Biblioteca Multimediale Marxista


Storia della Comunità MOVE

CARATTERISTICHE DELLA COMUNITÀ

Durante i primi anni '70, MOVE viveva nel Powelton Village, a Philadelphia ovest. I membri consideravano importante la disciplina personale e la forza fisica derivate dal durissimo lavoro manuale cui erano storicamente abituati e mantenevano un vigoroso programma di attività quotidiane, come l'esercizio fisico, lavare i pavimenti, portare a spasso i cani, tagliare la legna da ardere, spalare la neve, pulire le strade. Dimostravano il proprio rispetto per tutte le forme di vita, MOVE badava agli animali domestici del vicinato, aiutava i barboni a trovare posti dove vivere, assisteva gli anziani riparandogli le case, interveniva negli screzi tra gang locali e fraternite universitarie, e aiutava le persone che erano state in prigione ad assolvere alle disposizione della libertà vigilata tramite un programma di riabilitazione. Dopo aver adottato lo stile di vita naturale MOVE, molti individui hanno superato i problemi di droga, incapacità fisiche, sterilità e alcolismo. MOVE acquistò una grande casa vittoriana al 309 nord, 33° strada, che diventò il nostro quartier generale. Una della attività MOVE era un carwash molto popolare in quella zona. Durante le regolari lezioni che si tenevano per le persone interessate agli insegnamenti di John Africa, MOVE accoglieva le opinioni contrarie come un'opportunità per mostrare le proprie idee ed affilare la capacità dialettica, che sapeva sarebbe stata messa a dura prova nel corso della lotta rivoluzionaria.
"LA POSIZIONE DEL MOVE E' QUELLA DI CONFRONTARE E RICHIEDERE ALLE COSIDDETTE PERSONE INFORMATE, SOPRATTUTTO I LEADER CHE DICONO DI AVERE RISPOSTE PER I PROBLEMI MOLTO SERI DELLA GENTE, CHE QUESTI DIANO SOSTANZA O CHIARISCANO QUELLO CHE DICONO, OPPURE LA SMETTANO DI INGANNARCI. L'INFORMAZIONE E' NELL' ABILITA' DI INFORMARE E QUANDO TU NON HAI INFORMAZIONE DA DARE, PUOI SOLAMENTE INVENTARE, MENTIRE. QUESTO E' IL PENSIERO DICHIARATO MOVE, ANNIENTARE L'INGANNO, PERCHE' QUANDO NON HAI UNA SOLUZIONE TUTTO QUELLO CHE PUOI OFFRIRE E' UN PROBLEMA."

MOVE

APPARIZIONI PUBBLICHE E COPERTURE DEI MEDIA


MOVE cominciò a prestare attenzione alle apparizioni pubbliche di personalità sempre più note, come Jane Fonda, Dick Gregory, Alan Watts, Roy Wilkins, Julian Bond, Richie Havens, Walter Mondale, Buckminster Fuller, Maharishi Mahesh Yogi, Caesar Chavez e Russel Meals. Quando le domande venivano accolte dal pubblico, MOVE provocava l'interlocutrice/ore. Molti erano recettivi, molti altri ostili, ma nessuno avrebbe mai potuto confutare il buon senso di John Africa. Per mettere in evidenzia l'ingiustizia, l'oppressione e il disamore (mancanza di rispetto) per la Vita, MOVE si avvalse di irriverenze strategiche e proteste non violente con iniziative negli zoo, nei negozi di animali, nelle riunioni politiche, nei comizi pubblici e sotto gli uffici dei media. Dal 1974, MOVE è apparso in pubblico con una frequenza maggiore, protestando contro gli abusi nei confronti di ogni forma di vita.
"SE LA NOSTRA PROVOCAZIONE TI OFFENDE, GUARDATI INTORNO E RENDITI CONTO DEL MODO IN CUI LA SOCIETA' STA ROVINOSAMENTE PROFANANDO SE STESSA. QUESTO E' IL FURTO DI UNA TERRA, LA ROVINA DEI LUOGHI CHE ABITIAMO, IL TRADIMENTO E LA SOFFERENZA DELLE MASSE OPERATA DA UN GOVERNO CORROTTO, QUESTA E' LA VERA OSCENITÀ."


MOVE


L'unica apparizione MOVE, dal momento che esprimeva irriverenze e comportamenti non convenzionali, ottenne una grande attenzione, ma le analisi penetranti e le soluzioni proposte erano largamente ignorate così come lo erano gli sforzi della comunità per creare una rete di solidarietà. Mentre le persone che incontrarono realmente i membri MOVE conobbero la loro forza e salute, resoconti e notiziari demonizzanti perpetuavano la menzogna che i membri non si erano mai lavati ed erano malati.
Le proteste per il trattamento ingiusto da parte del "Philadelphia Tribune", di proprietà nera, si risolsero quando gli editori concordarono di stampare una colonna fissa intitolata "On The MOVE". Coordinata da John Africa per essere scritta da membri MOVE, la colonna rimase come spazio fisso per circa un anno, a partire dal Giugno 1975.

FRANK RIZZO E LA POLIZIA


Nel corso degli anni '70, Frank Rizzo era la figura di spicco del governo di Philadelphia. Aveva iniziato come poliziotto di strada per diventare poi ufficiale, fino a diventare commissario di polizia dal 1967 al 1971. Durante questo periodo, guadagnò notorietà per la sua brutalità, per le sue tattiche di imposizione e il modo di pensare razzista.
Nei ghetti neri di Philadelphia, le forze di polizia di Rizzo per lo più composte da bianchi erano irritate, impaurite ed odiate.
Avendo capitalizzato sul proprio nome il riconoscimento e l'immagine di uomo inflessibile contro il crimine, Rizzo mobilitò elettori sufficienti per diventare sindaco della città per due mandati, dal 1972 al 1980.
Dal momento che aveva costruito la propria carriera sull'opposizione contro gli sforzi dei neri di cambiare lo status quo, invase la città con uno spiegamento di polizia così massiccio e violento da guadagnarsi una fama nazionale per la propria brutalità. Il dipartimento di polizia di Philadelphia così impunemente sfrenato era un prima esempio del tipo di ingiustizia nella quale era precipitato il sistema, perciò era inevitabile che MOVE avrebbe iniziato a attaccarlo davanti a tutti.
Così come le altre questioni, questa era affrontata in dimostrazioni pacifiche. Quando MOVE focalizzò con successo l'attenzione sugli abusi della polizia, molti gruppi di comunità in tutta la città cercarono la collaborazione del MOVE promuovendo iniziative simili nei propri quartieri.
Come risultato di questo attivismo, la polizia iniziò una campagna di premeditata persecuzione contro MOVE, caricando i dimostranti e arrestando i membri MOVE con l'accusa di aver creato disordini. Il fatto che il quartier generale si trovava in un'area di grande speculazione edilizia vicino ad un campus universitario portò successivamente a problemi legali. Iniziati nel 1975, i reclami di alcuni vicini provocati dalla polizia produssero complicazioni al MOVE riguardo licenze e ispezioni fino ad arrivare a una causa civile della città contro MOVE.
Il 18 Novembre, il giudice Fred DiBona, uno degli scagnozzi di Rizzo ordinò che gli ispettori della città, con l'assistenza della polizia sarebbero dovuti entrare nella casa dei MOVE per perquisirla, ma il caso si prolungò attraverso numerosi rinvii e un appello del MOVE alla suprema corte della Pennsylvania.

LA BRUTALITA' DELLA POLIZIA


MOVE non aveva mai lasciato che le minacce di finire in prigione interferissero con le iniziative progettate. Solo un gruppo predefinito, che escludeva donne incinte o madri in fase di allattamento, aveva deciso di farsi arrestare se le guardie avessero iniziato a creare problemi. Ma gli eventi presto dimostrarono che la repressione poliziesca non si limitava solamente alle iniziative. Nella tarda sera del 9 maggio 1974, due donne MOVE incinte, Janet e Leesing Africa, stavano facendo una breve passeggiata per andare al negozio all'angolo della strada per prendere qualcosa da mangiare. Furono fermate ed interrogate dagli ufficiali di polizia che dopo averle coperte di insulti colpirono il ventre di Janet sbattendola in un primo momento contro una macchina della polizia. Le due subirono trattamenti violenti e furono incarcerate per una notte senza cibo né acqua. Entrambe le donne persero i loro bambini. MOVE immediatamente iniziò a manifestare davanti al 18° distretto di polizia, dove le atrocità erano state commesse.
Dal 1975 gli scontri tra MOVE e polizia raggiunsero proporzioni sempre più grandi, nonostante la città negasse gli abusi della polizia. Alcuni membri nel corso delle manifestazioni venivano picchiati a sangue, essendo consentito dalla legge, allora solamente il profondo impegno MOVE guidò a nuove proteste ancora più determinate. Il 29 Aprile 1975 una manifestazione MOVE contro le omissioni di soccorso nei confronti dei detenuti davanti al palazzo amministrativo della polizia, portò numerosi arresti. Alberta Africa, che era incinta fu trascinata fuori dalla cella, cercò di resistere all'attacco di quattro ufficiali e fu presa a calci nel ventre e nella vagina da un poliziotto chiamato Robinson, procurandogli un aborto.
Nonostante la violenza della polizia contro i MOVE che ancora non erano nati, molte madri MOVE partorirono i loro bambini e lo fecero naturalmente, senza droghe e senza assistenza medica, in accordo con gli insegnamenti di John Africa. Sue Africa malgrado le numerose percosse subite dalla polizia durante la sua gravidanza fece un figlio, Tomaso, nato nel quartier generale della 33° strada il 4 Agosto 1975. Il bambino di Janine Africa, Life Africa era nata l'8 Marzo 1976 ma fu uccisa dalla polizia meno di un mese dopo (Tomaso fu più tardi ucciso dalla città il 13 Maggio 1985).


E' STATO UCCISO UN BAMBINO MOVE


Il 28 Marzo 1976 sette membri MOVE che erano stati imprigionati furono rilasciati in tarda serata, arrivarono a casa dopo mezzanotte. La polizia presente, almeno dieci macchine e altrettanti blindati parcheggiati dietro la casa sulla 33°, dissero che i MOVE stavano creando problemi. Quando Chuck Africa disse alla polizia di lasciare in pace MOVE, l'ufficiale Daniel Palermo lo arrestò ed iniziò a picchiarlo e così fecero le altre guardie che, tirati fuori i manganelli si scagliarono contro gli altri MOVE.
Sei uomini MOVE furono arrestati e picchiati con così tanta cattiveria che riportarono fratture al cranio, commozioni cerebrali e ossa rotte. Robert Africa fu colpito al cranio con un manganello che si ruppe in due per la forza del colpo. Janine Africa stava cercando di proteggere suo marito Phil Africa quando fu arrestata da una guardia, scaraventata in terra con la figlia Life Africa di tre settimane tra le braccia e picchiata fino alla perdita di coscienza. Il cranio della bambina era rotto. La mattina seguente, MOVE fece notare ai media che la polizia li aveva brutalmente attaccati e che un bimbo era stato ucciso. Il cappello di un ufficiale e il manganello spezzato furono mostrati. La polizia negò che qualsiasi violenza fosse stata compiuta o che un bimbo era stato ucciso, e dichiarò che il bimbo probabilmente non era mai esistito perché non c'era certificato di nascita.
Quindi arrestarono coloro che avevano mostrato alla stampa il berretto e il manganello accusati di furto. Per dimostrare la morte del bambino ad un media scettico, MOVE invitò la stampa e i politici locali a cenare nel loro centro. Questi accettarono l'invito, inclusi Joseph Coleman, membro del consiglio cittadino, Lucienne Blackwell e sua moglie, Jannie. Dopo il pasto, agli ospiti fu mostrato il corpo del bimbo ( Janine Blackwell fu nel 1991 eletta nel consiglio cittadino).
La colonna dei MOVE sul Philadelphia Tribune che documentava la nascita di Life Africa tre settimane prima pubblicò una serie di pezzi riguardo l'attacco del 28 Maggio e interviste con tanti vicini che avevano testimoniato di chi era la colpa dell'incidente. Ma nessun provvedimento fu adottato contro gli ufficiali coinvolti nell'infanticidio. Invece l'ufficio della procura distrettuale continuava a "lavorare" i sei membri MOVE arrestati quella notte. MOVE era pronto a mettere in evidenza la campagna repressiva a lungo raggio orchestrata da Rizzo, che aveva raggiunto il culmine nella morte di Life Africa. Ma prima che tutti i testimoni furono presentati il giudice Merna Marshal respinse il caso, poiché era ostile verso la possibilità di mostrare una cospirazione cittadina contro MOVE in una corte di legge. Respingere le accuse di assalti aggravati da parte delle guardie era una cosa semplicemente senza precedenti.

VINCENDO LE CORTI


Confrontandosi con il sistema giudiziario pensandolo come gruppo organizzato, coordinato e non timoroso di finire in carcere MOVE era capace di aggirare le procedure ed esporre i limiti della giustizia. Ignorando il rango e la posizione dei giudici, MOVE rimaneva seduto quando veniva dato l'ordine "tutti in piedi!" e non si rivolgeva mai al giudice chiamandolo "vostro onore". Avevano rifiutato la difesa dei difensori d'ufficio.
Nei primi anni gli imputati che erano stati liberati tramite cauzione e conoscevano le date delle udienze della corte, spesso mandavano fratelli o sorelle al processo se non lo potevano fare loro in prima persona. Molti giudici quindi non potevano parlare direttamente con gli imputati che non c'erano e giudicavano gli "imputati" presenti che sarebbero stati presi in custodia e trattenuti per tutta la durata del processo. Il vero imputato spesso arrestato ancora prima dell'emissione del verdetto avrebbe dato alla polizia il nome di un altro membro, generando nel sistema una confusione spesso assoluta per identificare chi era chi.
Durante un processo, MOVE attaccò la legittimità della corte dimostrando che si era contraddetta su concetti tipo presunzione di innocenza, libertà di religione, diritto di libera espressione.
Quando gli imputati rifiutavano di sottomettersi ciecamente ai dik-tat arbitrari del giudice, venivano allontanati dall'aula, legati, insultati o citati in tribunale per vilipendio alla corte. I sostenitori MOVE presenti in aula erano spesso citati per la stessa cosa. Gli sceriffi erano brutali quanto le guardie cittadine, alle volte picchiando membri MOVE in presenza della giuria. Tutti questi incidenti generarono solo più casi, e nel tempo la pratica MOVE di appellarsi ad ogni minima possibilità aumentava ulteriormente le dimensioni del caso. Dal 1976 centinaia di casi MOVE stanno intasando il sistema giudiziario di Philadelphia. Gli amministratori delle corti hanno capito che in un tipico caso MOVE la città spendeva migliaia di dollari per proseguire quello che era iniziato come un processo, finendo per inventare accuse contrarie alla loro stessa legge. Per risparmiare soldi, le corti iniziarono a sollevare eccezioni di inammissibilità contro molti casi MOVE su vasta scala. Durante l'estate del 1976 MOVE iniziò a concentrarsi per aprire sedi locali negli altri stati e si astenne da ulteriori manifestazioni. Per provvedere ad uno sviluppo salutare dei propri figli MOVE si assicurò un'ipoteca su una fattoria grande 96 acri in Virginia. Nel frattempo Frank Rizzo si era irritato per il fatto che un gruppo di rivoluzionari auto-proclamatisi tali disturbava il lavoro delle corti e smascherava la brutalità del suo dipartimento di polizia. E senza più alcuna manifestazione, non si presentava nessuna delle solite occasioni per caricare ed arrestare MOVE.

LA SISTEMAZIONE


Il 5 novembre 1976 fu tenuta una udienza prima che il giudice Edward Blake studiasse i casi precedenti dei MOVE molto differenti tra loro. 20 imputati MOVE, tutti fuori su cauzione, apparvero davanti alla corte. Per molti furono emesse le sentenze e malgrado la loro intenzione di ricorrere in appello, Blake ordinò che fossero trattenuti in custodia. Lungo il percorso che conduceva alla cella lo sceriffo Jerry Saunders iniziò a picchiare un giovane MOVE in manette, Dennis Africa e ne nacque una piccola rissa. Gli sceriffi rinchiusero in prigione tutte le persone che accorrevano in difesa di Dennis, quindi arrestarono e brutalizzarono Robert, Valerie e Rhonda Africa, la quale non aveva neppure preso parte alla discussione. Incinta di quasi 9 mesi, Rhonda ebbe prematuramente le doglie dando vita ad un neonato leso e contuso, che mori dopo pochi minuti. Le accuse di aggressione e resistenza all'arresto contro costoro furono più tardi ritirate, tranne che per Robert, Conrad e Jerry Africa che avevano ottenuto la scarcerazione preventiva. II caso segnò una nuova era nel conflitto tra MOVE e giustizia. Dopo centinaia di casi ed anni di udienze, MOVE ha raggiunto una conoscenza globale di quello che si aspettavano le corti ad ogni grado del processo. Le corti covavano rancore per gli atteggiamenti MOVE, come il rifiuto di alzarsi in piedi quando il giudice entrava in aula. Durante un udienza preliminare, il 7 febbraio 1977, il giudice Paul Ribner ordinò agli sceriffi di obbligare Robert ad alzarsi in piedi al suo ingresso. Ribner quindi vietò a Jerry e Conrad di allontanarsi dalla città, malgrado la spiegazione di Robert per cui quel giorno sarebbero stati fuori dalla città e quindi presenti all'udienza successiva. I poliziotti che sostavano e controllavano il "quartier generale" MOVE, che non sapevano di questo mandato a causa dei ritardi burocratici, iniziarono a provocare e minacciare i MOVE ed ad intimare una irruzione nella casa con la scusa della "garanzia della legalità".
Continuando il caso, MOVE ebbe l'opportunità di verificare gli strani trattamenti e le richieste del giudice Ribner e l'ingiustificato numero di poliziotti e sceriffi armati presenti nell'aula della corte, creando una situazione nella quale uno scontro fisico in aula avrebbe avuto come risultato feriti o morti accidentali MOVE. Dopo che gli imputati si rifiutarono di presentarsi un'altra volta, i giudici emisero la condanna in loro assenza e invece del normale periodo nelle carceri della contea diede loro la "sentenza di stato". Infatti furono presto mandati nel carcere di Graterford, a 30 miglia da Philadelphia. I MOVE subirono un sopruso evidente e Robert, Conrad e Jerry, furono tradotti in carcere diventando così prigionieri politici.

MANIFESTAZIONE DEL 20 MAGGIO 1977


Verso la fine dell'Aprile 1977, MOVE fonda un'organizzazione sorella chiamata "Seed Of Wisdom" (seme della giustizia) a Richmond, Virginia. In meno di una settimana la polizia della Virginia provocò un conflitto circondando la casa e cercando di rapire i bambini. Nel frattempo, MOVE prevedeva la possibilità che la polizia di Philadelphia avrebbe sgomberato il quartier generale della 33° strada, uccidendo chi si trovava dentro e colpevolizzando le vittime di suicidio, con un'operazione simile a quella di stampo terroristico effettuata dallo stato contro le Black Panther Party. Le informazioni arrivate da fonti attendibili (il governo della città) confermarono che i piani per alcune operazioni di polizia erano effettivamente stati preparati per controllare la base di Philadelphia, e MOVE vi organizzò davanti un grande corteo il 20 Maggio 1977, richiedendo la liberazione dei prigionieri politici e la fine della persecuzione operata dalla città. Per scongiurare e allontanare la violenza della polizia che aumentava alcuni membri avevano con se' armi da fuoco. La polizia provò a cacciare la folla dei curiosi ma il crescente numero di persone improvvisamente irruppe tra i cordoni delle guardie, circondò il palco per ascoltare il discorso dei MOVE.
"AVEVAMO DETTO ALLE GUARDIE CHE NON CI SAREBBERO STATE PIU' MORTI IMPUNITE. QUESTA VOLTA E' MEGLIO CHE SI PREPARINO AD UCCIDERCI SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI PERCHE' SE LORO SI RIVOLGONO A NOI COI PUGNI, RISPONDEREMO COI PUGNI. SE SI PRESENTANO CON LE MAZZE DA BASEBALL RISPONDEREMO CON LE MAZZE. SE VENGONO CON LE PISTOLE USEREMO LE PISTOLE ANCHE NOI. NON CREDIAMO NELLE PISTOLE CHE SPACCIANO MORTE, NOI CREDIAMO NELLA VITA. MA SAPEVAMO ANCHE CHE LE GUARDIE NON SAREBBERO STATE COSI' VELOCI AD ATTACCARCI SE AVESSERO DOVUTO AFFRONTARE LA STESSA COSA CHE HANNO FATTO CONTRO GENTE DISARMATA E SENZA POSSIBILITA' DI DIFESA."

MOVE


Consapevoli che il terzo emendamento garantisce il diritto di utilizzare le armi nella proprietà privata, il commissario di polizia Joseph O'Neill ha detto ai giornalisti: "secondo la costituzione tu hai diritto di parlare liberamente e apparentemente questo è ciò che stanno facendo i MOVE".
Quattro giorni dopo la città nascose la mancanza di reati da arma da fuoco dopo che il giudice Lynne Abraham arrestò undici membri MOVE con l'accusa di rivolta e "possesso di strumenti criminali". I media ingiustamente dipinsero i MOVE come banditi illegali che si divertivano con le pistole.

L'ATTACCO


La polizia organizzò una sorveglianza di 24 ore al giorno intorno al quartier generale MOVE per arrestarne i membri quando questi uscivano dalla proprietà. Il 12 Giugno 1977 Sue Africa lasciò l'edificio e fu catturata dopo pochi isolati. Gli altri membri rimasero a casa e mentre i mesi passavano la polizia continuava a controllare e ad aspettare. MOVE aveva intentato una causa civile da 26 milioni di dollari contro la città per la morte di Life Africa il 23 Marzo 1976 e la brutalità che aveva provocato gli aborti che vanno dal 1974 al '76, ma la Standoff impedì ai militanti MOVE di frequentare le udienze e la causa fu rifiutata dalla corte. Mentre la pressione continuava alcuni politici e rappresentanti di Philadelphia si recarono nella zona della Virginia in cui si trovava la fattoria MOVE e diffusero informazioni sbagliate e calunniose tra le persone che abitavano nelle proprietà vicine, descrivendo i MOVE come un gruppo di cannibali, drogati, che avrebbero impressionato il modo di vita di ognuno. Le voci avviarono una serie di querele contro il relatore che decise di far pagare ai MOVE l'ipoteca in una rata sola. Impossibilitati a versare l'intera somma i MOVE persero la fattoria.
La legge 1100 della Procedura Criminale della Pennsylvania fissa un tempo limite di 180 giorni entro i quali eseguire un ordine di arresto o arrivare a una proroga. L'autorizzazione a procedere agli arresti dei MOVE fu decisa il 20 Novembre. Il giorno dopo l'ufficiale formulò in ritardo la domanda di proroga (probabilmente loro si erano dimenticati di ordinarlo in tempo o si erano abituati a stravolgere le leggi quando perseguivano i MOVE). Il giudice Edward Blake rilasciò la proroga definitiva.
Sin dall'inizio della pressione, coalizioni di altre comunità avevano condotto la mediazione e la comunicazione tra la città e i MOVE nel tentativo di arrivare a una soluzione pacifica. Ma i discorsi bloccavano sempre il rilascio dei prigionieri politici MOVE.
MOVE non sarebbe sceso a compromessi.
La loro richiesta di liberare Robert, Jerry, Conrad e Sue non era assolutamente negoziabile. Ma le mediazioni lasciavano il posto quando gli amministratori della città dicevano ai MOVE: "Vi rinchiuderemo tutti prima di lasciar uscire la vostra gente dal carcere".
Un agente federale che aveva iniziato a nascondersi tra le barricate fece altrettanto ed informò MOVE che i federali si stavano infiltrando per disperderli e rinchiuderli.

BLOCCO DEI VIVERI


Per strappare con la forza dalla casa i membri MOVE ricercati, Rizzo ottenne l'approvazione della corte a prenderli per la fame. Il 16 Marzo 1978 un esercito di centinaia di guardie invase il vicinato e militarizzò una zona di 4 isolati. Mentre venivano decise le postazioni dei cecchini e delle armi, degli operai tagliarono l'acqua al quartier generale dei MOVE. Dentro c'erano donne incinte, neonati in fase di allattamento, bambini ed animali.
Rizzo si vantò del fatto che il perimetro della zona era così impenetrabile che "nemmeno una mosca avrebbe potuto volare". Quando vari membri della comunità che si erano opposti alla tattica crudele di Rizzo, fecero tentativi umanitari per forzare le barricate e portare acqua e cibo ai MOVE, furono arrestati e picchiati dalla polizia. Con megafoni ed amplificatori i membri sottolineavano la follia dell'azione cittadina che spendeva migliaia di dollari al giorno per gli straordinari per la polizia che doveva controllare e circondare MOVE. Come la polizia stava nelle postazioni sui tetti circostanti, negli appartamenti, le macchine ferme erano messe in modo da rafforzare il blocco, i superiori istruirono i loro uomini a non ascoltare nulla di ciò che diceva MOVE.
Ci furono numerose dissensi nei ranghi della polizia riguardo il trattamento ai MOVE. Alcune guardie avevano iniziato a lanciare bottiglie, pietre e fumogeni nella zona dei MOVE sperando di provocare uno scontro frontale. Ma il risultato fu solo quello di tirare sassi contro i bambini MOVE. Il blocco, iniziato il 20 maggio '77, continuò per due mesi con la sorveglianza della polizia 24 ore su 24. Il traffico era stato deviato, i vicini venivano identificati ogni volta che uscivano ed entravano nelle loro case e alcuni reporter avevano calcolato che gli straordinari della polizia avevano oltrepassato il milione di dollari. Il 4 aprile del '78 migliaia di persone marciarono sulla città protestando contro questa barbarie. L'assurdità della polizia di Rizzo fu conosciuta a livello internazionale e Philadelphia divenne un posto imbarazzante per le iniziative dei diritti umani prese da Jimmy Carter e dall'ambasciatore dell'ONU Andrew Young.

L'ACCORDO


Sotto pressione federale per sbloccare la situazione di stallo, i dirigenti della città spingevano per una soluzione negoziata, ma dato che MOVE era fermo nelle sue richieste, la città non aveva un potere reale. Per Rizzo diventò un problema fare le concessioni necessarie facendo in modo che la sua immagine di legge ed ordine rimanesse inalterata. La città annunciò i termini della soluzione nel Maggio del 1978, pensando che il chiarimento finale si stava ancora delineando all'oscuro, dietro la scena. Per salvare la faccia, la città aveva fatto determinate promesse a voce che non furono trascritte sulla carta per evitare di far svolgere i processi e nascondere i prigionieri politici MOVE.
MOVE era prudente nel fare accordi con un governo che storicamente aveva rotto ogni trattato fatto coi Nativi Americani. Ma i termini finali dell'accordo gli diedero ciò che voleva, perciò ogni promessa non mantenuta avrebbe solo evidenziato ulteriormente l'inganno del sistema e l'assenza di buona fede. Il negoziato iniziò il 3 Maggio. Accompagnata da osservatori civili, la polizia portò i membri MOVE, uno alla volta, al palazzo amministrativo della polizia dove furono accusati e liberati su cauzione. Le barricate e i blocchi stradali circostanti l'area furono aperti. Col rammarico di ansiosi agenti ATF, polizia e personale del DA, tutte le pistole e gli esplosivi MOVE che le guardie avevano individuato si rivelarono essere armi da fuoco finte o bengala scambiati per dinamite. Un'ispezione della casa condotta con il metal detector non ha segnalato nulla di incriminante. L'8 Maggio Jerry, Conrad, Robert e Sue Africa furono rilasciati. L'ufficio della DA guidato da Ed Rendell, concordò di sbarazzarsi di tutti i casi pendenti MOVE entro 4-6 settimane e perciò purgare MOVE dal sistema delle corti. Per evitare un altro pantano formato da accuse di disobbedienza alla legge, la città stabilì che il procuratore Oscar Gaskins avrebbe sciolto tutte le restanti procedure legali e i membri stessi non avrebbero fatto più apparizione davanti alla corte.
L'accordo prevedeva anche che per un periodo di 90 giorni la città avrebbe aiutato MOVE a trovare un altro posto in cui vivere.
La vittoria dei MOVE era impressionante.
Il confronto iniziato il 20 Maggio 1977 si era sviluppato senza spargimenti di sangue, nella liberazione dei prigionieri politici e costringendo le guardie di Rizzo a fare marcia indietro. E' stato anche un esempio potente di un gruppo di persone dedicate e impegnate a combattere e vincere il sistema.

LA CITTÀ ROMPE L'ACCORDO


Non appena la città venne a conoscenza del fatto che MOVE non aveva né pistole né esplosivi, iniziarono a modificare e a cambiare i termini dell'accordo. Venne presto a galla che le promesse di Ed Rendell di chiudere i casi MOVE ancora aperti entro 4-6 settimane erano in realtà una bugia immensa. Il periodo di 90 giorni, che era stato dato a MOVE come tempo di lavoro, era travisato dai media come un periodo assolutamente improrogabile. La promessa di assistere MOVE nel carcere e quella di trovare un nuovo posto in cui vivere non fu mai mantenuta, e la città iniziò a pretendere che la casa fosse rasa al suolo. Il giudice Fred DiBona, che aveva avuto giurisdizione solamente nella causa civile sospesa da tre mesi, improvvisamente cominciò ad emettere ordini giudiziari su MOVE, circa i casi criminali che non avevano fatto parte dell'accordo. MOVE aveva trovato il giudice Di Bona particolarmente arrogante nel passato e non appena le sue direttive contraddittorie e le richieste diventarono intollerabili, Phil e Sue Africa tentarono di risolvere il problema andando a trovare il giudice il 23 Marzo. Nonostante non fosse un'udienza svolta legalmente in una corte, ma un incontro informale tenuto nel gabinetto del giudice, DiBona, infuriato citò Phil per vilipendio e revocò il suo stato di libertà su cauzione che era stato deciso precedentemente nell'accordo. La città stava incanalando l'intera disputa MOVE nell'aula della corte di DiBona, evitando gli altri giudici che non erano fedeli alla linea di Rizzo.
Durante un'udienza svolta il 2 Agosto 1978, DiBona decretò che MOVE aveva violato il "periodo" di 90 giorni e che avrebbe dovuto lasciare la casa. Gli ufficiali della sorveglianza della polizia avrebbero testimoniato di aver visto effettivamente solo tre membri presenti nella casa quella mattina, in più la città era talmente decisa a scacciare e a montare accuse contro i membri MOVE che nel momento in cui finì l'udienza, DiBona condannò il procuratore Oscar Gaskins per vilipendio alla corte e firmò atti giuridici autorizzando la polizia ad arrestare praticamente ogni MOVE adulto conosciuto, inclusi Robert, Conrad, Jerry e Sue Africa. Questi quattro e la maggior parte degli altri membri non erano in casa e non avrebbero mai avuto la possibilità di infrangere l'ordine di abbandonarla.
Il 5 Agosto le autorità di Philadelphia, in collaborazione con la polizia della Virginia, organizzarono un raid notturno contro la casa a Richmond di due donne MOVE e di 14 bambini. Dopo essersi scatenati puntandogli contro le pistole e minacciandoli di morte, arrestarono Gail e Rhonda Africa. La giustificazione legale di questi arresti era il falso sospetto che Rhonda e Gail avevano lasciato la casa superando un raggio di 100 miglia.

8 AGOSTO 1978: ASSALTO DELLA POLIZIA


A partire dall'Agosto del 1978 il governo ha:
1) Perquisito la casa MOVE per verificare l'assenza di armi o esplosivi;
2) Continuato a tenere la casa, dopo la perquisizione, sotto sorveglianza;
3) Inventato il pretesto di una base legale per arrestare i MOVE;
4) Mantenuto le scorrettezze legali all'oscuro dei media, rilasciando dichiarazioni che dipingevano i MOVE come mascalzoni con il mito dei 90 giorni di tempo. Rizzo ora stava nella posizione di usare la sua soluzione preferita nei conflitti cittadini: forza bruta in grande quantità.
Martedì 8 Agosto centinaia di guardie con il giubbotto antiproiettile e con l'elmetto da guerriglia (casco antisommossa) circondarono all'alba il posto (la casa) sulla 33° strada e ordinarono a MOVE di arrendersi. La polizia allora si ritirò in veicoli specialmente modificati, fece a pezzi il recinto e distrusse le finestre. Poco prima delle sette di mattina, MOVE era avvisato dai megafoni: "Ufficiali senza uniforme entreranno in casa vostra per proporvi di prendere ognuno di voi in custodia. Ogni resistenza o uso della forza sarà corrisposto con la forza". Nell'ora successiva un totale di 45 poliziotti armati entrò e cercò lentamente nei tre piani della casa solo per trovare che MOVE era barricato nelle fondamenta. Intorno alle 8, i vigili del fuoco divelsero le assi in legno delle finestre del seminterrato (le fondamenta) e aprirono i cannoni d'acqua. Gli adulti MOVE presto si trovarono ad affrontare l'acqua che aumentava con i bambini tra le proprie braccia e il pericolo di affogare. Improvvisamente un colpo di pistola esplose e la polizia apri il fuoco su tutta l'area. Nel breve periodo squarciato dal fuoco delle pistole, l'ufficiale James Ramp venne accidentalmente ferito. Altri tre poliziotti e molti vigili del fuoco risultarono colpiti (ad un incontro tra poliziotti svolto due giorni dopo fu notata l'opinione di un capitano di "eccessivo numero di fuoco e proiettili inutili da parte del personale di polizia, dal momento che non c'erano bersagli sui quali tirare". Uno degli ufficiali aveva ammesso sotto giuramento di aver scaricato il suo fucile proprio contro le fondamenta dalle quali aveva sentito gridare le donne e piangere i bambini).
Dopo la pioggia di colpi di pistola e i gas lacrimogeni gli adulti MOVE cominciarono a trasportare i bambini fuori dalle fondamenta e vennero immediatamente arrestati dalle guardie infuriate.
Più tardi ma sempre nello stesso giorno, la grande folla che si era concentrata nella zona fu cacciata e picchiata dalla polizia a cavallo, molte persone furono buttate a terra e bastonate. Altre furono ricacciate nelle loro case e assalite dalla polizia.

IL PESTAGGIO DI DELBERT AFRICA


Quando la polizia catturò i 12 adulti e gli 11 bambini che uscivano dalle fondamenta alle madri MOVE furono strappati i bimbi dalle braccia prima di essere ammanettate e portate via. Tutti gli adulti furono maltrattati e picchiati dagli ufficiali che li avevano arrestati, desiderosi di sfogare la propria rabbia. Ma uno di questi arresti è stato catturato su pellicola all'insaputa degli ufficiali Joseph Zagama, Terence Mulvhil e Lawrence D'Ulisse. Quando Delbert Africa emerse da una finestra delle fondamenta a mani vuote e a braccia alzate (vedi foto), Zagame, senza motivazioni, lo colpì in faccia con l'elmetto della polizia e a lui si associò D'Ulisse con un colpo dato con il calcio del fucile. Scaraventato a terra, Delbert fu quindi trascinato per i capelli sulla strada dove gli altri ufficiali lo aggredirono, prendendolo a calci selvaggiamente in testa, sui reni e all'inguine.
Le smentite iniziali fatte dalla polizia riguardo la propria brutalità diventarono difficili da mantenere dopo che il video del pestaggio venne diffuso. Lo scalpore pubblico che si era sollevato fece prendere all'ufficio della DA provvedimenti. Fu formata una gran giuria speciale che alla fine aiutò gli imputati. Pochi anni dopo Zagame, Geist e Mulvihill furono portati a giudizio per rispondere dell'accusa di aggressione. Il 3 febbraio 1981, poco prima che la giuria iniziasse a deliberare, il giudice Stanley Kubacki fece un abuso rispetto alle normali procedure e ordinò di sciogliere la giuria e di assolvere gli ufficiali, malgrado l'inconfutabile evidenzia fotografica che dimostrava che erano stati loro a picchiare Delbert.
L'ufficio di Ed Rendell non aveva mai rivolto accuse contro l'ufficiale D'Ulisse nonostante l'identità e la partecipazione di quest'ultimo alle brutalità della polizia fossero note e documentate.
Tre mesi dopo l'assoluzione, la moglie di Geist, Caroline, che era anche lei un ufficiale della polizia, sparò al marito nel corso di una lite domestica. Lui cadde in coma e morì otto mesi dopo. Si venne a sapere che la donna era stata colpita dal marito in diverse occasioni, ma gli ispettori di polizia che aveva contattato per essere aiutata l'avevano esortata a rimanere tranquilla e a non esporre le tendenze sadiste del marito mentre questo stava affrontando il processo per il pestaggio di Delbert. (Zagame, D'Ulisse e Mulvihill presero tutti parte al confronto MOVE del 1985, avendo ognuno un'arma automatica e usandola nel corso della giornata almeno una volta). Mulvihill si suicidò il 9 Maggio 1989.

DISTRUZIONE DELL'EVIDENZA


Distruggere l'evidenza immediatamente dopo l'assalto dell'8 Agosto: la versione ufficiale della polizia era che MOVE aveva sparato il primo colpo. In più il ristretto numero di testimoni oculari civili, principalmente giornalisti, che era stato allontanato in passato dalle barricate presentava differenti versioni. I giornalisti radiofonici Richard Maloney e Larry Rosen entrambi ricordarono di aver sentito il primo colpo provenire da una casa dall'altro lato della strada, dove vide un braccio che teneva una pistola fuori da una finestra del secondo piano. Nonostante la distruzione dell'evidenza di un crimine sia una cosa illegale, la polizia mandò nell'area i bulldozer e la rase al suolo a mezzogiorno, distruggendo la casa, le fondamenta e gli alberi in giardino. Non fu fatto alcuno sforzo per mantenere la scena del crimine, fare segnalazioni col gesso o perizie balistiche. Con il suo tipico atteggiamento da showman, Rizzo tenne nel pomeriggio una conferenza stampa cittadina intorno a un tavolo pieno di armi che diceva essere state ritrovate nella casa ormai demolita. E comunque quella era l'ultima casa MOVE che Philadelphia avrebbe visto, Rizzo dichiarò "il solo modo che abbiamo per finirli è re-instaurare la pena di morte, metterli sulla sedia elettrica e spingere il bottone" ( prima della fine dell'anno, la Pennsylvania restaurò la pena di morte ma non retroattivamente).
Prima dell'8 Agosto, su richiesta del procuratore Oscar Gaskins, il giudice Calvin Wilson decise un ordine di limitazione temporanea per evitare che la casa fu demolita, ma l'avvocato della città Sheldon Albert lo ignorò. Durante un'udienza preliminare riguardo l'accusa di distruzione delle prove, MOVE capì che la demolizione della casa impediva loro di provare che era impossibile per qualsiasi MOVE aver sparato all'ufficiale Ramp. Fu citato il caso dell'IIlinois, delle Pantere Nere, Fred Hampton e Mark Clark, dove la conservazione della scena del crimine mise in grado gli investigatori di provare che i buchi dei proiettili sui muri e sulle porte erano il risultato di un conflitto a fuoco della polizia. Il giudice Merna Marshal respinse il ricorso MOVE e ritardò il loro processo (venendole meno la salute, Marshal non fu in grado di presiedere fino alla fine dell'udienza e morì di leucemia il 30 Dicembre 1979).

PROCESSO PER OMICIDIO


Con 9 coimputati che si difendevano tutti da soli, 9 in attesa di giudizio, circondati dalla stampa, e l'attenzione dei loro sostenitori, le udienze sulle mozioni prima del processo si allungarono, prolungando la situazione in un'atmosfera da circo. L'intelligenza intuitiva e gli interrogatori intensivi esaurirono la pazienza di molti giudici i quali risolsero il problema buttandoli fuori dalla corte. Come condizione per essere ammessi il giudice avrebbe richiesto un sì o un no a questa domanda: "prometti di comportarti bene se ti permetto di ritornare?". Senza variazioni la risposta era: "farò quello che è giusto". Il processo del giudice Edwin Malmed, che diventò il più lungo e costoso nella storia di Philadelphia non iniziò prima del Dicembre '79. Tra i testimoni iniziali dell'accusa c'era l'ispettore capo George Fencl, capo degli affari civili, che, insieme a Rizzo, era uno dei principali orchestratori del complotto teso ad eliminare l'organizzazione MOVE. Ai processi ed alle udienze passate, le corti spesso si erano opposte al tentativo MOVE di prendere gli alti ranghi degli alleati dei cospiratori e metterli al banco del testimone. Cogliendo l'opportunità, MOVE procedette ad interrogare Fencl abbondantemente. Dopo 4 giorni pesanti di interrogatori turbolenti, il giudice Malmed alla fine tagliò le domande e giustificò il testimone esausto. Il giorno dopo, giovedì 15 Gennaio 1980, la corte era chiusa per una vacanza. Il mercoledì MOVE arrivarono arrabbiati al processo. Il giorno prima, la polizia aveva effettuato un altro raid a Richmond, Virginia, dove vivevano due donne MOVE e molti bambini tra i quali molti avevano i genitori imputati per i fatti dell'8 Agosto. MOVE richiese che il processo fosse sospeso fino a quando non si sarebbero potute accertare in che stato si trovavano i loro figli e le loro figlie. Ma Malmed rifiutò. Alcuni tra gli imputati più infuriati furono sbattuti fuori nel momento in cui il giudice autorizzò a procedere nonostante le ripetute obiezioni dei genitori interessati. Nei due giorni successivi le ostilità continuarono fino a quando Malmed chiese che tutti gli imputati venissero allontanati dall'aula del tribunale. Quindi ordinò agli avvocati di spostare il caso nonostante l'insistenza MOVE per i quali nessun avvocato li poteva rappresentare in loro assenza. Nessuno degli imputati ebbe la possibilità di essere presente nei successivi 47 giorni al proprio processo.

SENTENZE DAI 30 AI 100 ANNI


L'otto maggio del 1980, dopo 67 giorni di processo, il giudice Malmed dichiarò Janine, Debbie, Janet, Merle, Delbert, Mike, Edward, Phile Chuck Africa colpevoli di omicidio di terzo grado, cospirazione e tentativi ripetuti di omicidio premeditato e assalto aggravato. A ognuno/a degli imputati fu data una sentenza che varia dai 30 ai 100 anni.
Qualche giorno dopo il verdetto, Malmed fu ospite ad un talk-show di una radio locale. Il giornalista Mumia Abu Jamal che vi partecipava chiese al giudice: "Chi ha sparato a James Ramp?" Malmed rispose: "Non ne ho la più pallida idea" e andò avanti dicendo che da quando i MOVE volevano essere trattati come una famiglia, li dichiarò colpevoli come famiglia. Altri tre adulti che erano stati trovati nella casa l'otto agosto, altri due mai condannati e Consuewella Dotson, che rifiutarono di rinnegare MOVE furono condannati in un altro processo con sentenze da 10 a 20 anni dal giudice Levy Anderson che aggiunse altri tre anni e mezzo per vilipendio alla corte. I nove imputati protestarono per essere stati condannati solamente per la loro condivisione incrollabile alla causa MOVE più che per qualsiasi forma di complicità nella morte del poliziotto.
Le basi legali per l'operazione militare di Rizzo erano 21 capi di accusa firmati la settimana prima dell'8 agosto. Il giudice DiBona aveva firmato queste garanzie perché i MOVE non erano apparsi davanti alla corte durante la sentenza del 2 agosto nella quale egli aveva deciso che MOVE aveva violato il periodo di 90 giorni per lasciare la casa. Il 31 gennaio 1980 il giudice DiBona morì, anche se le sue garanzie non furono ritirate. Solamente 9 membri MOVE furono arrestati 1'8 agosto. Gli altri 12 in attesa di giudizio, rimasero fuori sebbene: 1) MOVE non aveva mai accettato un ultimatum di 90 giorni; 2) Il giudice DiBona non aveva giurisdizione in materia criminale; 3) I termini dell'accordo stipulato prevedevano che il procuratore Oscar Gaskins avrebbe rappresentato MOVE e che a nessun membro venisse richiesto di partecipare all'udienza; 4) Dall'8 agosto la casa non sarebbe più esistita. Questi tecnicismi non furono di ostacolo per la versione della Procura Distrettuale. Sulle basi dei provvedimenti presi dal giudice morto, l'ufficio di Ed Rendell fabbricò accuse di criminali latitanti, e la campagna di caccia e distruzione dei MOVE continuò.

SUPERANDO IN ASTUZIA I FEDERALI


Durante l'attacco dell'estate 1977, gli agenti federali ATF, avevano indotto Donald Glassey, precedentemente associato ai MOVE a coinvolgere l'organizzazione nella costruzione di una bomba e di un running scheme. Ma quando i capi d'accusa furono esposti il 1° Settembre 1977, solo due membri dei MOVE furono nominati: Vincent e Alfonso Africa. Gli agenti federali impiegarono tre anni per trovarli. Nel frattempo Glassey era già stato inserito nel programma di protezione dei testimoni federali. Il 13 Maggio 1981 i federali arrestarono 9 membri MOVE a Rochester, New York. Vincente e Alfonso Africa furono estradati a Philadelphia per il processo sulla costruzione della bomba ed attacco armato. Il giudice dello stato di New York Andrew Celly avvertì gli ufficiali della Pennsylvania che probabilmente avrebbe scarcerato chi, tramite la testimonianza, avesse dimostrato la propria innocenza. Terrorizzato dall'idea di farsi scappare la preda, l'ufficio di Rendell ricorse ad un provvedimento di estradizione firmato dal governatore Dick Thombourg e i membri MOVE furono riportati a Philadelphia.
Durante le procedure legali di Sue, Alberta, Dennis, Conrad, Raimond e Jerry Africa, la mancanza di validità dei procedimenti originari venne ripetutamente ignorata. Nel caso di Alberta, il giudice Kendall Shoyer ordinò di legarla e imbavagliarla per impedirle di parlare.
Nel luglio del 1981, Vincent Africa, anche conosciuto come Africa e Alfonso Africa condussero da soli la propria difesa nel processo davanti alla corte federale a Philadelphia. Il caso fu chiamato "JOHN AFRICA CONTRO IL SISTEMA". Indifferente alle bugie e alle distorsioni dei testimoni dell'accusa, Vincent confutò le accuse delle guardie, degli agenti federali, degli esperti di esplosivi e degli ex associati MOVE.
In una veemente arringa finale, Vincent non confutò direttamente l'evidenza della testimonianza del governo ma condannò l'intera forma del sistema mondiale e accusò le corti di essere meri strumenti dell'industria che trae profitto dall'avvelenamento dell'aria, del cibo e dell'acqua necessarie alla vita. Il governo rimase sbalordito quando la giuria dichiarò assolti Vincent e Alfonso.


CERCANDO LA GIUSTIZIA


Dopo il confronto dell'8 agosto, l'attività principale MOVE era assicurare la liberazione dei membri innocenti che si trovavano ad affrontare non solo condanne dai 30 ai 100 anni di carcere, ma anche un sistema carcerario vendicativo e gli insulti delle guardie. Alcuni membri fecero anche lo sciopero della fame per ottenere i diritti elementari che avevano gli altri detenuti.
Sia il comportamento insensibile della polizia che la determinazione e l'impegno MOVE si intensificarono solo dopo l'allontanamento di Rizzo, nel gennaio 1980, dall'ufficio. Nel gennaio 1979 e nuovamente nel 1980 i MOVE tennero grandi manifestazioni all'aperto in occasione dell'8 agosto per denunciare le ingiustizie che la città continuava a commettere. I MOVE pubblicarono un loro quotidiano, "First Day" (il primo giorno), per combattere l'estesa disinformazione. Secondo i MOVE non ci si può aspettare che ci sia giustizia in un sistema che non è giusto e continua a dimostrare la sua palese mancanza di giustizia volta dopo volta. Tuttavia i MOVE si appellarono con fermezza alle condanne dell'8 agosto per non essere accusati di lasciare prescritte le ingiuste procedure, prima di prendere la via del confronto. La corte superiore negò questo appello.
Allora i MOVE cercarono di incontrarsi con alcuni ufficiali che avrebbero ascoltato i loro reclami sul sistema legale. Il giudice procuratore della corte di difesa Edward Bradley ammise che c'erano elementi inconsistenti per l'8 agosto, ma si rifiutò di prendere provvedimenti. Il procuratore distrettuale Ed Rendall rifiutò apertamente di incontrarsi con i MOVE e con gli avvocati che speravano di discutere il loro caso. Il consigliere Lucienn Blackwell e il presidente del consiglio della città Joseph Coleman declinarono l'incarico.
Iniziando nel 1982 i MOVE si incontrarono diverse volte con il direttore Wilson Goode che vinse le elezioni nel 1983. Dopo aver rivisto le rivendicazioni dei MOVE, Goode ammise che ai MOVE era stata negata giustizia e promise di rimediare alla situazione non prima di essere stato eletto sindaco. Queste parole e promesse da politico non significarono nulla per i MOVE. Le azioni e i fatti di Goode dimostrarono che ignorava le ingiustizie.