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Il nostro Partito ha diretto con successo la preparazione dell'insurrezione armata e l'insurrezione generale dell'agosto 1945

Nel 1939, subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale in Europa, il Comitato Centrale del Partito seppe vedere in tempo che stava per aprirsi un nuovo ciclo di guerre e di rivoluzioni, "che la congiuntura indocinese era già nella fase della liberazione nazionale." Nel 1940 e all'inizio del 1941, avvennero sollevazioni a Bac Son, nel Nam Ky, a Do Luong che, pur soffocate nel sangue l'una dopo l'altra, come l'una dopo l'altra erano scoppiate, costituirono tuttavia "il segnale che annunciava l'insurrezione generale in tutto il paese, il primo passo nella lotta armata delle nazioni indocinesi."
Di fatto il nostro popolo viveva, in quell'epoca, sotto il duplice giogo degli imperialisti francesi e giapponesi, nella più nera miseria, ed il movimento rivoluzionario era sottoposto ad una feroce repressione. Tuttavia il nostro Partito non desistette dalla sua massiccia propaganda fra il popolo, dal riunire le forze patriottiche nell'ambito del Fronte Viet Minh, dal creare basi di guerriglia, dall'organizzare forze armate rivoluzionarie e dal preparare l'insurrezione armata.
L'agosto del 1945 fu contrassegnato dai grandi successi dell'Armata Rossa Sovietica e delle forze alleate.
I fascisti giapponesi capitolarono. L'insurrezione ribolliva in tutto il paese. Nelle città, nelle campagne, milioni di uomini si levarono, manifestazioni e dimostrazioni di forza succedettero le une alle altre. Fu l'insurrezione generale. Fu il trionfo della Rivoluzione d'Agosto. Il 2 settembre, a nome del Governo provvisorio, il presidente Ho Chi Minh proclamò l'indipendenza del Viet Nam al cospetto della nazione e del mondo intero. Fu così fondata la Repubblica Democratica del Viet Nam, prima democrazia popolare del Sud-Est Asiatico.
L'Insurrezione generale d'Agosto si concluse con una brillante vittoria : la lotta in pieno sviluppo del popolo vietnamita contro i fascisti francesi e giapponesi, che si era protratta per tutta la seconda guerra mondiale, riusciva a rovesciare il dominio quasi secolare dell'imperialismo, una monarchia millenaria, ed instaurava la repubblica democratica. L'Insurrezione generale d'Agosto apriva così una nuova era nella storia della nazione vietnamita, l'era in cui il popolo diveniva padrone del suo destino.
La preparazione della sollevazione durante gli anni della guerra mondiale e l'Insurrezione generale d'Agosto sono state ricche d'insegnamento. Il compagno Truong Chinh ha analizzato, nel suo libro La Rivoluzione d'Agosto, gli elementi di forza e di debolezza di questa rivoluzione e ha tratto pertinenti conclusioni. In questo articolo, partiremo dall'insieme del processo di preparazione dell'Insurrezione armata fino alla vittoria dell'Agosto per ricavarne gli insegnamenti essenziali, che costituiscono al tempo stesso una brillante illustrazione dei successi conseguiti dal nostro Partito.


1. L'Insurrezione generale d'Agosto deve in primo luogo il suo successo e una corretta direzione strategica del Comitato Centrale del Partito sul problema della liberazione nazionale. Il Partito riuscì a farla divenire l'obbiettivo fondamentale di ogni suo membro e di tutto il popolo, e seppe, riunendo tutte le forze patriottiche, garantirne il successo con indistruttibile volontà.


La società allora esistente nel Viet Nam, paese coloniale e semifeudale, era caratterizzata da due contraddizioni fondamentali, l'una tra l'imperialismo e l'intera nazione, l'altra fra la classe dei proprietari fondiari feudali e il popolo, essenzialmente i contadini. Di queste due contraddizioni la prima doveva essere considerata come essenziale. La rivoluzione vietnamita era dunque una rivoluzione nazionale democratica popolare con due obbiettivi fondamentali: l'uno antimperialista, l'altro antifeudale. Il primo di questi due obbiettivi, consistente nel rovesciamento dell'imperialismo e nella liberazione nazionale, si presentava come essenziale. Il nostro Partito, analizzando le due contraddizioni della nostra società, aveva chiaramente definito, fin dal 1930, i due obbiettivi della nostra rivoluzione, conferendole nuovo impulso in profondità e in ampiezza. Ma fu necessario attendere il periodo 1939-41 perché la lotta contro l'imperialismo per la liberazione nazionale fosse concepita come compito fondamentale. Di più, il Partito, partendo da una giusta valutazione dei grandi avvenimenti intervenuti in quel periodo sul piano internazionale ed interno, fece del problema della liberazione nazionale un obbiettivo di prima necessità per l'intero popolo.
Il 6° plenum del Comitato centrale, tenutosi alla fine del 1939, precisava: "La congiuntura ha subito un'evoluzione. L'imperialismo francese si sta assumendo la colpa di una guerra imperialista mondiale. Il dominio che pesa sulle colonie, come l'Indocina, — manifestamente un regime militare fascista —, e il tentativo dei colonialisti di venire a patti con i Giapponesi, hanno posto i popoli dell'Indocina di fronte ad un problema di vita o di morte. Per la loro salvezza, i popoli dell'Indocina non hanno altra via se non la lotta contro gli imperialisti francesi, e contro ogni aggressione straniera, promossa da Bianchi o Gialli, per poter conseguire la liberazione e l'indipendenza."
L'8° plenum allargato dal Comitato Centrale, tenutosi nel 1941, puntualizzò il nuovo orientamento della direzione rivoluzionaria del Partito e definì il concreto programma della rivoluzione di liberazione nazionale : "Nella attuale congiuntura la parola d'ordine del Partito è in primo luogo quella della liberazione ad ogni costo dei popoli indocinesi dal giogo franco-giapponese. Per conseguire questi obbiettivi, è di primaria importanza l'unione di tutte le forze dell'Indocina, di tutti i patrioti di un Fronte unito, e la consacrazione di ogni sforzo alla lotta per il diritto all'indipendenza e alla libertà nazionale, e per la cacciata degli occupanti francesi e giapponesi. Lavoro essenziale del nostro Partito sarà dunque quello di riunire tutte le forze, tutte le classi, tutti i partiti e gruppi rivoluzionari, che, appartenenti a qualsiasi confessione religiosa, e a qualsiasi nazionalità, siano decisi a lottare contro i Giapponesi per la salvezza della Patria."
Il Comitato Centrale definiva d'altro canto una nuova politica del Partito: sospendere provvisoriamente la parola d'ordine della riforma agraria, sostituendola con quella della diminuzione dei tassi d'affittanza e di interesse e della confisca delle terre appartenenti agli imperialisti e ai traditori, da distribuirsi ai contadini; al tempo stesso, fondare il Viet Minh (Lega dell'Indipendenza del Viet Nam) e organizzazioni di salvezza nazionale.

Dal punto di vista del problema della liberazione nazionale su cui aveva posto l'accento, la risoluzione dell'8° plenum doveva rivelarsi una decisione del tutto giusta e lungimirante, pienamente rispondente alla situazione dell'epoca e alle fondamentali e profonde aspirazioni di tutte le classi e di tutti gli strati sociali patriottici. Ecco le ragioni per cui in breve tempo il Fronte Viet Minh riuscì ad organizzare rilevanti forze popolari, divenendo la più potente organizzazione politica rivoluzionaria di massa. Il suo programma riscuoteva calorosa accoglienza in tutti gli ambiti sociali, il suo prestigio si irradiava in tutto il paese. La risoluzione dell'8° plenum fu un programma concreto che svolse un ruolo decisivo nel trionfo della Rivoluzione d'Agosto.
Si impone qui un rilievo complementare: dal punto di vista strategico, in questa epoca la classe dei proprietari fondiari feudali non era considerata chiaramente come un obbiettivo contro cui dovesse dirigersi la rivoluzione; dal punto di vista teorico, l'obbiettivo della liberazione nazionale era dissociato in certa misura dalla rivoluzione democratica borghese ; di fronte ai problemi immediati, si finiva con il sopravvalutare la classe dei proprietari fondiari, e non si valutava in maniera adeguata il ruolo dell'alleanza degli operai e dei contadini, in quanto base del Fronte nazionale unito. Queste carenze dovevano più tardi avere un loro effetto sulla situazione ideologica e sul lavoro del Partito : concretamente, si tradussero, durante i primi anni del potere popolare e della guerra di resistenza, in una certa sottovalutazione dell'obbiettivo antifeudale.


2. L'Insurrezione generale d'Agosto deve il suo successo al fatto che il Comitato Centrale, non solo adottò un nuovo orientamento rispetto all'obiettivo rivoluzionario, ma seppe anche fornire in tempo un nuovo orientamento delle forme di lotta e porre il problema della preparazione dell'insurrezione armata.

Il passaggio dalla lotta politica alla lotta armata richiede una complessa preparazione. Se l'insurrezione è un'arte, un elemento essenziale del contenuto di quest'arte consiste nell'attuare il passaggio a nuove forme di lotta adeguate alla congiuntura politica di ogni periodo, e nel mantenere un corretto rapporto in ogni periodo tra lotta politica e lotta armata. All'inizio l'azione politica costituisce sempre l'elemento essenziale, e la lotta armata permane in secondo piano; progressivamente queste due forme si evolvono, divengono altrettanto importanti, e infine pervengono ad uno stadio in cui la forma armata prende il sopravvento; ma anche allora è necessario sapere individuare il momento in cui la preponderanza della lotta armata è ancora parziale, e quello in cui assume carattere globale. Le forme della lotta presiedono a quelle del lavoro e dell'organizzazione. Nelle condizioni di lotta decisiva ed accanita in cui ci trovavamo, uno scarto tra la direzione della nostra azione e delle organizzazioni — in altri termini una mancanza di fermezza o di prudenza — e una valutazione unilaterale delle condizioni soggettive e del rapporto di forze tra la rivoluzione e la controrivoluzione, avrebbe necessariamente comportato difficoltà e insuccessi. La correttezza della direzione nella preparazione dell'insurrezione armata doveva garantire alle forze rivoluzionarie una possibilità di sviluppo sicuro e adeguato alle circostanze, fino a che le condizioni insurrezionali divenissero mature.
L'8° plenum del Comitato Centrale precisava :

"Per preparare le forze necessarie ad una insurrezione, il nostro Partito deve :
1. Ampliare e consolidare le organizzazioni di salvezza nazionale.
2. Moltiplicare le nostre organizzazioni nei centri urbani, nelle imprese, nelle miniere, nelle concessioni.
3. Moltiplicare le nostre organizzazioni nelle province in cui il movimento è ancora debole, e in quelle abitate da minoranze nazionali.
4. Preparare ed educare i membri del Partito perché siano animati da un ineguagliabile spirito di sacrificio.
5. Educare e preparare i membri del Partito perché siano sufficientemente capaci ed esperti, e in grado di assumere compiti di comando e di far fronte agli avvenimenti.
6. Formare gruppi di guerriglieri e organizzare i militari..."

V. Lenin, trattando il problema dell'insurrezione, metteva in luce che "l'insurrezione deve basarsi sullo slancio rivoluzionario delle masse" e non "su un complotto." Il problema di dover organizzare e di dover fare i preparativi per un'insurrezione non giustifica in alcun modo un'assenza del lavoro a livello del movimento politico delle masse; al contrario: senza un profondo movimento politico delle masse rivoluzionarie non potrebbe esservi insurrezione vittoriosa. Così, per una buona preparazione dell'insurrezione armata, il lavoro fondamentale e di maggior importanza consiste nella propaganda fra le masse, nella loro organizzazione, "nell'ampliamento e nel consolidamento delle organizzazioni di salvezza nazionale." Solo sulla base di solide organizzazioni politiche è possibile edificare solide organizzazioni paramilitari, preparare la formazione di piccoli gruppi di guerriglieri che siano strettamente legati alle masse rivoluzionarie, e per ciò stesso in grado di operare e di svilupparsi.

Durante i primi anni, quando il movimento politico popolare era ancora lungi dall'essere potente e le forze nemiche conservavano una certa stabilità, la preparazione dell'insurrezione armata doveva, per imperiosa necessità, essere imperniata sul lavoro politico tra le masse. Illuminarle e organizzarle in tutto il paese, soprattutto nelle regioni nevralgiche, era un lavoro d'importanza decisiva. Il Comitato Centrale del Partito aveva costituito per tempo, nella regione montuosa del Viet Bac, una base di lotta armata, che aveva i suoi capisaldi nelle regioni di Bac Son-Vu Nhai e di Cao Bang. Date le condizioni di quel periodo, una base di lotta armata doveva essere clandestina e posta in località in cui il movimento rivoluzionario fosse solido e le organizzazioni di massa potenti, in cui l'edificazione delle formazioni di autodifesa e delle organizzazioni politiche d'urto avvenisse sulla base di organizzazioni politiche di massa, per arrivare a gruppi o sezioni armati, interamente o parzialmente sollevati dai compiti produttivi della regione, e anche, secondo le possibilità, a organizzazioni di guerriglia ancora più rilevanti. Le diverse forme di organizzazioni militari clandestine, dai piccoli gruppi di quadri, quelli paramilitari e quelli d'urto, dai gruppi alle sezioni armate locali, facevano a poco a poco la loro apparizione. L'orientamento più adeguato alla situazione era : fare propaganda armata, accordare maggior attenzione all'azione politica che a quella militare, alla propaganda che al combattimento; servirsi di azioni per proteggere, consolidare e sviluppare le basi politiche, e ottenere così un certo consolidamento e sviluppo delle forze armate nelle loro diverse forme. Queste forze dovevano necessariamente manovrare in un segreto assoluto, avere centri di riferimento per la loro azione di propaganda o per l'eliminazione dei traditori, ed applicare, nelle azioni militari, la parola d'ordine "agire di sorpresa, con rapidità, ritirarsi senza lasciare tracce, arrivare senza farsi scorgere," non tralasciando le possibilità di sfruttare la lotta legale di massa. Non veniva ancora posto il problema dell'instaurazione del potere rivoluzionario. In certe regioni la totalità della popolazione aderiva alle organizzazioni di salvezza nazionale, e quindi la sezione comunale del Viet Minh vi godeva automaticamente dell'autorità di un organismo clandestino di potere rivoluzionario. Ma anche in questi casi non cercavamo di rovesciare il potere del nemico, bensì piuttosto di ottenerne in qualche modo l'appoggio e di utilizzarlo. In questo spirito il Comitato Centrale del Partito diresse la linea politica delle organizzazioni di salvezza nazionale a Bac Son-Vu Nhai. In questo spirito il Presidente Ho Chi Minh raccomandò alle organizzazioni armate di Cao Bang-Bac Can il principio della propaganda armata, in particolare quando diede l'ordine di fondere la sezione di propaganda dell'Esercito di liberazione del Viet Nam. L'esperienza ha mostrato che, nella prima fase preparatoria dell'insurrezione armata, ogni debolezza nell'applicazione della linea che abbiamo esposto provocava in generale difficoltà al movimento rivoluzionario, infliggendogli perdite che, pur provvisorie, facevano sentire il loro peso sulla preparazione stessa dell'insurrezione armata.

Il colpo di mano giapponese del 9 marzo 1945 comportò grandi mutamenti. I fascisti francesi furono rovesciati, e così i fascisti giapponesi, divenuti il nemico fondamentale del popolo vietnamita, subirono, ancor prima di avere avuto il tempo di rafforzare il loro dominio sull'Indocina, sconfitte dopo sconfitte su ogni fronte. Il Comitato Centrale del Partito riuscì ad analizzare in tempo e con perspicacia la crisi politica aperta dal colpo di stato dei fascisti giapponesi; diede quindi direttive miranti all'"apertura di un potente movimento di lotta antigiapponese per la salvezza nazionale come premessa all'insurrezione generale," e ad un ulteriore sviluppo dei preparativi, così da "essere pronti a passare all'insurrezione generale quando si fossero verificate adeguate mature condizioni." Cercava anche di promuovere "l'apertura della guerriglia per la conquista di basi operative," l'unificazione di tutte le forze armate, l'organizzazione del potere rivoluzionario, in forma aperta nelle regioni in cui operavano i guerriglieri e in forma clandestina dove le nostre basi di massa si presentavano relativamente forti.
Da Cao Bang-Bac Can a Thai Nguyen-Tuyen Quang, ed in .altre località della regione centrale, le unità dell'Esercito di liberazione e dell'Esercito di salvezza nazionale attaccarono diversi distretti e vi instaurarono il potere rivoluzionario. Le azioni di massa per impadronirsi dei depositi governativi di paddy si moltiplicavano ed assumevano un'ampiezza senza precedenti, mentre i gruppi d'urto del Viet Minh operavano nel cuore stesso delle città. Le organizzazioni di autodifesa, le organizzazioni d'urto, i Comitati popolari e i Comitati di liberazione nascevano dappertutto, piú numerosi ogni giorno. Nella provincia di Quang Ngai fece la sua apparizione il distaccamento di guerriglia di Ba To. Si era in pieno clima preinsurrezionale.

Nell'aprile del 1945, la Conferenza militare del Bac Bo decise la fusione delle forze armate rivoluzionarie in un'unica organizzazione, l'Esercito di liberazione del Viet Nam, la creazione di zone di guerra e l'organizzazione del Comitato militare rivoluzionario per il Nord. Nel giugno dello stesso anno, fu creata la zona libera e in sei province della zona furono applicate le 10 misure del Viet Minh. Il prestigio del Viet Minh conobbe una improvvisa e rapida crescita. L'influenza della zona libera e dell'Esercito di liberazione si estese rapidamente, galvanizzò il popolo e lo spinse ad accelerare i preparativi in vista del momento opportuno. Tutto ciò fece sì che gli strati sociali ancora esitanti si allineassero con la rivoluzione, e gettò sconcerto e divisione nelle file del nemico.
A partire dal maggio del 1945 dunque, la preparazione dell'insurrezione armata entrava praticamente in una nuova fase caratterizzata da un'ondata di lotta antigiapponese in tutto il paese, dall'inizio di una guerriglia su base locale, dalla creazione del potere rivoluzionario nelle diverse regioni, dalla costruzione di una base per la lotta antigiapponese. Il Partito riuscì così a far compiere sotto la sua guida un balzo ad un tempo ardito e sicuro al movimento rivoluzionario.


3. L'Insurrezione d'Agosto deve il suo successo al fatto che il Comitato Centrale del nostro Partito definì con correttezza e lungimiranza le condizioni di possibilità e di riuscita della insurrezione. Ciò consentì una mobilitazione di tutto il Partito e di tutto il popolo, e una ascesa al massimo livello della risoluzione, del coraggio, del dinamismo e delle facoltà creatrici delle masse.

J. Stalin, trattando dell'insurrezione, ha ritenuto di poter considerare la scelta del suo momento come una delle condizioni essenziali del suo successo: "scegliere attentamente il momento in cui portare il colpo decisivo, il momento in cui dare il via all'insurrezione, quando la crisi ha raggiunto il suo punto culminante, quando l'avanguardia è pronta a battersi fino in fondo, quando le forze di riserva sono pronte a sostenere quelle d'avanguardia, e quando il disorientamento nelle file nemiche ha raggiunto il massimo."

L'esperienza che il nostro Partito ha tratto, a prezzo di tanti sacrifici, dalle sollevazioni di Nghe An-Ha Tinh e dall'insurrezione del Nam Ky ha messo in luce la decisiva importanza della scelta del momento opportuno per dare il via ad una insurrezione. Così, fin dal 1941, l'8° plenum del Comitato Centrale si è forzato di definire le condizioni entro cui sarebbe stato per noi possibile guidare il popolo e ottenerne l'insurrezione: "La Rivoluzione Indocinese dovrà necessaria-mente concludersi con una insurrezione armata. Prepararvisi significa operare nell'ambito delle seguenti condizioni :

— Il Fronte di salvezza nazionale è unificato su scala nazionale;
— Il popolo è pronto, nella misura in cui gli è ormai impossibile continuare a vivere sotto il giogo franco-giapponese, ad affrontare l'insurrezione a prezzo di qualunque sacrificio ;
— Le cricche dominanti nell'Indocina sono sulla via di una crisi economica, politica e militare ;
— Le condizioni oggettive sono favorevoli all'insurrezione, ad esempio, la vittoria dei Cinesi sui Giapponesi, la rivoluzione in Francia o in Giappone, la vittoria del campo democratico nel Pacifico, in Unione Sovietica, lo sviluppo del movimento rivoluzionario nelle colonie francesi e giapponesi, e soprattutto l'entrata di truppe cinesi od anglosassoni in Indocina."

Il Consiglio nazionale del Viet Minh individuò chiaramente, nella sua direttiva del maggio 1944, Prepariamo l'insurrezione, il momento opportuno per guidare il popolo alla sollevazione:

"Quando:
1. Il disorientamento e la divisione nelle file nemiche saranno al massimo;
2. I gruppi di salvezza nazionale e i militanti rivoluzionari saranno decisi a levarsi contro il nemico;
3. Le grandi masse popolari avranno calorosamente dimostrato la loro approvazione nei confronti dell'insurrezione e la loro risoluta intenzione di sostenerne l'avanguardia.

A patto di scegliere giudiziosamente il momento in cui dare il via all'insurrezione, la nostra rivoluzione di liberazione nazionale vincerà. Ci è necessaria una continua lungimiranza, la capacità di tastare il polso al movimento e di studiare da vicino il comportamento delle masse; altrettanto indispensabile la capacità di individuare l'andamento della congiuntura mondiale e della situazione in ogni sua fase, per potere cogliere il momento opportuno in cui guidare le masse alla sollevazione."

Dopo che i Giapponesi rovesciarono i Francesi, il Comitato Centrale del Partito, in una storica direttiva datata 12 marzo 1945, espresse con grande perspicacia la valutazione secondo cui, pur nel riconoscimento che nella situazione erano intervenute nuove favorevoli condizioni, "le condizioni insurrezionali non erano ancora mature," precisando d'altra parte che sarebbe stato estremamente favorevole all'insurrezione il momento in cui le forze giapponesi avrebbero indebolito le loro retrovie per concentrarsi e fronteggiare lo sbarco alleato. La direttiva aggiungeva :

"D'altro canto, se una rivoluzione in Giappone consentisse l'instaurazione del potere rivoluzionario del popolo giapponese, o se i fascisti giapponesi subissero una disfatta simile a quella della Francia nel 1940, e il Corpo di spedizione giapponese ne subisse quindi le demoralizzanti conseguenze, la nostra insurrezione generale potrebbe comunque aver luogo, e conseguire la vittoria, anche in assenza di uno sbarco alleato."

Il movimento rivoluzionario saliva come un maremoto. La situazione mondiale si evolveva rapidamente. L'8 agosto 1945 l'Armata Rossa Sovietica attaccò il Nord-Est della Cina, e la più forte armata giapponese si sbriciolò in pochi giorni: in condizioni quanto mai critiche i fascisti giapponesi si prepararono a capitolare senza condizioni. Ciò nel momento in cui la Conferenza nazionale del Partito decideva, nelle sue assise di Tana Trao, congiuntamente col Comitato nazionale del Viet Minh, di lanciare l'ordine dell'insurrezione generale per l'instaurazione del potere popolare in tutto il paese: fu formato un Comitato nazionale dei rappresentanti del popolo a Tan Trao che elesse, nelle sue prime sedute, il Comitato di liberazione del popolo vietnamita; vale a dire il Governo provvisorio posto sotto la direzione del Presidente Ho Chi Minh.

Fu allora che pervenne la notizia della resa giapponese. In numerose località organizzazioni di Partito e del Viet Minh, che avevano intimamente aderito alle direttive del Comitato Centrale, organizzarono le masse popolari senza aspettare l'ordine di insurrezione che si faceva attendere e, cogliendo il momento di piena crisi delle truppe giapponesi, di profondo disorientamento dei collaborazionisti e di progressiva demoralizzazione delle milizie, le guidarono nel momento giusto alla sollevazione per la conquista del potere. L'11 agosto, sollevazione popolare a Ha Tinh; il 12 agosto, emanazione dell'ordine di insurrezione nella zona libera, attacco di numerose postazioni nemiche da parte dell'Esercito di liberazione, e, alcuni giorni piú tardi, marcia su Thai Nguyen che viene liberata; il 13 agosto, sollevazione a Quang Ngai. Il 19 agosto, folgorante trionfo dell'insurrezione a Hanoi, la capitale, seguito dalle insurrezioni vittoriose di Hue del 23 agosto e di Saigon del 25 agosto. Il 29 agosto, il primo reggimento dell'Esercito di liberazione del Viet Nam fa il suo ingresso ad Hanoi. In tutto il paese, nelle campagne e nelle città, decine di milioni di uomini si levano in un solo slancio per strappare il potere dalle mani dei fascisti giapponesi e dei fantocci al loro servizio, e spezzano il giogo imperialista e feudale. D'altro canto l'appoggio delle potenti forze politiche popolari, a loro volta aiutate dalle forze armate nelle loro diverse forme, e la neutralizzazione delle truppe giapponesi ormai in rotta, consentirono di ridurre al minimo gli spargimenti di sangue e di conseguire un rapido successo tanto al Nord quanto al Sud. Di fronte all'ondata popolare, il re Bao Dai abdica, il governo Tran Trong Kim crolla. Il 2 settembre, il governo provvitsorio si presenta alla nazione e, sull'ormai storica piazza Ba Dinh, il Presidente Ho Chi Minh legge la Dichiarazione d'Indipendenza. Nasce la Repubblica democratica del Viet Nam, nel Sud-Est Asiatico si verifica un evento di grande portata storica.

Il nostro Partito, mediante una scelta giudiziosa del momento opportuno, portò alla vittoria l'Insurrezione generale d'Agosto, che, verificatasi prima, si sarebbe scontrata con numerose difficoltà, e, dopo, avrebbe corso il grave pericolo di trovarsi di fronte, già sul nascere, alle truppe di Chiang Kaitshek e alle forze britanniche. Il nostro Partito dunque guidò il popolo nella sollevazione e nella conquista del potere proprio nel momento che intercorse tra la capitolazione dei Giapponesi e l'ingresso delle truppe alleate in Indocina. La scelta del momento fu la ragione stessa del prestigioso successo dell'Insurrezione generale d'Agosto.
Le lezioni ricavate da questi avvenimenti costituiscono ad un tempo la testimonianza dei meriti fondamentali da ascriversi alla direzione del nostro Partito e le cause soggettive che portarono l'Insurrezione generale d'Agosto alla vittoria. Evidentemente questa insurrezione deve il suo successo anche a cause oggettive di estrema importanza. Intendiamo parlare della congiuntura determinata dalla grande vittoria dell'Armata Rossa Sovietica e delle forze alleate sul fascismo nippo-italo-germanico, situazione particolarmente favorevole alla causa della liberazione nazionale dei popoli oppressi di tutto il mondo. Nel nostro paese, durante le giornate dell'Insurrezione d'Agosto le forze controrivoluzionarie erano in piena crisi. Dopo l'occupazione nazista della Francia, la potenza e l'autorità dei colonialisti francesi si erano visibilmente indebolite nel Viet Nam. In seguito, le violente contraddizioni che si erano manifestate tra i conquistatori avevano determinato il crollo del potere coloniale da lungo tempo instaurato nel nostro paese e la disgregazione del potere feudale postosi al suo servizio. Quanto ai fascisti giapponesi che, a partire dal 9 marzo, divennero il nostro nemico principale, si trovavano già in situazione più che precaria in seguito ad una serie di sconfitte, ed il loro governo fantoccio, senza solide basi, non aveva la forza necessaria per far fronte ad un movimento rivoluzionario ogni giorno più potente. Dopo la grande vittoria dell'Armata Rossa Sovietica e la capitolazione dei fascisti giapponesi, le truppe giapponesi di stanza in Indocina vennero a trovarsi al colmo del disorienta-mento e il loro sogno di dominio si dissipò come fumo. In questa situazione, le masse rivoluzionarie riuscirono a neutralizzare le truppe d'occupazione giapponesi, e quindi l'insurrezione generale non si scontrò con una resistenza accanita e poté ottenere rapidamente il trionfo. Il fattore obbiettivo ora messo in luce prova, nella sua estrema importanza, che le forze del socialismo, le forze della democrazia e della pace, e in particolare i grandi successi dell'Armata Rossa Sotvietica, agirono profondamente sulla nostra rivoluzione e la aiutarono in modo massiccio, così come provano che la rivoluzione vietnamita è parte integrante della rivoluzione socialista mondiale e che la nostra è l'epoca dei grandi successi della rivoluzione socialista e della rivoluzione di liberazione nazionale, ovvero l'etpoca dell'indebolimento e della disgregazione dell'imperialismo colonialista. Riconoscere tuttavia la grande importanza di questo fattore non può significare in alcun modo il misconoscimento delle grandi qualità della azione direttiva corretta e lungimirante del nostro Partito, né della sua portata per il successo dell'Insurrezione generale d'Agosto. Per potere valutare adeguatamente il ruolo decisivo di questa corretta direzione, è sufficiente paragonare la situazione del Viet Nam con quella di altri paesi del Sud-Est Asiatico in cui, nello stesso periodo, nonostante il vantaggio delle stesse condizioni oggettive, la rivoluzione, lungi dall'ottenere il trionfo, si scontrò con gravi difficoltà.

E invero l'Insurrezione generale d'Agosto ha costituito per il nostro popolo ed il nostro Partito un brillante successo. È stata la sollevazione vittoriosa del popolo di un paese coloniale e semifeudale che, sotto la direzione del Partito Comunista, ha sostenuto una lunga lotta politica, per passare in seguito ad una lotta armata su scala locale durante il periodo preinsurrezionale, e che, scegliendo infine il momento opportuno, costituito dalla crisi di eccezionale profondità verificatasi nelle file nemiche, ha saputo, basandosi principalmente sulle forze politiche delle masse, sostenute da forze rivoluzionarie armate di vario tipo, guidare valorosamente l'insurrezione nelle città e nelle campagne, spezzare il dominio degli imperialisti e dei feudali, ed instaurare il potere democratico popolare. Il successo dell'Insurrezione generale d'Agosto mostra che in con-dizioni storiche date, il movimento di liberazione nazionale dei popoli oppressi può conseguire, mediante la via insurrezionale, il successo.

Poiché inoltre è stata anche la prima volta che il popolo di un paese coloniale piccolo e debole si è levato eroicamente, sotto la direzione del Partito Comunista, per liberarsi dal giogo degli imperialisti e dei loro agenti, il popolo vietnamita ha dato, con l'Insurrezione generale d'Agosto, un contributo di primo piano a livello mondiale al movimento di liberazione nazionale che, dopo la seconda grande guerra, non ha cessato di montare come un maremoto annunciando la prossima e totale disgregazione dell'imperialismo.