Biblioteca Multimediale Marxista

L'editore



 

 

 

Ringraziamo erCanto per aver messo a disposizione dei nostri lettori questo testo

INDICE
SCENA PRIMA [kb 19 HTML]
SCENA SECONDA [kb 21 HTML]
SCENA TERZA [kb 18 HTML]
SCENA QUARTA [kb 21 HTML]
SCENA QUINTA [kb 19 HTML]
SCENA SESTA [kb 22 HTML]
SCENA SETTIMA [kb 18 HTML]
SCENA OTTAVA [kb22 HTML]
SCENA NONA [kb 19 HTML]
SCENA DECIMA [kb 21 HTML]
SCENA UNDICESIMA [kb 18 HTML]
SCENA DODICESIMA [kb 22 HTML]


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Balestrini, che già con Gli invisibili aveva affrontato le esperienze della ribellione sociale di quegli anni, con L'editore ha messo al centro dell'operazione narrativa uno degli episodi emblematici del periodo, la morte dell'editore Feltrinelli in un tentativo di atto terroristico.
Ci si può chiedere se Balestrini non si sia per caso spostato dai modi di scrittura della modernità avanguardistica, che gli sono propri, a quelli del postmoderno. La messa in scena di un gruppo di personaggi che preparano una sceneggiatura cinematografica sul caso e discutono fra loro sulle modalità della narrazione, l'interferenza continua tra le vicende dei personaggi contemporanei e quelle della storia passata di ciascuno; il montaggio disorientante di brani narrativi, cronache di giornali, testi dei media; l'utilizzazione, a supporto di una vicenda d'amore fra due dei protagonisti, di citazioni da un testo di riferimento (un "sottotesto") letterario, Sotto il vulcano di Lowry: questi procedimenti possono far pensare a un'adozione dei modi del postmoderno.
In realtà a me sembra che Balestrini, in questa che è forse la sua prova di narratore più matura e riuscita, rimanga saldamente ancorato ai modi del moderno. La forma della scrittura è quella stessa de Gli invisibili: 12 "scene", suddivise ciascuna in 25 paragrafi di 10-12 righe, senza maiuscole o segni di interpunzione. li lettore è invitato a ricostruire la sintassi interna del discorso, il ritmo lento o scandito o concitato della voce narrativa, delle frasi e dei lacerti di pensiero, cronaca, descrizione, dialogo; e la stessa sintassi, efficacemente, si applica ai passi citati dai giornali, dai documenti, dal romanzo di Lowry. I paragrafi, inoltre, attraverso l'accostamento e l'effetto di accumulo, si caricano di echi e significati grazie al ritmo del montaggio e ai rapporti di interconnessione. Si tratta di una tipica scrittura "moderna", che smonta i linguaggi consunti per farli ritornare "nuovi". Anche l'uso di un testo di riferimento letterario fa parte dei procedimenti tipici della "modernità", basta pensare a Joyce o a Broch; la scelta di Sotto il vulcano non ha qui nulla di parodistico o del "cult".
L'intera narrazione, in realtà, è organizzata secondo un modello costruttivo abbastanza preciso: si va dalla scena iniziale, in cui è descritta dettagliatamente, con precisione tecnica, l'autopsia del cadavere di Feltrinelli alla grande scena finale (già celebrata in altri testi letterari) dei suoi funerali. A questa scena segue un breve capitolo in cui si immagina che i personaggi chiamati a ricostruire il caso propongano, conclusivamente, la spiegazione di come sono andate le cose. Da un momento di "anatomia" severa, fredda, conoscitiva, a un momento di celebrazione rituale pietosa, commossa, retorica, a un ultimo momento rapido, nuovamente freddo, referenziale, con la soluzione, come in un poliziesco, dell'intrigo. Dalla scomposizione alla ricomposizione. Lo smontaggio narrativo, dunque, non ha la funzione di disorientare, bensì quella di moltiplicare le prospettive storiche da cui può essere guardata la realtà, senza intaccare alcuni "valori". Tra questi c'è sicuramente, per Balestrini, anche la rivendicazione del significato positivo delle esperienze politiche degli anni Settanta: "quello che è rimasto - dice un suo personaggio - nella memoria di quasi tutta la gente di quel periodo degli anni '70 è che è stato un periodo cupo e sanguinoso mentre come tutti ci ricordiamo è stato un periodo si duro e teso ma soprattutto di vitalità e di gioia e di intelligenza e di passione."

Remo Ceserani