Biblioteca Multimediale Marxista


DICHIARAZIONE DAL CARCERE
DI NOVARA


 


I tempi sono maturi per prendere la parola. La decisione scaturisce dal desiderio di non essere associato, mio malgrado, ad un gruppuscolo di brigatisti d'accatto che con infaticabile solerzia lavorano a sbarazzarsi di un impianto strategico e di un complesso di tesi che sono il tratto tipico dell'identità strategica e politica delle BR-PCC: un patrimonio di insegnamenti rivoluzionari verificati e maturali attraverso 20 lunghi anni di scontro rivoluzionario.
Ma soprattutto esco dal silenzio per denunciare un tentativo di coinvolgermi indebitamente in una presunta gestione collegiale del processo a coloro che rispondono alla sbarra dell'operazione alla base USA di Aviano.
Non c'è stata alcuna discussione e decisione presa in comune poiché non mi sono riconosciuto e continuo a non riconoscermi, né nei contenuti politici né nei criteri che hanno sostanziato tale iniziativa.
Mentire per un rivoluzionario è un comportamento inqualificabile, mentre è degno del più volgare politicante borghese! Tuttavia non è mai stato patrimonio delle BR nascondersi dietro le menzogne c i sotterfugi: per questa ragione è intollerabile: per questa ragione mi sento in dovere di denunciarlo. Se per gestire un'iniziativa bisogna ricorrere a degli espedienti così meschini e farfugliare pietosamente che la gestione processuale è stata concordata con quelli con cui si è rinchiusi assieme, si è veramente alla deriva.
Un atteggiamento simile può solo confermare tutti i dubbi e le perplessità sulla credibilità e onestà politica dell'intera operazione, ma soprattutto lascia aperti tutti gli interrogativi sull'onestà individuale di chi se la gestisce in questo modo.
Ben sanno i firmatari della rivendicazione al processo di Udine con quale fermezza mi sono rifiutato di tenere bordone a tesi politiche che sono oggettivamente un proditorio attacco all'impianto strategico e alla linea politica delle BR-PCC.
L'operazione Aviano si è qualificata come un tentativo maldestro e velleitario di spacciare logiche opportuniste e gruppettare come la "nuova variante delle BR-PCC. Logiche politiche dai contenuti fortemente astorici che retrocedono le caratteristiche del sistema imperialista a forme e contenuto pre-prima guerra mondiale.
Ciarpame ideologico. patrimonio di certi intellettuali neo-marxisti a cui si tenta di offrire un approdo rivoluzionario.
Un'analisi politica della situazione internazionale che ha la presunzione di introdurre delle novità ma che raggiunge il misero risultato di riportare l'imperialismo alla situazione precedente. alla fase in cui la situazione si contraddistingueva per la coincidenza tra gruppi monopolistici nazionali e rispettivi apparati statali ed a cui si accompagnavano conseguenti rivalità tra sistemi economici nazionali.
Se non fosse che questa "fesseria" sul piano dell'analisi del sistema imperialista e delle torme che assume non finisse per gravare sulle stesse ragioni di fondo all’origine della guerriglia nelle metropoli. in quanto adeguamento della politica rivoluzionaria al grado di sviluppo integrato dell'imperialismo e al conseguente mutamento delle forme di dominio della Bl. non ci resterebbe che ridere di loro e dei loro vacui discorsi.
Purtroppo le implicazioni di questo genere di posizioni politiche incrinano in misura considerevole i fondamenti maturati dall'attività rivoluzionaria delle BR. ma soprattutto il valore degli insegnamenti rivoluzionari tratti in questi duri e lunghi anni di lotta rivoluzionaria in Ritirata Strategica. Un atteggiamento politico pretenzioso quanto esiziale. che persegue la finalità di spacciare per nuove analisi e concezioni politiche che appartengono ad una realtà storicamente superata. che rimette in onore vecchie visioni rivoluzionarie di tipo evoluzionistico. che al confronto con la prassi e la teoria maturata dalle BR-PCC nel vivo dello scontro mostrano in sé una configurazione soggettivista e gruppista.
Visioni politiche da sempre rifiutate dalla BR che nascono dalla profonda sfiducia nelle capacità rivoluzionarie del proletariato e da un' idea erronea che attribuisce "ad un nucleo di samurai" la funzione ed i compiti della lotta armata. E altrettanto soggettiviste e gruppettare perché si esprimono chiaramente nello svilimento della contraddizione principale Classe/Stato e nel suo appiattimento sulla tematica antimperialista che è ridotta ad una visione tipicamente movimentista: dove la proposta di Fronte Antimperialista dalla concretezza della politica di alleanze, estensibile a tutte le forze rivoluzionarie che combattono I'imperialismo in quest'area geopolitica (Europea-Mediterranea-Mediorientale) passa ad una non meglio precisata pratica rivoluzionaria dall'indirizzo antimperialista e internazionalista di vago contenuto solidaristico. Un approccio che invalida l'attualizzazione operata in anni di prassi internazionalista e antimperialista delle BR dell'internazionalismo proletario in una strategia politica adeguata alle condizioni dello scontro nella metropoli imperialista e il contributo dato alla costruzione e consolida-mento del FCA quale termine adeguato ad impattare le politiche centrali dell'imperialismo nell'area.
Dall'impianto analitico assunto come guida all'azione emerge con estrema chiarezza che uno degli intenti principali è quello di sbarazzarsi di uno degli assi di programma. qual è la concezione di attacco al cuore dello Stato che va intesi) nel giusto criterio affermatosi nella pratica come capacità di riferirsi alla centralità. selezione e calibramento dell'attacco e che invece vengono negati del tutto per un'impostazione “strategica" dall'indirizzo antimperialista e internazionalista del processo rivoluzionario entro cui collocarci lo sviluppo stesso della lotta armata per la conquista del potere politico da parte del proletariato. Per le BR-PCC è esattamente vero il contrario! La rivoluzione proletaria ha necessariamente un carattere internazionalista, vale a dire che il dovere principale di ogni rivoluzionario è di "fare la rivoluzione nel proprio paese contando sulle proprie forze'". Ma è altrettanto vero che la condizione per poter fare una rivoluzione è legata allo stato dei rapporti di forza maturati nello scontro tra imperialismo/antimperialismo. dato l'attuale grado di integrazione della catena imperialista e i conseguenti livelli di coesione politico-militare. Quindi per sviluppare il processo rivoluzionario nel proprio paese non si può non prescindere dall'indebolire e ridimensionare I'imperialismo nell'area geopolitica "Europa Occ.-Mediterranea-Mediorientale". La necessità del Fronte vive nella prassi offensiva che tende alla disarticolazione delle politiche dominanti dell'imperialismo per determinare condizioni di instabilità politica nell'area funzionali al procedere del processo rivoluzionario dei singoli Stati. Insomma per le BR I'attività antimperialista non ha mai significato sostituire l'intera prassi rivoluzionaria all'interno del paese e non si è mai inteso disperdere l'attività del FCA in un attacco generico all'imperialismo. ma le BR hanno sempre svolto la politica frontista nell'individuazione dei nodi centrali, sia quando essi si esplicano nel cuore del sistema, sia quando essi sono volti a "normalizzare" l'area mediterraneo-mediorientale, sia quando essi si .coordinano per stabilire politiche controrivoluzionarie nei confronti della guerriglia e del FCA.
La centralità dell'attacco allo Stato costituisce ora più che mai per le BR uno dei principali assi programmatici attorno a cui si costruisce l'organizzazione di classe sulla lotta armata, ed essa si dà attraverso l'applicazione rigorosa dei criteri cardine di centralità. selezione e calibramento. Questi criteri risultano essere elementi determinanti perché su di essi verte l'individuazione della contraddizione ovo vero il progetto politico dominante della borghesia. Si dà efficacemente disarticolazione e se ne ha il massimo profitto politico, proprio incentrando l'attacco su tali criteri che sono sempre validi in ogni fase e in ogni congiuntura. Solo a partire da questa base, l'attacco al cuore dello Stato ha la capacità di incidere nello scontro. Solo la puntuale applicazione di questi criteri permette all'attività dell'avanguardia rivoluzionaria di concretizzarsi come agire da partito e di materializzarsi nel processo di costruzione-fabbricazione del PCC, in rapporto allo sviluppo della guerra di classe di lunga durata in tutte le sue determinazioni. Cosicché la complessità del processo di costruzione-fabbricazione del PCC non può avvenire da un confronto aprioristico su un generico processo di lotta armata. disgiunto e separato dal compito prioritario di costruire le condizioni politico-militari atte a sostenere lo scontro sul terreno della lotta armata. Cade in quella separazione tra agire da supposta avanguardia e la classe. Un atteggiamento più volte bollato come erroneo e dannoso perché abbandona quello che è il referente politico al quale l'attività rivoluzionaria delle BR si è sempre rivolta, ovvero il proletariato metropolitano a dominanza operaia. Proseguendo in tali ragionamenti neanche una pietra resta in piedi del "vecchio impianto" e così si finisce anche per non riconoscere I' importanza della periodizzazione del processo rivoluzionario. invalidando anche gli obiettivi e i compiti riconosciuti in questa fase che si dipanano lungo la direttrice della necessità di attrezzare il campo proletario allo scontro prolungato contro lo Stato al fine di sviluppare la guerra di classe di lunga durata, compito che peraltro si pone nell'attuale fase di scontro come prioritario e ruota giocoforza intorno ai cardini della fase di ricostruzione così come delineata dalle BR-PCC fuori dal movimentismo e dal combattentismo fine a se stesso.
Per queste ragioni i contenuti e i fini preposti dall'operazione di Aviano sono un tentativo opportunista e. avventurista che si pone al di fuori del quadro di problematiche e di compiti odierni di riorganizzazione e consolidamento delle avanguardie rivoluzionarie per il rilancio dell'iniziativa suI terreno della lotta armata.
E' lo scontro ad essersi incaricato di dimostrare l'inadeguatezza di simili logiche politiche esaltandone la natura opportunista e avventurista stante il livello di approfondimento raggiunto dal rapporto
rivoluzione/controrivoluzione.
Logiche che si sono qualificate per la loro natura opportunista perché si sono attestate su un livello possibile a partire dalle proprie condizioni, piuttosto che su quello che è necessario fatte per modificare i rapporti di forza attuali tra campo proletario e Stato; inoltre avventuriste perché hanno affrontato il compito di sostenere lo scontro con la borghesia armata senza un adeguato strumento.
È sempre lo scontro a dimostrare che non si può evitare furbescamente che chiunque si misuri sul terreno rivoluzionario non lo faccia dentro il modulo politico-organizzativo secondo cui sono strutturate le BR. I criteri di clandestinità e compartimentazione costituiscono i tratti caratteristici sempre validi, quindi strategici, affinché ogni forza rivoluzionaria e la guerriglia nel suo complesso possano agire in tutta la loro portata rivoluzionaria in queste condizioni storiche dello scontro fra le classi.
Per le BR tutto questo complesso arco di criteri, principi, modi di esprimere prassi rivoluzionaria sono lo stile di lavoro che. in questi anni di esperienza rivoluzionaria. si è ben stagliato negli atti politici e materiali che ne hanno contraddistinto l'attività, Io spirito di militanza d'organizzazione.
Uno stile di lavoro che ha tratto la sua caratterizzazione dalla natura proletaria delle BR e dagli insegnamenti generalizzabili su questo terreno del movimento comunista rivoluzionario internazionale.
La riorganizzazione dell'avanguardia rivoluzionaria per misurarsi adeguata-mente con il livello di scontro odierno, è condizionata a riferirsi agli avanzamenti prodotti nel corso del la guerra di classe dai quali non si può sottrarre. per rilanciare lo sconto m avanti. Sono le leggi dello scontro a non consentire che il rilancio del processo rivoluzionario possa ripartire da zero, nonché a dimostrare l'impraticabilità di forme già date in fusi precedenti dello scontro. anche a fronte dei profondi ripiegamenti delle posizioni rivoluzionarie.
Come militante delle BR-PCC in prigionia mi associo e controfirmo la rettifica fatta da un gruppo di militanti prigionieri il 5/6/94 condividendone interamente le ragioni. le critiche e contenuti politici.
Il militante delle Brigate Rosse
per la costruzione del
Partito Comunista Combattente
La Maestra Franco
Novara, 8/8/94