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Per l'Internazionale comunista


 

 

(L'Ordine Nuovo 26 luglio 1919, anno 1 n. 11).

Alla manifestazione proletaria, del 20-21 luglio, di solidarietà con le Repubbliche soviettiste di Russia e Ungheria sono venuti meno, all'ultima ora, gli uomini che dirigono la Confederazione Generale del Lavoro di Francia e gli uomini che dirigevano il sindacato dei ferrovieri italiani. Dobbiamo proporci e tentare di risolvere questo problema: come è stato possibile che i dirigenti del proletariato organizzato di Francia e dei ferrovieri d'Italia, responsabili dinanzi alle masse di un impegno liberamente contratto, abbiano commesso un sì grave atto di fellonia e di slealtà. È stata solo colpa di uomini? È prevedibile che, eliminando dalle cariche direttive determinati individui, simili fatti non si ripeteranno? O esistono condizioni reali obbiettive che hanno favorito e reso possibile la fellonia e la slealtà e ancora possono favorirle e renderle possibili?

Posto in questi termini il problema diventa il fondamentale problema della rivoluzione proletaria.

Lo Stato dei Soviet si è lentamente costituito in Russia (dal marzo al novembre 1917) come reazione degli operai dell'industria e dei contadini poveri, come reazione della massa gregaria alle gerarchie sociali generate dal suffragio universale e dal carrierismo burocratico. Questo intimo bisogno della vita proletaria era nato durante la guerra e aveva creato organi elementari ed empirici di autogoverno. Il regime democratico di Kerenski permise ai comunisti bolscevichi di svolgere tutta una fitta e sistematica opera di propaganda attraverso la quale gli operai e i contadini andarono a mano a mano acquistando una esatta e lucida consapevolezza dell'importanza delle nuove istituzioni. Queste si svilupparono, si incorporarono nuove e più importanti funzioni amministrative e infine, diventate organi costituzionali dello Stato proletario, realizzarono l'autonomia sovrana del lavoro nella produzione e nella distribuzione dei beni materiali e in tutti i rapporti, interni ed esteri, dello Stato.

Nei paesi dell'Europa occidentale un tale processo di sviluppo del movimento socialista e proletario non è ancora neppure iniziato in Francia, è appena iniziato in Italia, è già promettente in Inghilterra. In questi paesi il proletariato è però ancora essenzialmente organizzato su un tipo parlamentare o burocratico, non sul tipo soviettista. I fermenti rivoluzionari vi operano potentemente, ma la spinta rivoluzionaria non si incanala in forme adeguate al raggiungimento dei fini. La buona volontà degli individui può riuscire a determinare affermazioni rivoluzionarie come lo sciopero del 20-21 degli operai e contadini italiani aderenti al Partito socialista e alla Confederazione; ma allo stesso modo la cattiva volontà può infrenare l'entusiasmo e sabotare la rivoluzione. Una tale condizione di fatto non può assolutamente persistere senza che da essa si ingenerino lutti dolorosi e disordine.

Aderire all'Internazionale comunista ha un significato assolutamente diverso da quello che hanno avuto le adesioni alla I e alla II Internazionale. Aderire alla Internazionale comunista significa aderire alla concezione dello Stato soviettista e ripudiare ogni residuo della ideologia democratica, anche nel seno della attuale organizzazione del movimento socialista e proletario. L'Internazionale comunista è già una realtà effettiva della Repubblica di Russia e di Ungheria. L'esistenza dei due Stati proletari impone all'azione degli operai e contadini dell'Europa occidentale un senso determinato: bisogna impedire che i governi borghesi strangolino le Repubbliche soviettiste. Perciò è necessario operare nell'interno della vita produttiva capitalistica, controllarla e immobilizzarla in quanto la sua attività è rivolta contro la Russia e l'Ungheria.

Un'azione di questo genere non può essere condotta dal Partito socialista e dalle federazioni di mestiere: può essere permanentemente esercitata solo dagli operai e contadini stessi, nell'interno delle fabbriche, delle stazioni ferroviarie, nelle miniere, nei porti, nei piroscafi, nelle aziende agricole. Per esercitare questa azione è necessario sviluppare le funzioni e sistemare nazionalmente e internazionalmente gli organismi proletari che sono sorti durante la guerra, bisogna organizzare l'Antistato.

Aderire all'Internazionale comunista significa dunque ingranare le proprie istituzioni con gli Stati proletari di Russia e di Ungheria. L'Internazionale comunista non è un ufficio burocratico di leaders della massa: è una coscienza storica della massa, obbiettivata in un vasto e complesso movimento d'insieme del proletariato internazionale.

Dev'essere dunque una rete di istituzioni proletarie che dal loro seno stesso esprimono una gerarchia complessa e ben articolata, in modo che sia capace di svolgere tutte le funzioni inerenti alla lotta di classe così come oggi si profila nazionalmente e internazionalmente. Queste istituzioni devono essere omogenee tra di loro nell'Europa occidentale e omogenee con gli organi statali delle Repubbliche comuniste di Russia e di Ungheria.

Durante la guerra, per le necessità della lotta contro la Germania imperiale, gli Stati dell'Intesa avevano costituito una coalizione reazionaria fortemente accentrata per le funzioni economiche a Londra e per la coreografia demagogica a Parigi. L'immenso apparato amministrativo e politico, allora creato, continua a sussistere: si è rafforzato, si è perfezionato, è lo strumento efficace della egemonia inglese nel mondo. Prostrata la Germania imperiale e incorporato il Reich socialdemocratico nel sistema economico-politico mondiale controllato dal capitalismo anglosassone, il capitalismo realizzò la sua unità e rivolse tutte le sue forze per abbattere le Repubbliche comuniste.

A questa formazione complessa e massiccia del capitalismo è necessario contrapporre un'altrettanto massiccia organizzazione del proletariato internazionale, interessato a impedire che la Russia e l'Ungheria vengano schiacciate. L'arma più potente che la coalizione capitalista rivolge contro i due Stati proletari è il blocco economico, la serrata affamatrice. I popoli di Russia e di Ungheria si trovano nelle stesse condizioni di una massa operaia che ha scioperato e alla quale gli imprenditori contrappongono la serrata per costringerla alla resa a discrezione. Ma la solidarietà per i "serrati" non può manifestarsi nelle solite forme che essa assume negli episodi consimili della ordinaria lotta di classe: deve essere solidarietà rivoluzionaria espressa con una attività permanente di controllo sulla produzione e gli scambi. Deve tendere a limitare (per quindi annullare) il potere del capitalista sullo strumento di produzione e di scambio; deve tendere a proibire la fabbricazione di determinati prodotti, a proibire l'esportazione di determinati prodotti, a proibire l'esportazione delle armi e munizioni immagazzinate dopo l'armistizio e a imporre che siano ripresi i traffici colla Russia e l'Ungheria. È tutta un'azione fitta e sistematica che deve essere esercitata dagli operai e contadini dell'Intesa con organi adeguati che non possono essere né i partiti socialisti né le federazioni di mestiere.

Queste istituzioni continueranno la loro missione educatrice e coordinatrice delle molteplici attività della vita proletaria, ma ormai non possono più bastare a disciplinare e a condurre tutto il movimento in tutte le sue funzioni. La loro adesione alla Internazionale comunista non avrebbe senso alcuno nella storia se non significa adesione di tutta la massa proletaria consapevole della sua missione come totalità, e organizzata in modo da essere in condizione di poterla attuare. Questo deve essere il compito immediato della frazione comunista del Partito socialista italiano: promuovere lo sviluppo delle istituzioni proletarie di fabbrica dove esse già esistono e farle nascere dove ancora non sono sorte. Coordinarle localmente e nazionalmente. Mettersi a contatto con le istituzioni simili d'Inghilterra e di Francia e dal basso, dall'intimo della vita industriale, dalle scaturigini capillari del profitto capitalista, per proteggere e moltiplicare il quale sono organizzate tutte le funzioni dello Stato democratico parlamentare, far pullulare le forze comuniste che, oltre ogni buona o cattiva volontà di leaders, difendano le Repubbliche in un primo momento e realizzino la Internazionale delle Repubbliche comuniste in momenti successivi del processo generale di consapevolezza e di potenza rivoluzionaria.