un distintivo che riproduce Mao Tsetung un altro con la scritta Servire il popolo e poi libri editi dall'editore

le sorprese non sono finite dopo la morte dell'editore un nuovo caso riesplode in modo clamoroso il dott. Giuseppe Rauti esponente del Msi e fondatore di una organizzazione che è stata più volte indicata come una delle centrali più pericolose dell'estremismo di destra è stato indiziato di reato per concorso in strage continuata Rauti che era stato arrestato nelle scorse settimane sarebbe responsabile anche della strage di piazza Fontana strage che finora era stata imputata a Valpreda e ad altri militanti del circolo paranarchico 22 marzo

il documento che tuttavia ha maggiormente polarizzato l'attenzione degli inquirenti è un pezzo di carta topografica della città di Milano sulla quale sono segnati con circoletti rossi sette punti uno dei cerchietti comprende la zona dove sorge l'edificio della questura milanese un altro abbraccia il settore cittadino dov'è la caserma dei carabinieri di via Moscova altri punti stando a un'indiscrezione che non è possibile controllare corrisponderebbero a edifici d'interesse pubblico e grandi aziende e alle abitazioni di funzionari dello stato e industriali

da Treviso a Milano dal Veneto a piazza Fontana dalla strage del 12 dicembre 1969 alla banca nazionale dell'agricoltura conduce la pista nera ricostruita con pazienza ed encomiabile riservatezza durante due anni e tre mesi dai magistrati di Treviso stamane mentre i fascicoli e i reperti fra i quali numerose apparecchiature per ordigni esplosivi dell'inchiesta trevigiana erano già al sicuro nel palazzo di giustizia milanese tre identici avvisi di reato sono stati notificati in carcere a Pino Rauti Franco Freda e Giovanni Ventura essi sono ora formalmente indiziati anche per gli attentati del 12 dicembre 1969 a Milano e a Roma

naturalmente secondo indiscrezioni della questura la mappa del guerrigliero è stata subito collegata con le liste di proscrizione che si afferma sono state sequestrate nell'appartamento di via Legnano n. 32 trasformato in una centrale della congiura di qui la fulminea ipotesi se il traliccio di Segrate fosse saltato mezza Milano sarebbe rimasta al buio sia pure per pochi minuti e in quei pochi minuti si sarebbero scatenati i commandos delle brigate rosse indiscrezioni da fantacronaca ma col clima che c'è in questi giorni a Milano anche ai marziani si rischia di credere