Biblioteca Multimediale Marxista


Materiale sequestrato a un colloquio


010387
PROCURA REPUBBLICA LATINA SEGRETERIA
19. G I U. 2000

QUESTURA DI LATINA
Divisione Investigazioni Generali Operazioni Speciali

Cat. E. 2/2000,Digos (13) Latina i 17.06.2000

OGGETTO: Cherubini Tiziana. nata a Perugia il 24.03.60. detenuta nella casa circondariale di Latina - Sez. massima sicurezza.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
(c./a del Procuratore Capo dott. GAGLIARDI)
=LATINA=


In ottemperanza a quanto disposto con delega della S.V. si riporta l’analisi della documentazione sequestrata dal personale della Polizia Penitenziaria in data 13 u.s.. alla nota terrorista CHERUBINI Tiziana effettuata dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione:

La documentazione rinvenuta. verosimilmente. attinente ad un dibattito interno al "carcerario" riporta il contributo di riflessione della CHERUBINI sull'organizzazione.

L'omicidio D'ANTONA ha costituito indubbiamente il punto di rilancio di un percorso rivoluzionario ormai desueto. risvegliando. negli stessi militanti BR Pcc detenuti, e peraltro irriducibili come la Cherubini. pulsioni di rinnovato attivismo.

Già nel giugno dello scorso anno la Cherubini ha firmato. insieme ad altri militanti un documento di condivisione dell'Azione D'Antona" ed apologetico dell'attività delle BR Pcc. poi pubblicato sulla rivista d'area -Il Bollettino". organo dell'Associazione Solidarietà Proletaria.

Ed è proprio partendo dall'omicidio D'Antona che l'analisi espressa nei manoscritti argomenta_ talvolta con considerazioni esposte in maniera contorta. Sul ruolo delle "avanguardie combattenti” sull'agire da Partito e sulla fase della ricostruzione delle B.R.

In definitiva viene indicata la strategia da attuare in futuro per l'iniziativa di avanzamento del processo rivoluzionario che per avere successo non può non tener conto del processo evolutivo maturato dalle N.C.C. alle BR Pcc per poi calibrare l'adeguamento alla realtà sociale in cui andrà ad operare.

In chiusura dei manoscritti la Cherubini dà istruzioni all’ignoto destinatario sulle modalità da seguire per comunicare clandestinamente superando i controlli del personale carcerario a riprova dell’attualità dei contatti tra detenuti irriducibili ristretti in carcere diverse e verosimilmente tra i medesimi ed ambienti estremisti. vicini alla lotta armata

Si allegano altresì le trascrizioni relative ai sei fogli manoscritti e I relativi ingrandimenti. ottenuti a mezzo scanner.

IL DIRIGENTE DELLA DIGOS



Pagina 1

Se il problema. come anche da noi individuato è quello di stabilire il giusto criterio di relazione con l'organizzazione oggi BR, questo va fatto nella massima chiarezza verso una disposizione adeguata a rappresentare (e non farne una rappresentazione) il dato di continuità/avanzamento complessivo posto in essere da questi compagni in tutti i suoi termini, le sue implicazioni, in particolare rispetto ai nodi politici che il lavoro di ricostruzione oggi focalizza nel suo calibramento alle condizioni odierne sia nel rapporto di scontro che sul terreno rivoluzionario e che definisce la peculiarità dell'attuale fase rivoluzionaria. Abbiamo detto che il giusto piano di relazione poteva darsi solo dentro un “criterio di militanza”, sottostava a questa affermazione non un senso generico o formale. ma unico in grado, a partire dall'identità politica che rappresentiamo, di rapportarsi all'ordine dei problemi che lo sviluppo di questa fase rivoluzionaria ci pone di fronte, e di saper leggere nella sua complessità il lavoro d’O. di queste avanguardie. In questo senso all’atto della stesura del comunicato una serie di problemi erano ben presenti nella testa dei compagni qui, e ciò anche grazie alle risultanze politiche dei “sostegni" e della vicenda di Aviano, nonché nel confronto immediato e concreto di come si sviluppano lungo quali binari e approcci le altre prese di posizione dei vari prigionieri. Tre in realtà le questioni interne all’atto politico del comunicato: A) Collocare il salto dialettico di queste avanguardie nel processo che ha scadenzato questi dieci anni. B) Riferirsi immediatamente alle risultanze pol. che sul piano di scontro generale fra le classi e sul terreno rivoluzionario comportava nei suoi diversi aspetti l'agire d’O. e inquadrare C) le implicazioni, l'ordine delle problematiche che sul terreno della Ricostruzione definivano il rapporto fra iniziativa e processo di ricostruzione nella sua ricollocazione, calibramento e obiettivi. Questi i tre aspetti che hanno costituito il nostro schema di pensiero nello stilare il comunicato: A) Collocare questo salto dialettico ha significato rendere conto degli elementi soggettivi e oggettivi che ne hanno definito il percorso. Da un lato la controrivoluzione, i colpi dell'88-89 con le loro conseguenze, dall'altro il processo di riadeguamento dell'O. come BASE per i processi di riaggregazione dell'Avanguardia combattente e base della qualità soggettiva dell'agire dell'avanguardia stessa. Dentro questo quadro anche il riferimento ai NCC non ha nulla di formale o teso solo a focalizzare il riconoscimento di una origine, né ha nulla di meccanico (dai NCC alle BR), ma attiene ai salti di qualità che le stesse problematiche indotte dalla complessificazione dello scontro hanno posto all'Avanguardia rivoluzionaria con i suoi passaggi da assolvere sul terreno della Ricostruzione non aggirabili volontaristicamente, ma che trovava in tutto il patrimonio d’O in generale e del riadeguamento, in particolare, il suo riferimento a base di risoluzione. B) Nello stesso momento il nostro atto politico implicava una disposizione capace di relazionarsi all'iniziativa di questi compagni nelle sue implicazioni sul terreno di scontro e sul piano rivoluzionario. Ovvero cercare di focalizzare il più adeguatamente possibile nei suoi termini e significati politici le questioni poste dall'iniziativa dei compagni e dal loro lavoro complessivo. In questo senso il discorso sulla "valenza politica” ha poco a che spartire con letture improntate a qualificarne i caratteri come prodotto deterministico della valenza dell'impianto strategico. Al contrario si fonda su una base di ragionamento che tende a cogliere le implicazioni che l'iniziativa produce sui diversi piani dello scontro. entro cui si materializza il percorso di questi dieci anni e al contempo ne qualifica il nodo della Direzione Rivoluzionaria e i processi della ricostruzione delle forze a cui il rilancio dell'iniziativa è inerente. Su un altro piano, anche se non slegato, va colto il significato del "rilancio” a partire dalla contraddizione dominante classe/Stato come base prioritaria nella costruzione delle condizioni della guerra di classe. Se si tiene in conto l'elaborazione dei compagni, questa attenzione nel continuo ricentramento di una serie di concezioni generali e particolari rispetto ai termini della guerra di classe, trova anche una sua specifica MOTIVAZIONE nel quadro stesso del terreno rivoluzionario: la rimessa al centro delle discriminanti teorico-strategiche politiche e di programma, criteri d'analisi, la questione dello Stato lungamente argomentata i criteri generali e particolari del lavoro d'O. e della Ricostruzione, ecc, ecc, si definisce come necessità funzionale alle problematiche presenti sul terreno della Ricostruzione stessa e nel panorama rivoluzionario con obiettivo politico di inquadrare i termini di lavoro politico misurandosi con i nodi politici e fare da discrimine verso le posizioni arretrate sia sul piano teorico-strategico, che politico-concreto. Ovvero in tutto ciò non c'è nulla di didattico ma ha immediatamente un sua valenza e peso sul piano della soggettività rivoluzionaria, assumendo un suo valore concreto (piano delle rotture soggettive, posizioni difensiviste...) e quindi non solamente come semplice “patrimonio-guida” di riferimento. In linea generale possiamo dire che questo era anche il senso da dare ad alcune nostre proposizioni di ordine generali e non tanto nel rispecchiare o ricercare in esse i terreni o le linee di "continuazione” del processo rivoluzionario. C) connesso a ciò si trattava di collocare nella loro esatta dimensione, inquadramento e calibramento le problematiche che l'iniziativa andava a focalizzare suI terreno della Ricostruzione nella sua dimensione concreta e attuale. Un piano politico-concreto entro cui si definiscono gli obiettivi politici del lavoro d'O. sul terreno generale della Ricostruzione. In realtà pur avendo colto il nodo fondamentale della Direzione Rivoluzionaria in rapporto alla più complessiva costruzione delle condizioni della guerra di classe questo si rivelerà più complesso e dialettico di quanto approcciato. Ciò pure in riferimento all'inquadramento delle problematiche presenti sul terreno della disposizione rivoluzionaria (spontaneismo). Problema tutt'ora vigente nei termini della ricostruzione sul piano della soggettività che investe in pieno lavoro rivoluzionario dentro una dinamica di movimento generale: la necessità di porsi come OCC in costruzione un passaggio da assolvere dentro ai termini d'O. e che ha nell'agire da Partito (pur come O. in costruzione) la sua base di riferimento (interno alle avanguardie e sul piano di scontro) entro cui collocare rispetto a questo “obiettivo" le contraddizioni di ordine generale e particolare che attengono alla costruzione dell'avanguardia combattente. Una questione, quella sì una puttanata, approcciata con l'unità dei COMUNISTI nella costruzione del PCC. In sintesi come si detto si trattava di far trasparire due aspetti nel comunicato: definire le basi di ciò che ha segnato il processo di ricostruzione fino al 20/5: relazionarsi a quanto il rilancio dell'iniziativa definiva nei suoi caratteri per acquisirne il suo sostanziale dato di avanzamento. Non un "prima” e un “dopo” né un percorso lineare (dai NCC alle BR) ma cercando di qualificarne gli aspetti fondamentali, cercando al contempo di riferirci alle problematiche di ordine politico concreto che il rilancio poneva (dal progetto neocorporativo cuore della rifunzionalizzazione, alle questioni che più specificatamente vivevano dentro la dimensione generale della ricostruzione: il nodo politico della ricostruzione delle forze e dell'Occ). Ma è sempre su questo piano politico concreto che vanno lette le proposizioni del comunicato. Sul piano soggettivo interno se il comunicato ha rappresentato per noi un primo momento di disposizione la seguente lettura del volantino è servita a dare quel movimento di adeguamento dei militanti prigionieri ai termini posti dai compagni nella loro stessa iniziativa. Abbiamo detto che il problema non era tanto riportare alla virgola le proposizioni dei compagni ma di acquisire quei termini politici affinché ci fosse la giusta relazione tra la nostra disposizione e quello che tutti concordiamo come reale avanzamento del processo rivoluzionario proprio per sostenere complessivamente le precise problematiche della fase rivoluzionaria che ha aperto l'agire dell'avanguardia: ciò significa andare ai nodi politici che contrassegnano l'agire di queste avanguardie nel loro riferimento ai termini della ricostruzione, il senso concreto dei passaggi effettuati, come sono stati sciolti, il carattere particolare delle problematiche di una dimensione organizzata dentro la fase di stasi e, dulcis in fundo, la constatazione che queste problematiche a loro volta oggi trovano ricollocazione a partire dall'iniziativa stessa. È per questo che ancor prima che valutazioni nostre abbiamo privilegiato che tutti avessero il volantino una scelta di priorità che rifaremmo. Noi vediamo stretta relazione fra questo processo di avanzamento prodotto da questi compagni e il nostro processo di adeguamento coscienti del ruolo che abbiamo rivestito e rivestiamo. Se in questo senso tutti possiamo concordare che dentro una linea di sviluppo del lavoro d'O. vanno ricercati i fondamenti dell'iniziativa d'avanguardia e del nostro agire ciò significa che i diversi problemi vanno ricollocati a partire dai termini stessi che il rilancio ha posto rispetto a dei nodi politici e entro cui la nostra militanza, la nostra identità politica assume la sua concretezza e valenza in linea di continuità con quanto abbiamo espresso. Se quindi tutti possiamo concordare nel ritenere il lavoro di questi compagni come un salto dialettico e di sviluppo dovremmo concordare che questo salto compete anche a noi. Ma il cui piano di acquisizione sta nel collocare il processo di ricostruzione nella sua materialità, come espressione di un percorso per tappe (non lineare), nodi da sciogliere, problemi da affrontare in una condizione politica, dato l'odierno rilancio come sintesi/avanzamento di questo processo intorno ai problemi politici che il processo di ricostruzione oggi focalizza a partire dal rilancio stesso. In questo senso affermare che l'evoluzione impressa all'impianto dalle avanguardie non è altro che lo sviluppo dell'indirizzo e della linea di lavoro da cui proveniamo è necessario ma non sufficiente. Necessario nell'inquadrare i termini della continuazione e dei caratteri e criteri propri alle concezioni d'O. e in particolare a quelli impressi alla ricostruzione. Va fatta qualcosa di più. Queste concezioni e criteri ricollocano la loro validità proprio nell'approccio alla soluzione dei nodi politici delle soluzioni politico-organizzative dell'agire complessivo idoneo e corrispondente alle tappe e agli obiettivi prefissati dentro una fase rivoluzionaria. L'approccio per noi alla lettura del volantino ha teso proprio a soffermarsi su questo piano e sui termini di "critica/sviluppo”, facendo emergere quel rapporto di unità/contraddizione relativo in cui l'elemento di contraddizione relativo va ricomposto, anzi trova il suo terreno di ricomposizione intorno ai nodi politici concreti che sottostanno alla fase rivoluzionaria e entro cui il rilancio si colloca e di cui tende a farsi carico. Problemi politici che evidenziano il nodo politico centrale che è proprio all'iniziativa dell'avanguardia: la ricollocazione della ricostruzione delle forze in rapporto al rilancio, che investe i termini complessivi della ricostruzione stessa, con i suoi obiettivi specifici entro cui collocare e dare soluzione al quadro di contraddizioni generali e particolari. Questo il nodo dominante per parte rivoluzionaria. È da questa considerazione politica che, ribadiamo, abbiamo dato priorità alla lettera del volantino perché ogni sua riga ha una motivazione ha una sua necessità: si cala in riferimento ad una condizione e un problema e ne costituisce il temine di risoluzione sul terreno del lavoro rivoluzionario. Questa considerazione che dovrebbe essere il filtro di lettura di ogni militante è quello che ci ha fatto mettere il termine "critica-sviluppo” non come novità (che equivarrebbe ad una pregressa perdita di identità, ad un semplice schema di "comparazione" strategico o qualsiasi altra cosa sia) o di una sorta di deresponsabilizzazione ("ci pensa l'0., finalmente"), in quanto ci siamo resi conto che se di militanza attiva dobbiamo parlare non si può esulare dai termini di sviluppo dell’avanguardia, ciò sarebbe fatale. Il rapporto identità/unità (relativo), quando usiamo il termine "relativo" lo riferiamo dell'avanzamento dato e al ns. processo di acquisizione di questo dato, esprime appunto il rapporto identità organica/sviluppo che poi sul piano politico concreto è il nesso fra i termini della continuità e i nodi politici posti dalla Ricostruzione stessa e dal rilancio. Noi saremmo "pragmatici", ma vediamo che questo è il nesso per riferirsi realmente al dato di avanzamento prodotto e saperci collocare in relazione al ruolo che abbiamo nella giusta dialettica con queste avanguardie il cui agire ne costituisce l'aspetto principale. Se vi può sembrare che apparentemente non ci relazioniamo a ciò che ponete, ciò appunto è solo apparente in quanto gli elementi sostanziali li ricollochiamo dentro un piano di ragionamento che vuole mettere in risalto il rapporto fra i termini della continuazione (come da voi espressi) e le problematiche specifiche della Ricostruzione. L'anello di congiunzione fra questi due aspetti non è il vuoto metafisico, ma il processo concreto che nei suoi termini generali e particolari ha segnato la riorganizzazione dell’avanguardia e i nodi politici che preesistevano e ne scandivano le tappe e oggi ridefiniti a partire dal rilancio. Un punto politico che nella sua dimensione complessiva e di processo, ancor meglio di noi (vedi sostegni), sì sono fatti carico di delineare queste avanguardie, sapendo operare con giusto realismo nel collocare e collegare i diversi piani ed aspetti del lavoro di Ricostruzione nelle diverse tappe e in riferimento a ciò dimensionare l'ordine delle contraddizioni rispetto agli obiettivi. Si veda per esempio l'enfasi sul problema dello "spontaneismo" individuato intorno al problema della disposizione idonea sul terreno di una dimensione organizzativa con una sua precisa valenza e collocazione specifica in rapporto alla costruzione dell’avanguardia e alla riorganizzazione stessa. Cosa ben diversa da una espressione di una logica antiopportunista, come pure noi avevamo inizialmente inteso, dentro un piano di semplice battaglia politica contro i cascami difensivistici e opportunistici fioriti in questi anni. Inquadrarla in questo senso sarebbe stato oltre che scalibrato, profondamente sbagliato. Ciò che va colto è la capacità di questi compagni di relazionarsi ai fattori concreti e dargli la loro dimensione e soluzione sul piano pratico-politico in una logica di Partito che ha segnato i diversi momenti, "dalla riorganizzazione delle forze come NCC" e di cui fanno un bilancio null'affatto autoreferenziale. Abbiamo fatto questo esempio solo per porre in rilievo come sia importante misurarsi con la dimensione concreta dei diversi aspetti e piani su cui marcia la Ricostruzione nell'inquadramento dei problemi e nodi di fondo. Si pensi solo al riferirsi di varie iniziative d'avanguardia intorno alle tematiche d'O. Cosa che non solo rispecchia il potenziale rivoluzionario presente o manifesta una dinamica generale che ben conosciamo che si produce con l'intervento d'O., ma assume una sua peculiarità proprio in riferimento ai caratteri del processo di ricostruzione e di riorganizzazione impresso da queste avanguardie entro cui inquadrare le modalità di riorganizzazione delle avanguardie rivoluzionarie dentro gli obiettivi prefissi. Se non ci facciamo carico di questi problemi nella loro esatta dimensione e collocazione dei nodi politici corrispondenti, di cosa ci facciamo carico?, non sta anche lì il giusto piano di relazione? È forse questo piano che il nostro comunicato non riesce a risolvere, mentre quella sul linearismo era forse la cosa che più si aveva chiara in testa ed è sempre su questo piano che intendevamo una “riflessione” sul volantino come punto politico funzionale ai termini di coscienza che dobbiamo saper rappresentare. Se vogliamo, in estrema sintesi, rapportarsi alle implicazioni poste sul terreno rivoluzionario e dello scontro significa per noi sostanziare i termini del processo di ricostruzione in riferimento alla qualità politica che si è sintetizzata e al contempo sapersi misurare con l'esatta dimensione dei termini specifici che caratterizzano i processi di ricostruzione delle forze, con i suoi obiettivi e le sue problematiche. Per parte dello Stato questi due elementi sono stati ben compresi, pur dentro una incapacità di richiudere le contraddizioni che l'iniziativa rivoluzionaria ha aperto insieme alle prospettive aperte sul terreno di classe e rivoluzionario. Termini che oggi costituiscono i lineamenti dell'attuale rapporto rivoluzione/controrivoluzione dove dentro una sostanziale gestione della difensiva partendo dal punto più alto di contraddizione che l'avanguardia gli ha posto, ha teso comunque a cercare di “neutralizzare" gli effetti politici dell'intervento rivoluzionario calibrando il suo intervento alle possibilità date dalle condizioni politiche generali dello scontro e che si sono sostanziate in questa fase in una pressione costante e progressiva verso gli stessi ambiti di classe e rivoluzionari al fine di “incidere" sul piano della ricostruzione cercando di stabilizzare la condizione di arretramento. Un piano che, se risulta oltremodo ininfluente a contrastare i processi di riorganizzazione dell'avanguardia (che avvengono su un altro piano), è quello che attualmente caratterizza il piano di confronto che lo Stato pone sul terreno dell'Autonomia politica di classe. Un quadro entro cui si inserisce la nostra condizione di ostaggi e le possibilità/necessità di utilizzo come prigionieri, teso a contrastare l'elemento qualificante dì questa fase, magari presentandoci come una "vittoria virtuale” e non a caso veniamo integrati insieme ad aree "deboli” del movimento rivoluzionario. Ribaltare questo piano significa avere coscienza del significato dei dati di qualità, dei termini specifici e della condizione politica apertasi e di come questi dati assumono un peso determinante dentro la prospettiva dello scontro anche rispetto alle iniziative dello Stato è quindi far corrispondere il nostro atteggiamento a questi elementi in cui il "rilancio" è teso a dare soluzione al problema dell’"arretramento" delle posizioni rivoluzionarie e di classe nello scontro dentro la controrivoluzione, a partire dal nodo della Direzione Rivoluzionaria nel processo di guerra di classe, nel suo processo discontinuo e alla riorganizzazione delle forze funzionale ad assolvere questo compito, in un processo non ancora concluso.

Allora, credo sia il caso di definire dei modi per inviarci dei messaggi urgenti, ne ho pensati 2 che possiamo utilizzare a seconda delle necessità, oppure nella circostanza che uno dei 2 possa venire meno nella sua praticabilità e piena sicurezza. Insomma possiamo utilizzare sia i libri che le lettere.
1) Quello dei libri lo conosci, ma ricapitolando: mettiamo un cerchio a matita al numero della pagina che rappresenta la somma delle parole (punteggiatura compresa) del messaggio. Le parole e la punteggiatura del messaggio saranno segnalate da un
piccolo puntino sottostante. L 'invio del libro sarà preceduto da una lettera del mittente che inizia "Cara o Rospibus…”.
2) con le lettere possiamo procedere come segue: la lettera che contiene il messaggio inizierà con "cara seccardina...”, o "caro Ciccione...” e le parole che ci interessano saranno collocate all’inizio e alla fine della 2°, 4°, 6°, 8°, ecc… riga: il fine messaggio sarà segnalato con un “vabbò”. Se il messaggio è “ho ricevuto tuo libro" ecco un esempio:
"Cara Seccardina eccomi a raggiungerti
ho fatto colloquio martedì scorso e ricevuto
grandi complimenti per la mia ottima forma
il che mi ha fatto molto piacere. Il tuo
consiglio dI seguire quella dieta stata azzeccata, ma forse l’hai preso da qualche
libro. Vabbò poi mi dirai per il resto...”
Questi 2 modi mi paiono semplici. ma saranno le circostanze a farci vedere quanto possano essere praticabili con sicurezza nel caso se ci sarà possibilità ne meneremo a punto qualcuno migliore. Per ora atteniamoci a questi. Abbiamo quasi terminato le nostre considerazioni alle vostre note. Alla prossima volta. ciao


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La trascrizione è stata effettuata in data 14.06.2000 alle ore 17.00 dal Commissario D’ONOFRIO Dott. Guido; Ispettore Superiore BAREA Maurizio; Ispettori FERRARELLl Francesco e FRANCHI Marco.