Biblioteca Multimediale Marxista


SCENA UNDICESIMA




 


Milano è una piazza d'armi alla Scala c'è un muro di scudi di plastica una foresta di manganelli al Duomo a San Babila i baschi neri dei carabinieri marciano come alle manovre per prendere posizione a ogni angolo di strada le armi sono tenute bene in mostra compaiono anche i mitra pesanti caricatori da quaranta colpi due piedi sulla canna perché con quelli si spara distesi a terra il rinculo è violentissimo a far fuoco in piedi un uomo non ce la farebbe gli elicotteri sorvolano ronzando la città il pilota e l'operatore osservano col binocolo ma non è l'operazione strade sicure gli uomini sono venuti da tutta la Lombardia da mezza Italia per la prima volta a quanto si ricorda anche decine di commissari sono stati fatti accorrere da altre questure

era un martedì quando l'editore morì in un campo di grano ai piedi di un traliccio minato di martedì a due settimane di distanza il suo corpo dilaniato è stato tumulato nella cappella di famiglia al monumentale il corteo funebre non era stato permesso dalla questura per motivi di ordine pubblico la salma composta in una cassa di abete greggio chiarissimo l'abete dei suoi monti della Carinzia è stata portata in forma privata dall'obitorio al cimitero di prima mattina

il gran sole di primavera non è bastato a disperdere quell'atmosfera di grande tensione che la gente ha avvertito a Milano durante tutta la giornata per i funerali dell'editore la città ha vissuto una giornata di apprensione a momenti di angoscia tre elicotteri dei carabinieri si sono alzati in volo alle 7 del mattino e hanno continuato a girare sulla città fino al tramonto sorvegliando dall'alto strade piazze il centro la periferia e l'hinterland milanese per un raggio di 30 km posti di blocco lungo le autostrade le statali le provinciali code di automobili con le portiere spalancate clacson inferociti

la città quasi in stato di assedio per i funerali proibiti dell'editore si temevano incidenti che per fortuna non ci sono stati forse grazie anche all'imponente servizio d'ordine pubblico che ha scoraggiato eventuali fomentatori di disordini un piano preciso era stato predisposto fin da lunedì scorso dal questore d'accordo con il comando della I divisione Pastrengo dei carabinieri con la polizia stradale la polizia ferroviaria e i vigili urbani rinforzi di polizia e di carabinieri sono affluiti da altre città insieme con funzionari e con agenti in borghese si calcola che circa 5000 uomini siano stati impiegati in questo eccezionale servizio d'ordine

in una città praticamente stretta d'assedio con uno spiegamento di forza straordinariamente imponente si è fatto uso anche di elicotteri si sono svolti al cimitero monumentale i funerali dell'editore trovato morto sotto un traliccio dell'alta tensione a Segrate una località a pochi chilometri da Milano ieri il questore richiamandosi ad una legge del 1931 aveva vietato il corteo funebre col pretesto che avrebbe potuto causare incidenti pregiudizievoli per la sicurezza e la pubblica incolumità in seguito a tale grave decisione la città è stata posta sotto il controllo di migliaia di poliziotti e di carabinieri

le camionette delle cariche i gipponi gli idranti gli autocarri i cellulari i vetri protetti dal graticcio metallico a bordo cassette già aperte di lacrimogeni formano colonne ai lati delle vie in testa ad ogni colonna il trombettiere pronto a incrinare l'aria con i prescritti tre squilli il cimitero monumentale ricorda un castello assediato davanti alle rosse mura dei mattoni il verde schieramento compatto delle forze dell'ordine tutto perché si sta seppellendo un cadavere quello dell'editore

sono state utilizzate tutte le pattuglie al completo in particolare quelle civetta i carabinieri hanno agito in un raggio di trenta chilometri dal centro controllando circa 14000 auto e 25400 persone la polizia aveva provveduto anche a istituire un servizio di sorveglianza allo stesso cimitero monumentale prima ancora che vi fosse trasportato il feretro dell'editore la tomba di famiglia è stata presidiata nella notte precedente e sono stati sguinzagliati persino cani poliziotto addestrati alla scoperta di ordigni non si poteva neppure escludere la macabra ipotesi di qualche attentato anche nelle prossime notti la tomba rimarrà sorvegliata

praticamente in ogni quartiere gli imbocchi di tutte le strade e autostrade in un raggio di 20 chilometri almeno erano sorvegliati da 150 gazzelle dei carabinieri e ad ogni punto cruciale ad ogni nodo del centro e della periferia vigilavano posti di controllo forti di almeno un plotone ci sono stati scontri e disordini non importanti al ponte della Ghisolfa ma in compenso la giornata che si temeva potesse riportare a Milano la violenza di due settimane addietro è trascorsa tranquilla

mai visto uno schieramento di polizia così imponente per un funerale fin dal primo mattino agenti e carabinieri erano già in movimento erano passate da poco le sei ed in piazzale Gorini davanti all'obitorio sono arrivati sei camion una quindicina di jeep ed otto gipponi stracolmi di uomini in divisa c'era anche una corriera piena zeppa di agenti in borghese la bara che è arrivata al monumentale poco prima delle 8 il cimitero era già stato stretto d'assedio da migliaia di poliziotti e carabinieri è stata quindi sistemata in una cripta vicino all'entrata

erano le 7,30 quando il furgone nero del comune si è mosso dall'istituto di medicina legale di piazza Gorini dove il corpo dell'editore era stato portato con il falso nome di Vincenzo Maggioni le generalità che risultavano dalla carta d'identità trovata nelle sue tasche sin dal primo mattino la polizia aveva circondato tutta la zona per evitare che la triste circostanza fosse strumentalizzata dai gruppetti estremisti che diventasse il pretesto per una nuova manifestazione di piazza così come aveva disposto la questura solo i familiari hanno assistito a questa prima parte della cerimonia

tutt'intorno alla camera ardente rami gialli di forsizie un fittissimo intreccio ai piedi del feretro adagiato su un alto zoccolo un cuscino di rose rosse sul coperchio felci rami di pino e di altre piante di bosco solo più tardi è comparso un nastro rosso il grande afflusso dei visitatori è cominciato nel primo pomeriggio alle 15 tutto il piazzale del cimitero era pieno di gente sotto un sole che scottava erano in gran parte giovani giovanissimi bluejeans e maglioni folla anche sulla gradinata centrale e folla affacciata ai loggiati sul piazzale molta animazione un incessante brusio

sulle grandi terrazze che si aprono a semicerchio intorno alla chiesa monumentale in un solenne scenario di archi di balaustre di marino e di statue la folla si affacciava come per assistere ad uno spettacolo altri sedevano in fila sulla gradinata che conduce alla cappella molti fumavano invano redarguiti dai pochi custodi c'era una strana atmosfera tra la kermesse e l'attesa di qualcosa di grave che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro la morte dell'editore figlio ribelle della Milano ricca e potente che si rifletteva in quei monumenti funebri opere di grandi artisti e in quelle cappelle degne di figurare nei cataloghi di un museo sembrava un fatto incongruo e lontano una avventura incomprensibile e assurda

a braccia poco prima delle 16 la bara è stata sollevata dal catafalco di velluto verde fra due ali di folla è stata quindi portata fino alla cappella di famiglia la numero 177 al reparto 2 è stato un percorso brevissimo sotto un sole primaverile che stagliava ombre nette è stato anche il momento di maggiore tensione mentre dai gruppetti di estremisti con il pugno levato venivano intonate le prime note di inni e mentre qualcuno scandiva slogan come compagno sarai vendicato e borghesia assassina

quando la bara è stata finalmente issata in cima ai gradini si sono alzati pugni chiusi una selva di braccia ancora una volta si sono levati canti rivoluzionari e sono stati scanditi in coro i nomi di Marx Lenin e Mao Tsetung l'editore è stato assassinato borghesia assassina ha gridato qualcuno faceva caldo il cielo era di un azzurro terso ogni tanto si levava il ronzio dell'elicottero dei carabinieri che per tutta la mattinata e per buona parte del pomeriggio ha sorvolato la zona del cimitero monumentale quel rumore basso e insistente seguito dal fischio di un jet che stava prendendo quota si è portato via tutto l'inizio dei discorsi

fendendo a fatica la folla che aveva invaso le tombe vicine la bara è stata portata nella cappella di famiglia una costruzione neoclassica alta 17 metri rivestita di marmo botticino costruita nel 1915 su disegno dell'architetto Guido Cesarini vi riposano i corpi del padre dell'editore e della nonna accanto a loro è stata posta la bara che all'ultimo momento è stata ricoperta con una bandiera rossa molti hanno anche gettato fiori che sono ricaduti nell'atrio della cappella

continuava il pellegrinaggio davanti alla bara una sfilata lenta continua qualcuno toccava il feretro qualcuno alzava il pugno e qualcuno si faceva il segno della croce poi alle 15,30 un gran movimento di poliziotti si è formato un robusto cordone di agenti che a stento è riuscito però a trattenere l'ondata della folla la cripta in cui era esposta la bara si è di colpo riempita di un assordante brusio alle 16 infine la tumulazione il feretro è stato portato a spalle dai dipendenti della casa editrice è stato a questo punto che si sono levate le prime grida i primi canti

hanno cominciato a cantare quando il feretro portato a spalla da amici e da dipendenti della casa editrice ha lasciato l'androne nel quale era rimasto dalle otto del mattino coperto di felci e di rose su uno sfondo di rami di forsizia il fiore giallo che è il simbolo della Carinzia e cantavano a mezza voce un coro triste e sommesso nel quale a stento si distinguevano le esortazioni alla lotta dell'Internazionale

le canzoni della rivoluzione gli slogan della condanna e dell'ira gli impegni e i giuramenti di vendetta hanno accompagnato l'editore fino alla soglia della suntuosa cappella di famiglia dove la bara di abete bianco della Carinzia ornata di chiodi dello stesso legno è stata inumata qualche minuto prima delle quattro in un pomeriggio caldo di sole e gonfio di passione politica a salutarlo erano venuti in cinque o seimila barbe e capelli lunghi bluejeans e tascapani bandiere rosse occhi duri sui poliziotti schierati in una cintura di ferro intorno al perimetro del cimitero e ammassati all'ingresso davanti al cancello centrale

d'improvviso però il coro si è alzato di tono le voci si sono fatte rabbiose le mani chiuse a pugno sono diventate una selva e hanno cominciato a sventolare le bandiere rosse compagno sei stato assassinato compagno sarai vendicato e altre grida di rabbia altre minacce contro la borghesia assassina parole dure che risuonavano assurde nel pomeriggio di sole fra le tombe monumentali che fanno del cimitero di Milano forse il più importante museo della scultura lombarda e dove riposano da Manzoni a Cattaneo a Forlanini tutti gli uomini che nell'industria nelle lettere nelle arti figurative e nella musica hanno illustrato questa regione

la bara d'abete è stata rimossa alle 15,45 portata a spalla dai dipendenti della casa editrice fino alla cappella della famiglia reparto 2 numero 177 accanto alla tomba della famiglia Pirelli ma molto più grande quando la bara è stata calata nel sotterraneo della cappella la folla che salutava con i pugni chiusi cantando l'Internazionale ha cominciato a scandire compagno sarai vendicato alle 16,30 la tensione si è dissolta per le strade le colonne motorizzate della polizia sono rientrate nelle caserme e la città è ritornata finalmente alla sua vita normale

adesso escono dal cimitero ad ondate ininterrotte il piazzale è ormai pieno zeppo di gente davanti ai cancelli continua intanto a restare compatto lo schieramento dei poliziotti con lo scudo la celata calata sugli occhi e un grosso sfollagente impugnato tutt'attorno alle mura decine di camion di jeep di gipponi stracarichi di carabinieri armati di tutto punto i tascapane gonfi di bombe lacrimogene l'elicottero continua sempre a ronzare instancabile

lo spettacolo che si offrì ai loro occhi quand'essi emersero sulla strada fu terrificante i neri ammassi di nubi continuavano a salire nel cielo crepuscolare altissimi sul loro capo a un'altezza immensa un'altezza immensa fino all'orrore uccelli neri senza corpo più simili a scheletri d'uccelli vagavano come portati alla deriva tempeste di neve s'inseguivano lungo la vetta oscurandola mentre la sua mole si perdeva dietro un velo di stratocumuli ma l'intero massiccio sembrava avanzare su di loro viaggiando insieme coi nembi protendendosi sopra la valle sul fianco della quale incisa a rilievo dalla strana luce malinconica scintillava la piccola vetta ribelle d'un colle con un minuscolo cimitero in essa scavato

ancora pugni chiusi levati al cielo inni intonati in coro slogan ripetuti infine gli inservienti hanno chiuso i cancelli lentamente aspettando che tutti lasciassero i vialetti di ghiaia su cui erano rimasti molti fiori i responsabili dell'ordine pubblico a Milano e a Roma erano sicuramente soddisfatti ieri sera i funerali dell'editore sono diventati comizio ma il comizio non è sfociato in incidenti lo spiegamento di polizia e di carabinieri ha ottenuto l'effetto deterrente che si proponeva la vita di Milano non è stata turbata da scontri e violenze alle inquietudini della vigilia elettorale al disorientamento per l'accavallarsi di piste rosse e piste nere non si è aggiunto un nuovo motivo di disagio

la manifestazione per l'editore al cimitero monumentale ha suggerito anch'essa nella sua sostanziale compostezza qualche riflessione gli studenti sono accorsi numerosi nella tenuta standardizzata giacche a vento per gli uomini pantaloni per le ragazze profusione di capelli e barbe ma di operai non crediamo di averne visto neppure uno e non si obbietti che gli operai a quell'ora erano in fabbrica perché ci sono quelli dei turni che finiscono alle due del pomeriggio o i tranvieri che lavorano di notte e tanti altri lavoratori liberi per le più svariate ragioni è che gli operai hanno capito come l'occasione fosse ben strana per una loro partecipazione

una tuta mimetica una tessera falsa una carica esplosiva che salta un prato di periferia nel buio della notte e adesso tutto quel sole la bara di legno pregiato la cappella alta 17 metri quasi una piccola chiesa i giovani che gridano borghesi assassini e promettono la prossima rivoluzione restituito nella morte alla sua dimensione ma ad essa conteso fino all'ultimo istante dai compagni che giurano di vendicarlo l'editore è scomparso nel pomeriggio di oggi personaggio emblematico di un tempo inquieto e confuso nel suo nome saranno forse commesse altre violenze ma oggi mentre la folla cantava bandiera rossa qualcuno ha certo pianto per lui