Biblioteca Multimediale Marxista
L'Esercito popolare del Viet Nam festeggia il 22 dicembre 1959
il quindicesimo anniversario della sua fondazione. Vorrei in questa occasione
parlarvi brevemente sul tema della lotta e dell'edificazione delle forze armate
rivoluzionarie del Viet Nam. Vorrei al tempo stesso porre in evidenza i punti
fondamentali caratteristici della linea politica militare del Partito d'avanguardia
della classe operaia e del popolo vietnamita, il Partito Comunista Indocinese
diventato oggi il Partito dei Lavoratori del Viet Nam.
Come è stato chiarito dal marxismo-leninismo, "la storia di ogni
società fino ai nostri giorni è stata la storia delle sue lotte
di classe." Queste lotte possono assumere tanto l'aspetto politico quanto
quello armato, nella misura in cui la lotta armata non è che la continuazione
della lotta politica. In una società divisa in classi distinguiamo due
tipi di politica : la politica delle classi e delle nazioni sfruttatrici ed
oppressive e quella delle classi e delle nazioni sfruttate ed oppresse. Possiamo
anche quindi distinguere due tipi di guerre, due tipi di Stati, di eserciti
diametralmente opposti, gli uni rivoluzionari, popolari e giusti, gli altri
controrivoluzionari, antipopolari e ingiusti.
La Rivoluzione d'Ottobre russa ha segnato l'avvento di un nuova era nella storia
dell'umanità. Ha fatto la sua apparizione uno Stato di tipo nuovo, quello
della dittatura del proletariato, quello degli operai e dei contadini, dei lavoratori,
e dei popoli sovietici finalmente liberi. Anche un esercito di tipo nuovo faceva
la sua apparizione, l'Armata Rossa, autentico esercito di popolo, posto sotto
la direzione del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Nato nel seno della
Rivoluzione d'Ottobre e temprato nelle battaglie che le tennero dietro, l'Armata
Rossa doveva diventare in breve tempo il piú potente esercito del mondo,
sempre pronto a difendere la Patria sovietica, primo stato degli operai e dei
contadini.
In Asia, la rivoluzione nazionale democratica del popolo cinese
assumeva, dopo la prima guerra mondiale e sotto la felice influenza della Rivoluzione
russa, uno sviluppo prestigioso. Per ottenere la propria libertà il popolo
cinese si levava con coraggio per diverse decine di anni nella lotta armata.
In questa guerra rivoluzionaria, intessuta tutta di eroismo e di sacrifici,
è sorto e si è sviluppato l'Esercito di liberazione cinese, anch'esso
esercito di tipo nuovo, autenticamente popolare, posto sotto la direzione del
Partito Comunista Cinese.
Con i suoi quindici anni l'Esercito popolare del Viet Nam è un esercito
rivoluzionario giovane. Si è sviluppato nel corso della guerra di liberazione
nazionale del popolo vietnamita dal cui stesso seno è sorto, ed ha attualmente
il compito glorioso di difendere l'edificazione socialista nel Nord e di contribuire
al tempo stesso a farne una potente base per la riunificazione pacifica del
paese. Anch'esso è un esercito di tipo nuovo, un esercito autenticamente
popolare, posto sotto la direzione del Partito della classe operaia del Viet
Nam.
In U.R.S.S., in Cina e in Viet Nam le guerre e gli eserciti rivoluzionari si
assomigliano, per le loro fondamentali caratteristiche comuni: la loro natura
popolare e rivoluzionaria, la giusta causa di cui sono al servizio.
La guerra e l'esercito rivoluzionari vietnamiti hanno tuttavia
caratteristiche specifiche. Fin dall'inizio infatti, nell'Unione Sovietica,
la guerra rivoluzionaria ha trovato collocazione nell'ambito di una rivoluzione
socialista; si è svolta d'altro canto in un paese indipendente, dotato
di una economia industriale moderna già abbastanza sviluppata, e che,
sotto il regime socialista, ha avuto ulteriore e continuo sviluppo. Quanto alla
guerra della Cina, permase durante un lungo periodo nell'ambito della rivoluzione
democratica nazionale di un paese semicoloniale, paese inoltre immensamente
vasto e popolato da più di seicento milioni di abitanti.
La guerra rivoluzionaria del Viet Nam viceversa, benché si ponesse, come
quella cinese, gli obbiettivi della rivoluzione nazionale democratica, se ne
differenziava per il fatto di svolgersi in un paese coloniale, paese inoltre
molto piú piccolo della Cina tanto per l'estensione quanto per la popolazione.
Così la storia della lotta armata e dell'edificazione delle forze armate
nel Viet Nam non è altro che la storia di una piccola nazione sottoposta
alla dominazione coloniale, priva di un vasto territorio e di una popolazione
numerosa, che ha dovuto levarsi, nonostante l'iniziale mancanza di un esercito
regolare, contro le forze aggressive di una potenza imperialista, riuscendo
infine a trionfarne, liberando la metà del paese e riuscendo ad avviarlo
sulla via del socialismo. Quanto alla politica militare del Partito d'avanguardia
della classe operaia vietnamita, fu un'applicazione del marxismo-leninismo alle
concrete condizioni della guerra di liberazione in un paese coloniale.
Il Viet Nam è uno dei paesi del Sud-Est Asiatico che
ha una storia molto antica. Con i suoi 330.000 km2 e i suoi 25 milioni di abitanti,
con la sua posizione geografica che si stende lungo il Pacifico, è oggi
uno degli avamposti del mondo socialista.
Nel corso della sua storia plurimillenaria, la nazione vietnamita ha resistito
vittoriosamente a più riprese alle invasioni dei signori feudali cinesi,
e può essere orgogliosa delle sue tradizioni di lotta e di indomabilità
per la salvaguardia della sua indipendenza.
L'imperialismo francese, dopo avere invaso il Viet Nam nella seconda metà
del secolo XIX, ne fece una colonia. Da allora, la lotta contro l'imperialismo
francese si estese sempre più, i sollevamenti, malgrado la repressione,
si succedettero gli uni agli altri, ottenendo la partecipazione di strati sempre
più ampi appartenenti a tutte le classi sociali.
Nel 1930 fu fondato il Partito Comunista Indocinese, e il movimento di liberazione
nazionale prese, sotto la sua direzione ferma e lungimirante, nuovo slancio.
Dopo dieci anni di eroica lotta politica il Partito promuove, quasi agli inizi
della seconda guerra mondiale, la preparazione della lotta armata, aprendo la
guerriglia e cercando di creare una zona libera. Il movimento antigiapponese
per la salvezza nazionale sfocia, nel suo irresistibile slancio, nelle gloriose
giornate della Rivoluzione d'Agosto 1945. L'intero popolo vietnamita, levatosi
come un solo uomo nella insurrezione vittoriosa, instaura, favorito dai grandi
avvenimenti che caratterizzano in quel periodo la situazione internazionale
— la vittoria dell'Armata Rossa Sovietica e delle forze alleate sul fascismo
nipponico — il potere popolare. Nasce la Repubblica Democratica del Viet
Nam, la prima democrazia popolare del Sud-Est Asiatico.
La situazione politica del Viet Nam era allora particolarmente difficile e complessa.
Le truppe di Chiang Kai-shek erano penetrate nel Nord e quelle della Gran Bretagna
nel Sud del paese per disarmare i giapponesi che, durante il periodo immediatamente
successivo alla capitolazione, mantenevano ancora tutto il loro arma-mento.
In queste condizioni gli imperialisti francesi scatenarono, all'indomani della
creazione della Repubblica Democratica, una guerra di riconquista, nella speranza
di ristabilire il loro dominio sul Viet Nam.
Il popolo vietnamita, in risposta all'appello del Partito e del Governo con alla testa il Presidente Ho Chi Minh, si levò come un solo uomo per difendere la Patria. Aveva così inizio una guerra sacra per la liberazione del paese. Non era tuttavia persa ogni speranza di regolamento pacifico: nel marzo del 1946 fu concluso un Accordo preliminare in vista della cessazione delle ostilità tra i governi della Repubblica Democratica del Viet Nam e della Francia. Ma i colonialisti francesi vi vedevano solo un mezzo di dilazione, e così violarono senza vergogna l'Accordo appena sottoscritto occupando una dopo l'altra diverse regioni. Nel dicembre del 1946 la guerra si estendeva a tutto il paese. Sarebbe infuriata per nove anni, i nove anni successivi alla fine della seconda grande guerra, ma sarebbe terminata con la brillante vittoria del popolo vietnamita.
La nostra guerra di liberazione fu una guerra di popolo, una
guerra giusta. Questa caratteristica essenziale ne avrebbe determinato le leggi
e ne avrebbe deciso l'esito finale.
Il generale Leclerc, primo comandante del Corpo di spedizione francese, riteneva
nei primi tempi che le operazioni per la rioccupazione del Viet Nam avrebbero
costituito solo una passeggiata militare. I generali francesi considerarono
debole, e certo limitata nel tempo, la resistenza contro cui si scontrarono
all'inizio nel Sud, e continuarono a pensare che sarebbero state loro necessarie
tutt'al più dieci settimane per occupare e pacificare tutto il Sud Viet
Nam. Quale la ragione di affermazioni di questo genere? I colonialisti francesi
ritenevano che per far fronte alla loro aggressione fosse necessario un esercito,
e di fatto l'esercito a disposizione del Viet Nam era appena stato creato, era
ancora numericamente debole, male organizzato, inquadrato da ufficiali e da
sottufficiali senza esperienza, dotato di un equipaggiamento ad un tempo vecchio
ed insufficiente, con una scorta di munizioni molto limitata, senza carri armati,
aerei, né artiglieria. Come sostenere una seria resistenza con un esercito
di questo tipo, come respingere gli attacchi della potente II Divisione blindata?
Tutt'al più avrebbe esaurito la sua scorta di munizioni prima di decidersi
a deporre le armi. Di fatto l'Esercito vietnamita era allora debole sotto ogni
punto di vista, privo di tutto ; i colonialisti sotto questo aspetto avevano
ragione. Ma un fatto fondamentale e determinante sfuggiva necessariamente alle
loro considerazioni, il fatto che l'esercito vietnamita fosse, benché
materialmente molto debole, un esercito di popolo. Il fatto era che la guerra
del Viet Nam non si limitava ad opporre due eserciti ; provocando le ostilità,
i colonialisti aggressori si scontravano con l'opposizione di tutto il paese,
e di fatto tutto il popolo vietnamita si levò contro di loro. L'incapacità
di valutare questa profonda verità fece credere ai generali francesi
alla possibilità di conseguire una facile vittoria, mentre invece andavano
incontro ad una sicura sconfitta. Presumevano di riuscire in una tranquilla
riconquista, mentre il popolo del Viet Nam doveva avere ragione delle loro forze.
Vi sono strateghi borghesi che ancora oggi si meravigliano
dell'esito della guerra di Indocina, e si domandano quali siano i motivi che
hanno consentito alla nazione vietnamita di sconfiggere una potenza imperialista
come la Francia, spalleggiata dagli interventisti americani. Hanno tentato di
spiegare questa straordinaria realtà attraverso la correttezza della
strategia e della tattica adottate, attraverso le forme di combattimento adeguate
al tipo di guerra e attraverso l'eroismo dell'Esercito popolare del Viet Nam.
Evidentemente questi fattori hanno contribuito tutti al felice esito della guerra
di resistenza, ma alla domanda: come ha potuto vincere il popolo vietnamita?,
la risposta più esatta e più completa, la risposta migliore può
essere solo questa: il popolo vietnamita ha vinto perché la sua guerra
di liberazione era una guerra di popolo.
Quando la resistenza si estese a tutto il paese il Partito Comunista Indocinese
nelle sue direttive sottolineò che avrebbe dovuto essere opera di tutto
il popolo: questa linea racchiude tutto il segreto della vittoria.
La nostra guerra di resistenza era una guerra di popolo, poiché i suoi
obbiettivi politici consistevano nello spezzare il giogo imperialista per riconquistare
l'indipendenza nazionale e nel rovesciare la classe di proprietari feudali per
dare la terra ai contadini, in altri termini nel risolvere radicalmente le due
contraddizioni della società vietnamita, — contraddizione fra la
nazione e l'imperialismo da un lato, contraddizione tra il popolo, essenzialmente
i contadini, e la classe dei proprietari feudali dall'altro, — e nell'aprire
la via del socialismo alla rivoluzione vietnamita.
Il Partito così, dirigendo con fermezza la strategia e la tattica della
rivoluzione nazionale democratica, indicò al popolo gli obbiettivi da
raggiungere: indipendenza e democrazia. Non era d'altro canto sufficiente avere
individuato obbiettivi del tutto conformi alle aspirazioni fondamentali del
popolo; era ancora necessario ricorrere ad ogni mezzo per illuminare le masse
popolari, per educarle ed incoraggiarle, per organizzarle nella lotta per la
salvezza nazionale. Il Partito tutto si consacrò a questo lavoro, al
collegamento di tutte le forze nazionali, all'ampliamento e al consolidamento
del fronte nazionale unito, il Fronte Viet Minh poi Fronte Lien Viet, magnifico
esempio della più ampia unione degli strati popolari nella lotta antimperialista
in un paese coloniale. Questo fronte in effetti comprendeva le forze patriottiche
di tutte le classi e di tutti gli strati sociali, anche dei proprietari terrieri
progressisti, tutte le nazionalità del paese, maggioritarie o minoritarie,
patrioti appartenenti ad ogni confessione religiosa. "L'unione, la grande
unione, per la vittoria, la grande vittoria": questa parola d'ordine fu
lanciata dal Presidente Ho Chi Minh e divenne, durante la lunga e dura guerra
di resistenza, una realtà, una grande realtà.
Avevamo di fronte una guerra di popolo che si svolgeva in un
paese colonizzato da lunga data. Così il fattore nazionale fu qui di
importanza fondamentale : era necessario ottenere l'appoggio di tutte le forze
in grado di dare il loro contributo per rovesciare gli imperialisti e i loro
lacché. D'altro canto questa guerra si svolgeva in un paese agricolo
arretrato, in cui i contadini rappresentavano la grande maggioranza della popolazione
e le forze essenziali tanto della Rivoluzione quanto della Resistenza. Era quindi
necessario che i rapporti fra la questione nazionale e la questione contadina
fossero definiti chiaramente, e che la soluzione per fasi successive del problema
agrario, strumento fondamentale di mobilitazione delle grandi masse contadine,
fosse considerata uno fra i fattori essenziali e decisivi della vittoria. Il
Partito, sempre attento agli interessi dei contadini, incominciò col
promuovere la riduzione dei tassi di affittanza e di interesse ; in seguito,
appena la situazione si fu stabilizzata, promosse con grande decisione la mobilitazione
delle masse per realizzare, mediante la riforma agraria, la distribuzione della
terra ai contadini, e quindi salvaguardare e rafforzare la Resistenza.
Nel corso degli anni di guerra si manifestarono diverse tendenze sbagliate,
sia che ci si occupasse unicamente dell'organizzazione e dell'incremento delle
forze armate, trascurando la mobilitazione e l'organizzazione delle masse popolari;
sia che ci si occupasse della mobilitazione del popolo per la guerra, senza
preoccuparsi con serietà dei suoi interessi immediati e quotidiani, sia
ancora che si badasse a soddisfare gli interessi immediati della popolazione
in generale, senza accordare sufficiente attenzione a quelli dei contadini.
Il Partito ha lottato con decisione contro tutte queste tendenze sbagliate.
Per portare la guerra di resistenza alla vittoria, era necessario preoccuparsi
del rafforzamento dell'esercito, badando tuttavia a non trascurare la mobilitazione
e l'educazione del popolo, l'allargamento e il consolidamento del Fronte nazionale
unito; era necessario mobilitare le masse per la guerra di resistenza, badando
tuttavia a non trascurare la soddisfazione dei loro interessi immediati, il
miglioramento delle loro condizioni di vita, soprattutto per quanto riguardava
le masse contadine. Un Fronte nazionale unito, che si basasse, sotto la direzione
del Partito, sull'alleanza degli operai e dei contadini, era così un'assoluta
necessità.
Gli obbiettivi della guerra popolare vietnamita richiedevano l'adozione di una
strategia e di una tattica appropriate, che si basassero sulle caratteristiche
del nemico e nostre, sulle concrete condizioni del campo di battaglia, e sul
rapporto delle forze in campo. In altri termini, una strategia e una tattica
adatte a una guerra di popolo in un paese coloniale economicamente arretrato.
In primo luogo, questa strategia doveva essere la strategia di una guerra di
lunga durata. Non che tutte le guerre rivoluzionarie, tutte le guerre popolari
debbano necessariamente assumere questo carattere ; se fin dall'inizio le condizioni
sono favorevoli al popolo e il rapporto di forze è favorevole alla rivoluzione,
la guerra rivoluzionaria può risolversi vittoriosamente in un breve giro
di tempo. Ma la guerra di liberazione del popolo vietnamita aveva inizio in
condizioni del tutto differenti : avevamo a che fare con un nemico molto più
forte e questo rapporto di forze ci privava, con ogni evidenza, della possibilità
di impegnare battaglie decisive subito dopo l'apertura delle ostilità
e, a maggior ragione, delle possibilità di bloccare l'aggressione fin
dalle prime operazioni di sbarco sul nostro territorio. In breve, una vittoria
rapida ci era preclusa.
Solo mediante una lunga e dura guerra di resistenza avremmo a poco a poco potuto
logorare le forze del nemico, e al tempo stesso rafforzare le nostre, così
da far pendere progressivamente la bilancia delle forze in nostro favore e da
strappare infine la vittoria. Non c'era per noi altra via.
La strategia e la parola d'ordine della resistenza di lunga durata furono fissate
dal Partito Comunista Indocinese fino dai primi giorni della guerra di liberazione.
In questo spirito l'Esercito popolare del Viet Nam prese l'iniziativa, dopo
aver impegnato duri e ostinati scontri per le strade delle grandi città,
di ripiegamenti strategici verso le campagne, per potervi mantenere le basi
e preservare le forze.
La guerra rivoluzionaria di lunga durata comportava schematicamente diverse
fasi, la fase della difensiva, quella dell'equilibrio delle forze, infine quella
della controffensiva; ma la realtà concreta era naturalmente più
complessa. Furono necessari parecchi anni di guerriglia sempre più intensa
ed estesa per realizzare l'equilibrio delle forze e per sviluppare il nostro
potenziale bellico. Passammo alla controffensiva quando lo permisero la situazione
interna e internazionale, all'inizio mediante una serie di operazioni su scala
locale, quindi con operazioni di più ampia portata, che avrebbero poi
condotto alla decisiva vittoria di Dien Bien Phu.
L'applicazione della strategia della guerra di resistenza di lunga durata richiedeva
un grande lavoro educativo, una grande lotta ideologica nel popolo e fra i membri
del Partito, un gigantesco sforzo organizzativo dal duplice punto di vista economico
militare, sacrifici ed eroismi inauditi nell'esercito come nel popolo, al fronte
come nelle retrovie. A volte si manifestavano tendenze errate, miranti a bruciare
le tappe per terminare più rapidamente la guerra e ad impegnare importanti
forze in rischiose avventure militari. Ma il Partito le corresse con una lotta
ostinata e perseverò nella via prefissata. Nei momenti difficili sorsero
anche certe esitazioni, ma il Partito le fronteggiò con energia e mantenne
salda la sua determinazione di lotta e la fiducia nella vittoria finale.
La guerra popolare di lunga durata del Viet Nam richiedeva anche forme di combattimento
adeguate: adeguate alla natura rivoluzionaria della guerra, al rapporto di forze
in quel tempo nettamente favorevole al nemico, alle ancora molto deboli basi
materiali e tecniche dell'Esercito popolare. La guerriglia era questa forma
di combattimento adeguata. È possibile affermare che la guerra di liberazione
del popolo vietnamita fu una lunga ed ampia guerriglia che andò via via
facendosi sempre più complessa fino a dar luogo, negli ultimi anni della
guerra di resistenza, ad una guerra di movimento.
La guerriglia è la forma tipica della guerra combattuta dalle masse popolari
di un paese economicamente arretrato, in lotta contro un esercito d'aggressione
fortemente equipaggiato e ben sostenuto. Il nemico è forte, lo si evita
; è debole, lo si attacca ; al suo armamento moderno si oppone, per conseguire
la vittoria, un eroismo illimitato che si traduce in operazioni di logoramento
e di annientamento del nemico, secondo le circostanze ; si attua al tempo stesso
una combinazione delle operazioni militari con l'azione politica ed economica
; non vi è linea di demarcazione fissa, il fronte è dappertutto,
là dove si trova il nemico.
Concentrazione di truppe, per realizzare una schiacciante superiorità
ove il nemico si trovi abbastanza allo scoperto e per poter così distruggere
le sue forze vive; iniziativa, duttilità, rapidità, sorpresa,
prontezza nell'attacco e nel ripiegamento. Finché il rapporto strategico
di forze permane sfavorevole, concentrare risolutamente le proprie truppe per
ottenere una superiorità assoluta in un combattimento in un dato luogo
a un dato momento. Logorare a poco a poco il nemico con piccole vittorie, e
al tempo stesso preservare ed accrescere le proprie forze. Concretamente, non
perdere assolutamente di vista che l'obbiettivo fondamentale dei combattimenti
consiste nella distruzione del potenziale umano del nemico e che bisogna quindi
evitare combattimenti, che, volti alla conservazione ad ogni costo del terreno,
abbiano come conseguenza delle perdite. E ciò al solo fine di potere
recuperare in seguito i territori occupati e di poter liberare completamente
il paese.
Nella guerra di liberazione vietnamita, la guerriglia si estese in tutte le
regioni temporaneamente occupate dal nemico. Ogni abitante divenne un soldato;
ogni villaggio una fortezza; ogni cellula di Partito, ogni Comitato amministrativo
di comune uno stato maggiore.
Tutto il popolo partecipava alla lotta armata combattendo, secondo i principi
della guerriglia, in piccoli drappelli, ma sempre secondo una sola e stessa
linea, secondo le stesse direttive, quelle del Comitato Centrale del Partito
e del Governo.
A differenza di numerosi altri paesi che sostennero guerre rivoluzionarie, il
Viet Nam nei primi anni di lotta non impegnò, né l'avrebbe potuto,
battaglie regolari, ma si attenne alla guerriglia. Tuttavia, a prezzo di mille
difficoltà e di sacrifici innumerevoli, la guerriglia andò progressivamente
sviluppandosi per dar vita a una forma di guerra di movimento di sempre più
ampia portata e che, pur conservando certe caratteristiche della guerriglia,
comprendeva già campagne regolari in cui avevano una parte sempre più
grande gli attacchi a posizioni fortificate. Limitandosi inizialmente a piccoli
scontri con effettivi di un drappello o di una compagnia per annientare gruppi
più o meno ridotti di forze nemiche, il nostro esercito passò
in seguito a combattimenti di maggiore ampiezza con effettivi di un battaglione
o di un reggimento per distruggere una o più compagnie nemiche ; infine
diede vita a campagne sempre più ampie, mettendo in campo diversi reggimenti,
e quindi diverse divisioni, per finire a Dien Bien Phu dove il Corpo di spedizione
francese perse 16.000 uomini delle sue truppe scelte. Questo processo di sviluppo
permise al nostro esercito di progredire con passo sicuro sulla via della vittoria.
Guerra di popolo, guerra di lunga durata, guerra di guerriglia che a poco a
poco si sviluppano in una guerra di movimento, questi gli insegnamenti più
preziosi della guerra di liberazione del Viet Nam. Fu seguendo questa linea
che il Partito guidò la guerra di resistenza alla vittoria. Dopo tremila
giorni di combattimento, di difficoltà e di sacrifici, il nostro popolo
fu in grado di sconfiggere gli imperialisti francesi e gli interventisti americani.
Oggi nella metà del paese che è stata liberata, piú di
quattordici milioni di compatrioti cicatrizzano, con la creatività del
loro lavoro, le terribili ferite lasciate in eredità dalla guerra, ricostruiscono
il paese ed edificano il socialismo, mentre continua in tutto il paese la lotta
per portare a compimento la rivoluzione nazionale democratica e per riunificare
la Patria sulla base dell'indipendenza e della democrazia.
Dopo aver descritto a grandi linee la guerra di liberazione
sostenuta dal popolo vietnamita contro gli imperialisti francesi e americani,
parlerò dell'Esercito popolare del Viet Nam.
Forza armata del popolo vietnamita, è nato e si è sviluppato nel
fuoco della guerra di liberazione nazionale. I distaccamenti di autodifesa creati
dai Soviet del Nghe An che riuscirono a conservare il potere per alcuni mesi
durante l'ondata rivoluzionaria degli anni 1930-1931 costituirono il primo embrione.
Tuttavia la creazione di forze armate rivoluzionarie non fu presa in reale considerazione
se non all'inizio della seconda guerra mondiale, quando la preparazione dell'insurrezione
armata assunse una posizione di primo piano nelle nostre preoccupazioni. Le
nostre formazioni militari e paramilitari fecero allora la loro prima apparizione
in occasione della sollevazione di Bac Son e nelle basi rivoluzionarie della
regione di Cao Bang.
Dopo la creazione della sezione dell'Esercito di Salvezza nazionale, il 22 dicembre 1944 fu creata un'unità che prese il nome di sezione di propaganda dell'Esercito di Liberazione del Viet Nam. La nostra base di guerra, organizzata nella illegalità, era allora limitata ad alcuni distretti delle province di Cao Bang, Bac Can, Lang Son, nella giungla del Nord. Quanto alle forze armate rivoluzionarie, non comprendevano ancora globalmente se non unità popolari di autodifesa e pochi gruppi e sezioni interamente sollevati dal lavoro produttivo. I loro effettivi si accrebbero rapidamente e all'inizio del 1945, quando si verificò il colpo di forza dei fascisti giapponesi contro i colonialisti francesi, potevano già essere annoverate alcune migliaia di guerriglieri. Quando poi il potere popolare fu instaurato nelle regioni rurali delle sei province del Viet Bac, dichiarate zona libera, le preesistenti organizzazioni militari si fusero per dare vita all'Esercito di liberazione del Viet Nam.
Durante l'Insurrezione di Agosto, l'Esercito di liberazione
contribuì, assieme al popolo e ai distaccamenti di autodifesa, a conseguire
la conquista del potere, e vide i suoi effettivi in rapido aumento, grazie all'incorporazione
delle forze paramilitari che si erano costituite nel corso delle gloriose giornate
d'Agosto. Con un materiale quanto mai eterogeneo, strappato ai Giapponesi e
ai loro miliziani Bao-an, — solo fucili, di sedici tipi differenti, fra
cui vecchi modelli francesi, e perfino moschetti delle forze zariste recuperati
dai Giapponesi —, questo giovane esercito così male equipaggiato
dovette immediatamente far fronte all'aggressione del Corpo di spedizione francese
dotato di un armamento moderno. In contropartita di un materiale tanto arretrato,
l'esercito e il popolo vietnamita dovevano mostrare di possedere una totale
abnegazione e un eroismo sovrumano.
Se i nemici andavano all'attacco di regioni in cui erano stanziate nostre truppe,
ne subivano la resistenza; se poi dilagavano in ampie zone sprovviste di formazioni
regolari, era il popolo stesso a levarsi contro la loro avanzata con armi rudimentali,
bastoni, lance, falci, archi, balestre, fucili ad avancarica. Fin dai primi
giorni si videro dunque sorgere tre tipi di formazioni militari: le organizzazioni
paramilitari o guerrigliere, le truppe regionali e le unità regolari,
espressione, sul piano organizzativo, della politica di mobilitazione generale
del popolo in armi; queste diverse formazioni cooperavano strettamente per annientare
il nemico.
Contadini, operai e intellettuali affluirono nei ranghi delle forze armate della
Rivoluzione. Quadri direttivi del Partito e dell'apparato statale si improvvisarono
ufficiali. La grande difficoltà da risolvere era il problema dell'equipaggiamento.
In tutto il Viet Nam non vi era una sola officina di materiale bellico, e da
circa ormai un secolo ogni forma di detenzione e di uso di armi era stata sempre
rigorosamente proibita dall'amministrazione coloniale; importarne era infine
impossibile, per l'ostilità dei paesi limitrofi alla Repubblica Democratica
del Viet Nam. Unica fonte di rifornimento, il fronte: era necessario prendere
il materiale al nemico per rivolgerglielo contro. Così, pur proseguendo
l'aggressione contro il Viet Nam, il Corpo di spedizione francese assolveva
un altro compito: diventava, suo malgrado, il fornitore di armi francesi e anche
americane dell'esercito popolare vietnamita. Malgrado i prodigiosi sforzi, le
officine belliche, costruite in seguito con mezzi di fortuna, non furono mai
in grado di soddisfare a tutti i nostri bisogni, e quindi gran parte del nostro
materiale militare continuò a provenire dal bottino di guerra.
Ho già accennato al fatto che all'inizio l'Esercito
vietnamita non poté impegnarsi in combattimenti che superassero il livello
di effettivi di un drappello o di una compagnia. Le forze regolari, a un certo
momento, avevano dovuto parzialmente frazionarsi in compagnie autonome per favorire
l'estensione della guerriglia, anche se, parallelamente, erano stati conservati
battaglioni mobili per azioni di maggiore importanza. Dopo ogni combattimento
vittorioso le forze armate popolari facevano un passo avanti.
Temprandosi nei combattimenti, stimolate dalle vittorie, le formazioni dei guerriglieri
crearono le condizioni per un accrescimento delle truppe regionali, accrescimento
che a sua volta, favoriva lo sviluppo delle forze regolari. Per nove anni di
seguito, il nostro esercito popolare si è rafforzato, attraverso questo
sistema eroico e irto di difficoltà, con la sua stessa volontà
di vincere ad ogni costo, divenendo un esercito
forte di centinaia di migliaia di uomini, articolato in reggimenti e in divisioni,
e tendente ad una progressiva standardizzazione dell'organizzazione e dell'equipaggiamento.
Questa forza, politicamente sempre più cosciente e sempre meglio organizzata
militarmente, riuscì a combattere e a sconfiggere i cinquecentomila uomini
del Corpo di spedizione francese equipaggiati e riforniti dagli Stati Uniti.
L'Esercito vietnamita è effettivamente un esercito nazionale. Combattendo
l'imperialismo e i traditori che si erano posti al suo servizio, ha combattuto
per l'indipendenza nazionale e l'unità del paese. Conta nelle sue file
i migliori figli del Viet Nam, i patrioti più sinceri provenienti da
tutte le classi rivoluzionarie, da tutte le nazionalità indipendentemente
dalla loro consistenza numerica. È un degno simbolo del risveglio irresistibile
della coscienza nazionale e dell'unità di tutto il popolo vietnamita
nella lotta contro l'aggressore imperialista.
Il nostro esercito è un esercito democratico. Infatti combatte per gli
interessi democratici del popolo, per la difesa del potere democratico popolare.
Informato a principi democratici nella sua organizzazione politica, è
retto con disciplina rigorosa ma liberamente accettata.
Il nostro esercito è un esercito di popolo. Del popolo difende gli interessi
fondamentali, in primo luogo quelli dei lavoratori, degli operai e dei contadini.
Dal punto di vista della sua composizione sociale comprende una grande maggioranza
di combattenti scelti d'origine contadina e operaia, e di intellettuali fedeli
alla causa rivoluzionaria.
È un autentico esercito di popolo, l'esercito dei lavoratori, degli operai
e dei contadini, diretto dal Partito della classe operaia. Durante tutta la
guerra di liberazione nazionale i suoi obbiettivi di lotta furono gli stessi
del Partito e del popolo: l'indipendenza della nazione e la terra a chi la lavora.
Da quando è tornata la pace, l'esercito ha la missione, in quanto strumento
della dittatura del proletariato, di difendere la rivoluzione socialista e l'edificazione
del socialismo nel Nord, di sostenere la lotta politica per la riunificazione
pacifica del paese e di contribuire al consolida-mento della pace nell'Indocina
e nel Sud-Est Asiatico.
Nel primo di dieci punti del suo Giuramento d'onore, il combattente dell'Esercito
popolare del Viet Nam giura:
"di sacrificarsi senza riserve per la Patria, di lottare per la causa dell'indipendenza
nazionale, della democrazia, del socialismo, sotto la direzione del Partito
dei Lavoratori vietnamiti e del Governo della Repubblica Democratica, per la
costruzione di un Viet Nam pacifico, riunificato, indipendente, democratico
e prospero, e per dare il proprio contributo al rafforzamento della pace nel
Sud-Est Asiatico e nel mondo."
È quanto esattamente fa che l'Esercito popolare del Viet Nam sia un autentico
figlio del popolo, che, in cambio, non gli lesina né affetto né
appoggio. È questa la fonte inesauribile della sua forza.
L'Esercito popolare del Viet Nam è stato creato dal Partito, che non
ha mai cessato di preoccuparsi del-la sua formazione e della sua educazione.
L'Esercito quindi è sempre stato e sempre rimarrà sotto la direzione
del Partito, poiché essa sola ha potuto farne un esercito rivoluzionario,
un autentico esercito di popolo. Dal momento della sua creazione, e per tutto
il corso del suo sviluppo, l'azione direttiva del Partito si è concretata
organizzativamente. L'esercito ha sempre avuto i suoi commissari politici, e,
in seno alle unità, i capi militari e politici si assumono le responsabilità
che sono di loro pertinenza, sotto la direzione del Comitato del Partito di
grado corrispondente.
L'esercito popolare è lo strumento del Partito e dello Stato rivoluzionario
per la realizzazione degli aspetti militari degli obbiettivi della rivoluzione.
La coscienza profonda degli obbiettivi del Partito, l'illimitata fedeltà
alla causa della nazione e della classe operaia, e uno spirito di sacrificio
senza riserve sono per l'esercito principi fondamentali e inalienabili. Così
il lavoro politico che si svolge nelle sue file ha un'importanza fondamentale.
Il lavoro politico è l'anima dell'esercito. Mira, attraverso l'insegnamento
dell'ideologia marxista-leninista, ad elevarne la coscienza politica e il livello
ideologico, rafforzando la posizione classista dei quadri e dei soldati. Il
lavoro politico ha fatto sì che l'esercito abbia compreso, durante la
guerra di liberazione, tutta l'importanza della politica di resistenza di lunga
durata e della necessità imprescindibile di contare solo sulle proprie
forze per superare ogni difficoltà. Il lavoro politico ha anche consentito
all'esercito di comprendere fino in fondo il significato della mobilitazione
delle masse per la successiva realizzazione della riduzione delle rendite e
della riforma agraria, provvedimenti che a loro volta ebbero un effetto decisivo
sul morale delle truppe. Dall'inizio della nuova fase, apertasi con il ristabilimento
della pace, il lavoro politico s'impernia sulla linea della rivoluzione socialista
al Nord e della lotta per la riunificazione del paese.
Ma non è tutto. Il lavoro politico riguarda anche la corretta esecuzione,
in seno all'esercito, delle linee programmatiche del Partito e del Governo,
l'instaurazione di buoni rapporti con la popolazione e tra gli uomini di truppa
e di quadri. Mira anche a mantenere e a rafforzare la combattività, a
unificare l'autentico patriottismo con l'internazionalismo proletario, a sviluppare
l'eroismo rivoluzionario e la grande tradizione del nostro esercito, espressa
dal motto: "risoluto a combattere, determinato a vincere." Il lavoro
politico assume la forma tanto del lavoro di propaganda e di educazione delle
masse, quanto del lavoro di organizzazione delle istanze del Partito nell'ambito
dell'esercito. Abbiamo sempre rivolto una attenzione speciale al rafforzamento,
nelle unità militari, delle organizzazioni del Partito, cui hanno aderito
dal 35 al 40% degli ufficiali e degli uomini di truppa, e fino al 90% dei quadri.
L'Esercito popolare del Viet Nam ha sempre prestato la massima attenzione a
stabilire e a mantenere buoni rapporti col popolo. A fondamento di ciò
sta la identità nei loro obbiettivi di lotta: popolo ed esercito sono
completamente votati nella lotta contro il nemico, per salvare la Patria e garantire
il pieno successo nell'opera di liberazione della nazione e della classe operaia.
Il popolo costituisce per l'esercito ciò che l'acqua è per il
pesce: questa espressione è piena di significato. Il nostro Esercito
ha combattuto al fronte, ma ha anche fatto del suo meglio per educare e aiutare
il popolo. Il combattente vietnamita si è sempre preoccupato di osservare
il punto 9 del suo Giuramento d'onore.
"Nei contatti col popolo conformarsi alle tre raccomandazioni
:
— Rispettare il popolo
— Aiutare il popolo
— Difendere il popolo...
per guadagnarsene la fiducia e l'affetto, e per realizzare una perfetta intesa
tra il popolo e l'esercito."
Il nostro esercito ha sempre organizzato giornate di aiuto ai contadini nei lavori dei campi, e nella lotta contro le inondazioni o la siccità. Ha sempre mantenuto un atteggiamento corretto nelle relazioni col popolo: mai è stato di pregiudizio ai suoi beni, fossero anche solamente un ago o una gugliata di filo. In particolare durante la guerra di resistenza, fece di tutto per difendere, nelle retrovie del nemico, la vita ed i beni di tutti ; nelle regioni appena liberate, poi, il rispetto rigoroso delle consegne del Partito e del Governo gli guadagnò l'appoggio senza riserve delle più ampie masse, anche nelle regioni abitate dalle minoranze nazionali e nei villaggi cattolici. Dopo il ritorno della pace, migliaia di quadri e soldati hanno preso parte ai grandi movimenti per la realizzazione della riforma agraria, per la collettivizzazione agricola e la trasformazione socialista dell'artigianato, dell'industria e del commercio privato. Ha preso parte attivamente all'opera di riassestamento dell'economia. Ha partecipato alle giornate di lavoro straordinario per l'edificazione socialista, alla costruzione delle vie di comunicazione, all'opera di dissodamento delle terre per la costruzione di fattorie di stato. Ha costruito da sé le sue caserme.
L'esercito popolare del Viet Nam si è sempre preoccupato di stabilire e mantenere buoni rapporti tanto fra quadri e soldati, quanto fra gli stessi quadri. Ufficiali e uomini di truppa, provenienti dalle classi lavoratrici, servono ambedue la causa della nazione e della classe operaia, anche se, evidentemente, con le funzioni e responsabilità specifiche, che in nessun caso hanno messo in discussione i rapporti di cameratismo fondati sulla eguaglianza politica e la fraternità di classe. I quadri amano i loro soldati, ed è loro dovere non solo guidarli nel lavoro e negli studi, ma anche prendere in considerazione i loro problemi personali, i loro desideri, le loro iniziative. Quanto ai soldati, debbono rispettare i loro superiori ed eseguire correttamente tutti i loro ordini. Gli ufficiali dell'esercito popolare debbono essere di esempio sotto tutti i punti di vista. Mostrarsi risoluti, coraggiosi, assicurare la disciplina e la democrazia interna, realizzare una perfetta unità tra gli uomini, tutto ciò fa parte dei loro compiti. Nei confronti delle loro unità debbono comportarsi come capi, come dirigenti. Base di questi rapporti tra uomini di truppa ed ufficiali, fra i quadri, o fra gli stessi soldati, è la solidarietà nel combattimento, il reciproco affetto che nasce tra compagni d'armi, questo amore ad un tempo puro e sublime, messo alla prova e foggiato nella battaglia per la difesa della Patria e del popolo.
Come richiede il punto 2 del Giuramento d'onore: il combattente
è tenuto ad eseguire rigorosamente gli ordini dei suoi superiori e a
dedicarsi corpo ed anima all'immediato e stretto adempimento degli ordini che
gli sono affidati.
L'Esercito popolare del Viet Nam pratica una stretta disciplina e insieme un'ampia
democrazia interna.
È chiaro che la guerriglia esigeva una disciplina severa, poiché,
se è vero che richiedeva ai quadri e ai dirigenti di lasciare ad ogni
unità o ad ogni regione un certo margine di iniziativa per intraprendere
ogni azione giudicata opportuna, non è men vero che a un certo livello
si rivelavano sempre necessari un comando unificato e una direzione centralizzata.
Una disciplina di questo genere non è in alcun modo in contraddizione
con la democrazia interna delle nostre truppe. L'applicazione dei principi del
centralismo democratico è di regola, tanto nella vita delle cellule,
dei Comitati esecutivi di Partito di differente grado quanto nelle riunioni
plenarie delle unità combattenti. I fatti hanno mostrato che quanto più
la democrazia è rispettata all'interno delle unità, tanto più
se ne rafforza l'unione, si eleva il senso di disciplina, gli ordini vengono
eseguiti. È la combattività dell'esercito a trarne il massimo
giovamento.
Il ristabilimento della pace ha creato nel Viet Nam una situazione nuova. Il
Nord è completamente libero, mentre il Sud vive sotto il giogo degli
imperialisti americani e dei loro agenti. Mentre il Nord è entrato nella
fase della rivoluzione socialista, nel Sud continua la lotta per la liberazione
dei ceppi coloniali e feudali. Trascurare il problema delle forze di difesa
nazionale sarebbe — di fronte ai problemi della salvaguardia della pace
e dell'edificazione socialista, dell'opera necessaria a fare del Nord un saldo
baluardo per la riunificazione pacifica del paese —, cosa assurda, tanto
più che l'Esercito popolare deve far fronte alle mire belliciste degli
imperialisti americani e dei loro lacché, e quindi deve progressivamente
costituirsi secondo i criteri di un esercito regolare moderno.
In primo luogo è importante porre in evidenza come, pur nel processo di trasformazione in un esercito regolare e moderno, l'esercito regolare vietnamita resti purtuttavia un esercito rivoluzionario, un esercito di popolo. È quanto differenzia radicalmente l'esercito regolare moderno di popolo del Nord dall'esercito di Ngo Dinh Diem, anch'esso regolare e moderno, ma controrivoluzionario, antipopolare, strumento dei nemici del popolo. L'Esercito popolare deve necessariamente dedicare la massima attenzione al rafforzamento della direzione del Partito e del lavoro politico; deve lavorare per ottenere un consolidamento ancora maggiore dell'unità tra i quadri e i soldati, tra le truppe e il popolo ; deve elevare il senso di disciplina liberamente accettata, e al tempo stesso salvaguardare la democrazia interna. In questo senso il Partito non ha mai cessato, nel corso degli ultimi anni, di accordare una particolare importanza alle attività delle sue organizzazioni per il lavoro politico nell'Esercito. Ufficiali, sottufficiali e uomini di truppa, hanno tutti seguito i corsi di educazione politica intesi a chiarire meglio i compiti della rivoluzione socialista e della lotta per la riunificazione nazionale, a consolidarne la funzione di classe e a rafforzarne l'ideologia marxista-leninista. Si tratta qui di un problema particolarmente importante, tanto più che l'Esercito popolare si è sviluppato in un paese agricolo, e conta nelle sue fila una grossa maggioranza di braccianti e di piccoli borghesi delle città. Certo i nostri combattenti hanno goduto di un'educazione politica perseverante, ed il loro morale si è temprato nella lotta; ma malgrado questo, resta pur sempre necessaria la lotta contro l'influenza dell'ideologia borghese e piccolo-borghese. Grazie al rafforzamento del lavoro ideologico, l'esercito è diventato un efficace strumento al servizio della dittatura del proletariato, di una fedeltà illimitata alla causa della rivoluzione socialista e della riunificazione nazionale. I nuovi progressi realizzati sul piano politico hanno trovato piena espressione nel movimento "superiamo con rapidi passi le norme del programma," ampio movimento di massa che si sviluppa nelle nostre truppe, parallelamente allo sviluppo del movimento di emulazione socialista fra i lavoratori del Nord Viet Nam.
È cosa della massima importanza trasformare, mediante
un continuo rafforzamento della sua coscienza politica, l'Esercito popolare
in un esercito regolare moderno. Favorito dallo sviluppo verificatosi negli
ultimi anni della guerra di resistenza, il nostro esercito, formato dapprima
solo di forze di fanteria, si è trasformato in un esercito composto da
differenti armi. In questo senso se il problema del miglioramento, dell'equipaggiamento
e della tecnica è importante, quello dei quadri e dei soldati che se
ne debbono servire lo è ancora maggiormente. Il nostro esercito si è
sempre preoccupato del perfezionamento degli ufficiali e dei sottufficiali di
estrazione operaia e contadina, o intellettuali rivoluzionari provati nella
lotta. L'esercito cerca di aiutarli ad elevare il loro livello culturale e tecnico,
così che possano divenire capaci ufficiali e sottufficiali di un esercito
regolare moderno.
Per elevare la combattività dell'esercito, per realizzare una adeguata
centralizzazione del comando e uno stretto coordinamento fra le varie armi,
è indispensabile porre in vigore regolamenti adeguati ad un esercito
regolare. Non è che non si sia fatto nulla in questo ambito durante gli
anni della resistenza; si tratta piuttosto di portare a compimento la messa
a punto dei regolamenti già esistenti. L'essenziale è di non perdere
di vista che ogni innovazione ai regolamenti deve trarre ispirazione dal carattere
popolare dell'esercito e dalla necessità assoluta di mantenere la direzione
del Partito. Assieme ai regolamenti generali, è stato promulgato anche
lo statuto degli ufficiali ; un computo in denari si è sostituito alla
vecchia indennità in natura; il problema delle ricompense e delle decorazioni
ha trovato regolamentazioni complementari. Tutte queste misure hanno avuto l'effetto
di rafforzare la disciplina e l'unità fra le truppe, e di accentuare
il senso di responsabilità presso gli ufficiali, i sottufficiali e i
soldati.
L'istruzione militare costituisce, assieme all'educazione politica, un compito
di fondamentale importanza nell'edificazione dell'esercito in tempo di pace.
Acquisiscono particolare importanza tanto il problema del modo di sostenere
il combattimento quanto quello di reperire un pensiero tattico e principi tattici
adeguati. Si tratta di fare la sintesi delle esperienze passate, di analizzare
esattamente le condizioni concrete del nostro esercito dal punto di vista dell'organizzazione
e dell'equipaggiamento, ed insieme le condizioni della nostra base economica,
del terreno del paese, terreno di foreste e di giungle, di pianure e di risaie.
Si tratta di assimilare esattamente la scienza militare moderna degli eserciti
dei paesi fratelli. Imponenti e continui sforzi s'impongono nell'ambito dell'istruzione
delle truppe e della formazione dei quadri.
Per molti anni l'Esercito popolare del Viet Nam era basato sulla coscrizione
volontaria: quadri e soldati si impegnavano volontariamente a tempo indeterminato,
e l'esercito ingrossava le sue file mediante l'afflusso della gioventù
migliore, sempre pronta a rispondere all'appello della Patria. Dopo il ritorno
della pace si è reso necessario il ricorso al servizio militare obbligatoria;
sostituzione che ha ricevuto accoglienze particolarmente calorose da parte della
popolazione. Buona parte dei volontari hanno raggiunto, dopo il congedo, campi
e fabbriche ; altri prestano servizio in unità distaccate al lavoro produttivo,
prendendo così parte attiva all'edificazione socialista. L'attuazione
della coscrizione obbligatoria si realizza sulla base del consolidamento e dello
sviluppo delle organizzazioni di autodifesa già esistenti nei comuni,
nelle fabbriche, nel-le scuole. I membri di queste organizzazioni paramilitari
sono preparati non solo a unirsi all'esercito, di cui costituiscono una riserva
di eccezionale importanza, ma anche a garantire la sicurezza e la difesa delle
regioni in cui si trovano.
Come durante la guerra di liberazione nazionale, nel cui fuoco era nato e sorto,
l'Esercito popolare non avrebbe potuto essere dissociato dalla realtà
della guerra di liberazione, così, attualmente, il suo sviluppo non potrebbe
essere in alcun modo dissociato dall'edificazione del socialismo nel Nord, né
dalla lotta del popolo per un Viet Nam riunificato, indipendente e democratico.
Certo dell'affetto e dell'appoggio popolare, in questi giorni di pace come in
guerra, l'Esercito popolare condurrà in porto il suo compito : difendere
la pace e la Patria.
Come si è già detto, la storia della guerra di
liberazione nazionale del popolo vietnamita, la storia dell'esercito popolare
del Viet Nam è la storia della vittoria di una nazione debole, di un
popolo coloniale levatosi contro le forze d'aggressione di una potenza imperialista.
Questa vittoria è anche la vittoria del marxismo- leninismo applicato
alla lotta rivoluzionaria armata di un paese coloniale, la vittoria del Partito
della classe operaia nella direzione rivoluzionaria tanto nel-la sua fase nazionale
democratica quanto nella sua fase socialista.
Il Partito d'avanguardia della classe operaia vietnamita, con alla testa il
Presidente Ho Chi Minh, la grande guida del popolo e della nazione, ha saputo
organizzare e dirigere il popolo vietnamita ed il suo esercito fino alla vittoria.
Mediante un uso corretto del marxismo-leninismo, applicato alla rivoluzione
nazionale democratica in un paese coloniale, il Partito ha operato una analisi
esatta delle contraddizioni della società e ha chiaramente definito gli
obbiettivi fondamentali della rivoluzione. A proposito del problema della guerra
di liberazione nazionale, ha saputo esaminare dialetticamente i rapporti di
forze presenti e individuare la strategia e la tattica appropriate. Sempre mediante
un uso corretto del marxismo-leninismo, ha creato e diretto un eroico esercito
popolare, e non ha mai cessato di instillare lo spirito rivoluzionario, l'autentico
patriottismo proletario nel popolo e nell'esercito.
Il Partito ha saputo assimilare le preziose esperienze della Rivoluzione d'Ottobre
che ha mostrato, mediante la costituzione dell'Armata Rossa Sovietica, il cammino
della libertà non solo ai lavoratori dei paesi capitalistici, ma anche
ai popoli coloniali. Anche le esperienze della Rivoluzione e dell'Esercito di
liberazione cinese hanno arricchito le teorie della rivoluzione democratica
nazionale, della guerra e dell'esercito rivoluzionario in un paese semicoloniale.
Il loro prestigioso esempio ha sempre illuminato il cammino della lotta e delle
vittorie del popolo vietnamita. Facendo proprie le inestimabili esperienze dell'Unione
Sovietica e della Cina Popolare, il nostro Partito ha tuttavia sempre tenuto
conto della concreta realtà della guerra rivoluzionaria quale si svolgeva
nel Viet Nam, il che gli ha consentito di arricchire a sua volta le teorie della
guerra e dell'esercito rivoluzionario.
Nell'ora attuale le forze dei paesi socialisti, l'Unione Sovietica alla testa,
hanno raggiunto sul piano internazionale una potenza fin qui sconosciuta; il
movimento di liberazione nazionale si trova d'altro canto in pieno sviluppo
in tutto il mondo: le possibilità di realizzare una pace durevole nel
mondo sono quindi più grandi. Ciononostante l'imperialismo continua sempre
i preparativi di guerra e cerca di rafforzare le alleanze militari aggressive.
Così mentre la situazione internazionale conosce una certa distensione,
il Sud-Est Asiatico permane uno dei focolai di tensione mondiali. L'imperialismo
americano non desiste dal rafforzare il suo intervento militare e politico nel
Sud del nostro paese. Una analoga politica interventista persegue anche nel
Laos, cercando di fare di questo paese una colonia ed una base militare in vista
di una nuova guerra di aggressione.
Il popolo vietnamita, profondamente amante della pace, fa ogni sforzo, assieme
al suo esercito, per attuare una politica di disarmo, diminuire la tensione
e instaurare una pace durevole. Ma il popolo vietnamita deve al tempo stesso,
assieme al suo esercito, raddoppiare la vigilanza, rafforzare la sua combattività,
sviluppare il suo potenziale difensivo, e contribuire a rinsaldare i legami
fraterni tra i popoli e le forze armate rivoluzionarie dei paesi socialisti.
Il popolo vietnamita ed il suo esercito sono fermamente decisi ad adempiere
ai loro sacri obblighi : difendere l'opera della rivoluzione socialista e dell'edificazione
del socialismo nel Nord del paese, proseguire la lotta per la riunificazione
pacifica della Patria, tenersi pronti a spezzare ogni tentativo imperialista
di provocare una guerra d'aggressione, e contribuire alla salvaguardia della
Pace nel Sud-Est Asiatico e nel mondo.