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Statuto del Partito Marxista Leninista Italiano


 

 

(Approvato dal Cogresso di fondazione del Partito l'11 Aprile 1977. Aggiornato alla Mozione approvata dal 2° Congresso nazionale del PMLI in data 8 novembre 1982 e al Documento dell'Ufficio politico del Partito del 26 dicembre 1990)

Premessa
I


Il Partito marxista-leninista italiano è costituito sulla base dell'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana Marxista-Leninista, che fu fondata il 14 dicembre 1969 ad opera di una piccola pattuglia di autentici marxisti- leninisti, nel fuoco della lotta contro la cricca revisionista togliattiana e i falsi marxisti-leninisti, sulla base del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, dell'esperienza storica del movimento operaio italiano e internazionale, sotto la potente spinta della Grande rivoluzione culturale proletaria, con il preciso scopo di lottare per la costituzione del Partito rivoluzionario del proletariato italiano; un Partito che, per fondamento teorico, composizione di classe, struttura organizzativa e linea politica, non aveva precedenti nella storia del movimento operaio italiano.
L'OCBI m-l nei suoi oltre sette anni di intensa e dinamica vita ha condotto un'ardua e instancabile lotta per l'unità di tutti gli autentici marxisti-leninisti italiani. La pratica ha dimostrato che le organizzazioni che si richiamavano al marxismo-leninismo non esistevano nella lotta di classe o erano appendici e copertura del revisionismo togliattiano e che non era possibile fare affidamento su di esse per costruire con loro il Partito del proletariato.
La fondazione del Partito ha potuto realizzarsi solo grazie al rafforzamento organico e su tutti i piani dell'OCBI m-l, agli sforzi congiunti e infaticabili dei suoi militanti e dirigenti e contando sull'appoggio e il sostegno del proletariato italiano e internazionale.


II


Il Partito per guidare la rivoluzione socialista alla vittoria deve basarsi sulla giustezza della sua linea politica e la solidità della sua organizzazione, che va salvaguardata dagli attacchi del nemico di classe con tutte le necessarie misure.(...)


CAPITOLO I IL PARTITO


ARTICOLO 1 - Il Partito marxista-leninista italiano è l'avanguardia cosciente e organizzata del proletariato italiano, il Partito politico della classe operaia, che dirige le lotte immediate e parziali e quelle generali e a lungo termine dell'intera classe e delle larghe masse popolari italiane e guida la rivoluzione socialista alla completa vittoria.
ARTICOLO 2 - Il Partito ha quale base teorica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong che presiede al suo orientamento ideologico, politico, organizzativo e pratico.
ARTICOLO 3 - Il Partito possiede, sviluppa ed applica una linea strategica e tattica autenticamente proletaria e rivoluzionaria.
La linea politica del Partito è organicamente esposta nel suo Programma, che stabilisce quali sono il carattere, le forze motrici e gli scopi della rivoluzione socialista italiana, i principali compiti della classe operaia nella prospettiva della conquista del potere politico e gli obiettivi e gli scopi del Partito.
Il programma fondamentale del Partito è di guidare il proletariato alla conquista del potere politico, abbattere la dittatura borghese, instaurare la dittatura del proletariato ed assicurare il completo trionfo del socialismo sul capitalismo. Lo scopo finale del Partito è la realizzazione del comunismo.
Poiché durante il periodo storico del socialismo esistono ancora le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe, la lotta tra la via socialista e la via capitalista, i tentativi di restaurazione capitalistica, la minaccia di sovversione e di aggressione dell'imperialismo, il Partito guida il proletariato e le larghe masse popolari nell'edificazione del socialismo seguendo la teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato.
ARTICOLO 4 - Il Partito cura la sua composizione di classe, nelle sue file possono militare solo gli elementi più avanzati, coscienti e coraggiosi della classe operaia e coloro che con decisione e generosità combattono in prima fila sulle posizioni del proletariato, sono capaci di educare, organizzare e mobilitare il proletariato e le grandi masse popolari italiane contro la borghesia e i revisionisti.
Il Partito mira ad un'alta qualità dei suoi membri, attribuisce la massima importanza alle loro doti politiche, sociali e morali, dedica ogni sforzo alla loro formazione ideologica, allo sviluppo della loro tempra rivoluzionaria e al rafforzamento della loro capacità di difendere e attuare risolutamente la linea del Partito.
I membri del Partito devono praticare il marxismo e non il revisionismo, sostenere l'unità e non la scissione, essere sinceri e onesti e non ricorrere agli intrighi e ai complotti, debbono osare andare contro corrente, praticare la critica e l'autocritica, essere modesti e avveduti, condurre una vita semplice e rivoluzionaria, formare una cosa sola col Partito, essere in ogni momento col Partito e del Partito.
ARTICOLO 5 - La struttura organizzativa del Partito è saldamente basata sul principio del centralismo democratico.
Il Partito è compatto e monolitico, non sopporta il frazionismo e lo scissionismo, è attrezzato in tutto e per tutto alla lotta di classe e alla rivoluzione socialista.
Il Partito, come spiega scientificamente il marxismo- leninismo-pensiero di Mao Zedong e come dimostra l'esperienza del movimento operaio internazionale, si costruisce nella lotta, in ogni fase della sua crescita e del suo sviluppo esiste la lotta tra le due linee, la linea del proletariato e quella della borghesia. Anche se il Partito possiede una linea giusta e una direzione marxista- leninista corre sempre il pericolo che la borghesia attraverso l'infiltrazione riesca a capovolgere questa linea e a rovesciare questa direzione. I militanti del Partito debbono esercitare una costante vigilanza, sventare e respingere con fermezza ogni tentativo borghese e revisionista di impadronirsi del Partito e di fargli cambiare colore.
ARTICOLO 6 - Il Partito, in quanto forma suprema di organizzazione della classe operaia, esercita la sua direzione in tutti i campi (...)
ARTICOLO 7 - Il Partito si attiene fermamente ai principi dell'internazionalismo proletario e considera il rovesciamento del capitalismo italiano il contributo maggiore che esso possa dare all'avanzata e alla vittoria della rivoluzione mondiale.
Il Partito si colloca a fianco di tutti i Partiti e le Organizzazioni autenticamente marxisti-leninisti, del proletariato, dei popoli e delle nazioni oppresse del mondo intero e si unisce strettamente a loro nella risoluta lotta contro l'imperialismo, il revisionismo moderno e tutta la reazione, mira alla loro completa sconfitta, all'eliminazione integrale dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e all'emancipazione di tutta l'umanità.
Il Partito è animato dal più profondo spirito internazionalista che lega il proletariato e tutti gli autentici marxisti-leninisti del mondo, lotta in maniera conseguente e permanente per la loro unità che può realizzarsi solo sulla base del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, dell'internazionalismo proletario e della lotta coerente contro l'imperialismo.


CAPITOLO II I QUADRI


ARTICOLO 8 - I quadri del Partito, poiché una volta definita la linea politica costituiscono un fattore decisivo debbono essere degli autentici marxisti-leninisti.
La qualità dei dirigenti ai vari livelli del Partito garantisce che il Partito sia forte, saldamente attestato sulle posizioni del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, in grado di assolvere tutti i suoi compiti rivoluzionari, fedele alla causa del proletariato e della rivoluzione socialista e che non degeneri mai.
I dirigenti del Partito debbono particolarmente vigilare affinché i revisionisti, gli arrivisti, i cospiratori e i cattivi elementi di qualsiasi genere non usurpino la direzione del Partito.
ARTICOLO 9 - I quadri devono avere i seguenti requisiti:
a) conoscere profondamente e saper mettere in pratica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong e la linea politica del Partito, essere gli alfieri della lotta contro il revisionismo moderno;
b) sapere educare, organizzare e dirigere i militanti e le masse, unirsi e lavorare insieme a loro, ascoltarne le opinioni, proposte e critiche e meritarne e conquistarne la piena fiducia;
c) avere dato ripetute e concrete prove di essere disinteressati e inflessibili servitori del proletariato e delle larghe masse popolari italiane e internazionali;
d) essere capaci di orientarsi ed affrontare da soli i problemi, mantenendosi incrollabili di fronte a tutte le difficoltà;
e) volere costantemente sviluppare la propria coscienza politica e trasformare la propria concezione del mondo in senso proletario;
f) praticare uno stile di lavoro marxista-leninista, essere modesti e avveduti, guardarsi dall'individualismo, dall'arroganza e dalla precipitazione, rifuggire ogni indolenza e passività;
g) essere di esempio nella lotta di classe e nell'applicazione del centralismo democratico, usare rispetto e spirito di collaborazione verso gli altri quadri del Partito, vecchi e nuovi, mettere in pratica lo stile di lavoro di imparare gli uni dagli altri;
h) essere sempre pronti, non vantando meriti o privilegi, a cambiare ruolo e posto di combattimento se il Partito lo richiede.
ARTICOLO 10 - I rivoluzionari di professione sono dei dirigenti o dei militanti che lavorano permanentemente per il Partito.
Secondo un piano predisposto dall'Ufficio politico, i rivoluzionari di professione devono effettuare annualmente un periodo di lavoro a livello di base, cioè come semplici militanti di cellula, al fine di prevenire il revisionismo, il dogmatismo e il burocratismo, e perché abbiano sempre quella concezione del mondo che è propria del proletariato.
ARTICOLO 11 - I quadri e i rivoluzionari di professione del Partito devono essere i suoi migliori militanti in tutto e per tutto, gli esempi concreti di veri marxisti-leninisti, compagni che senza chiedere nulla per sé dedicano se stessi al Partito e alla causa della rivoluzione proletaria.


CAPITOLO III I MEMBRI DEL PARTITO


ARTICOLO 12 - Può essere membro del Partito qualunque elemento avanzato del proletariato industriale e agricolo, qualunque elemento avanzato dei contadini poveri e qualunque sincero rivoluzionario sulle posizioni della classe operaia, che accetti il Programma e lo Statuto del Partito, che militi e lavori attivamente in una delle sue istanze, applichi le direttive del Partito e versi regolarmente le quote.
Non può essere membro del Partito chi sfrutta lavoro altrui, chi ha e professa una religione o una filosofia non marxista.
E' il Partito che forma i marxisti-leninisti, marxisti-leninisti non si nasce ma si diventa militando nel Partito.
ARTICOLO 13 - Ogni membro del Partito deve:
a) studiare e praticare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, diffonderlo tra il proletariato e le larghe masse popolari;
b) essere intransigente sui principi e lottare con fermezza contro l'ideologia borghese, il revisionismo moderno, il dogmatismo e tutte le idee errate;
c) difendere la linea politica e la struttura organizzativa del Partito, impugnare e applicare il Programma e rispettare lo Statuto del Partito;
d) attenersi al centralismo democratico e osservare una ferma disciplina proletaria, realizzare con entusiasmo, impegno e diligenza qualsiasi compito affidatogli dal Partito e tenere a mente che per un militante ciò che conta è fare la rivoluzione indipendentemente dal posto di combattimento assegnatogli dal Partito;
e) lavorare nelle organizzazioni di massa, soprattutto nei sindacati, difendere risolutamente gli interessi delle masse, dividerne gioie e dolori, legarsi strettamente ad esse sapendone essere allievo e maestro, conquistarle alla causa della rivoluzione socialista e del comunismo;
f) applicare lo stile di lavoro consistente nell'integrare la teoria con la pratica, usare un'attenta vigilanza rivoluzionaria, lottare contro il liberalismo e impugnare saldamente l'arma della critica e dell'autocritica;
g) pensare, agire e vivere da rivoluzionario, trasformare la propria concezione del mondo, elevare la propria coscienza politica, essere risoluto e coraggioso nella lotta di classe, non temere alcun sacrificio, anteporre gli interessi della rivoluzione a quelli personali, non esitare a dare anche la vita per la causa del proletariato;
h) dare generosamente e senza riserve il proprio aiuto economico al Partito, mettergli a disposizione se occorre ogni proprio mezzo materiale per far fronte alle necessità della rivoluzione.
ARTICOLO 14 - Ogni membro del Partito ha diritto a:
a) prendere parte alle riunioni, discussioni, decisioni e attività della propria istanza;
b) dare il proprio contributo alla elaborazione e sviluppo della linea politica del Partito, anche collaborando attivamente alla sua stampa;
c) essere ascoltato dalle istanze superiori e dai dirigenti del Partito ai diversi livelli, ed avanzare loro proposte e suggerimenti;
d) rivolgersi segretamente, per motivi di vigilanza rivoluzionaria, alle istanze superiori del Partito e se è il caso allo stesso Segretario generale;
e) essere chiamato ad assumere incarichi dirigenti ad ogni livello;
f) criticare qualsiasi militante, dirigente o istanza del Partito nelle opportune forme e nel rispetto del centralismo democratico;
g) essere assistito dal Partito, con ogni mezzo possibile, in caso di repressione.


CAPITOLO IV AMMISSIONE AL PARTITO


ARTICOLO 15- L'ammissione al Partito si realizza su base individuale.
La domanda di ammissione deve essere controfirmata da due membri effettivi del Partito che, in qualità di presentatori, rispondono della serietà, affidabilità e tempra rivoluzionaria del candidato.
L'accettazione della domanda è subordinata all'esame ed approvazione della cellula cui è diretta e alla ratifica delle istanze superiori.
L'approvazione della domanda comporta l'ammissione del candidato alla cellula, la sua attiva partecipazione alla vita dell'istanza, l'assolvimento dei doveri e l'acquisizione dei diritti di membro del Partito; durante il periodo di candidatura tuttavia il suo voto è consultivo e non può ricoprire incarichi dirigenti.
ARTICOLO 16 - Il periodo di candidatura è fissato in un anno per gli operai e i contadini poveri e in due anni per tutti gli altri elementi la cui collocazione di classe non è proletaria.
Alla sua scadenza la cellula, prima di accettare il candidato come membro effettivo del Partito, ne esamina la vita politica e valuta le qualità dimostrate e l'impegno espresso nella lotta di classe a livello ideologico e teorico, politico e pratico. Il periodo di candidatura può essere rinnovato qualora il candidato non sia ritenuto in possesso di tutti i requisiti richiesti, ma alla sua scadenza deve essere presa un decisione definitiva.
La nomina a membro effettivo e le decisioni riguardanti la candidatura devono essere ratificate dalle istanze superiori.
ARTICOLO 17 - Per l'ammissione al Partito di coloro che hanno ricoperto incarichi dirigenti in altri partiti e organizzazioni deve essere espresso parere favorevole da parte del Comitato provinciale se si tratta di dirigenti locali, e del Comitato centrale se si tratta di dirigenti nazionali.
La durata del periodo di candidatura per questi casi è fissata in tre anni.


CAPITOLO V MISURE DISCIPLINARI


ARTICOLO 18 - Il Partito esige che tutti i suoi militanti osservino la più salda e cosciente disciplina proletaria basata sulla obbedienza consapevole e responsabile e la scelta volontaria di aderire alla sua linea politica e organizzativa.
La denuncia degli errori e la critica dei difetti devono avere lo scopo di ``imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri e curare la malattia per salvare il paziente'', occorre saper distinguere fra i due differenti tipi di contraddizione, quelle in seno al popolo e quelle tra il nemico e noi. Non bisogna colpire con violenza e sconsideratamente i compagni che non nascondono la malattia, desiderano curarsi e correggersi e non persistono negli errori. La critica deve essere aperta e leale ed avere lo scopo di unire e non di dividere, tutte le misure disciplinari vanno adottate solo dopo approfondito esame e con una precisa motivazione.
Quanto agli arrivisti e agli imbroglioni, agli elementi a doppia faccia, ai frazionisti, agli elementi incorreggibili, ai rinnegati, ai traditori e agli agenti della borghesia e del revisionismo, occorre espellerli decisamente e senza alcuna esitazione dal Partito.
ARTICOLO 19 - Quando un membro viola la disciplina del Partito, l'istanza cui appartiene prende nei suoi confronti, in base al caso concreto, le seguenti misure disciplinari:
- avvertimento;
- avvertimento severo;
- sospensione dall'istanza per un periodo non superiore a sei mesi, rimanendo a disposizione del Partito;
- destituzione dagli incarichi direttivi;
- sospensione dei diritti di membro effettivo per un periodo non superiore ad un anno;
- radiazione;
- espulsione.
Le misure disciplinari sono immediatamente operative, ma debbono essere sottoposte alla ratifica delle istanze superiori per divenire definitive.
ARTICOLO 20 - Le misure disciplinari che comportano destituzione dagli incarichi direttivi, sospensione dei diritti di membro effettivo, radiazione ed espulsione dal Partito devono essere adottate con la maggioranza dei due terzi.
ARTICOLO 21 - Il Comitato centrale può in qualsiasi momento destituire i dirigenti dei Comitati provinciali e delle cellule che sono venuti meno ai propri doveri.
I Comitati provinciali possono ugualmente e per gli stessi motivi destituire i dirigenti delle cellule, ma tale decisione è soggetta a ratifica del Comitato centrale.
ARTICOLO 22 - Ogni membro del Partito oggetto di misure disciplinari può ricorrere alle istanze superiori fino al Comitato centrale.


CAPITOLO VI IL PRINCIPIO ORGANIZZATIVO DEL PARTITO


ARTICOLO 23 - Il principio organizzativo del Partito è il centralismo democratico.
Tutte le direttive del Comitato centrale sono impegnative e vincolanti per tutti i membri e tutte le istanze del Partito, che devono osservare le seguenti regole di disciplina:
1) l'individuo è subordinato all'istanza;
2) la minoranza è subordinata alla maggioranza;
3) l'istanza inferiore è subordinata all'istanza superiore;
4) tutto il Partito è subordinato al Comitato centrale.
ARTICOLO 24 - Le istanze dirigenti del Partito ai vari livelli devono avere contatti diretti e periodici con le istanze inferiori, informarle sulle attività di interesse generale, prestare attenzione al loro lavoro politico, ascoltarne le opinioni, le proposte e le critiche.
ARTICOLO 25 - Il centralismo democratico è un'unità dialettica di centralismo e democrazia, di disciplina e di libertà, che si deve perseguire combinando correttamente la direzione collettiva con la responsabilità individuale e rendendo coscienti tutti i militanti del Partito della grandiosità dei loro compiti.


CAPITOLO VII LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PARTITO ORGANI DIRIGENTI CENTRALI


ARTICOLO 26 - Il supremo organo dirigente del Partito è il Congresso nazionale e, fra un Congresso e l'altro, il Comitato centrale.
Il Congresso nazionale del Partito è convocato in via ordinaria ogni tre anni da parte del Comitato centrale che ne fissa le norme di svolgimento e l'ordine del giorno. La convocazione può essere anticipata o rinviata per motivi particolari.
Al Congresso nazionale partecipano i delegati eletti dai Congressi provinciali tenuti secondo le modalità fissate dal Comitato centrale.
Il Congresso nazionale del Partito fissa la linea politica del Partito; apporta eventuali modifiche al Programma e allo Statuto; discute il rapporto sull'attività del Comitato centrale e tutti gli argomenti posti all'ordine del giorno; elegge il Comitato centrale e il Segretario generale del Partito.
ARTICOLO 27 - Il Comitato centrale del Partito è convocato dall'Ufficio politico.
Il Comitato centrale è collegialmente responsabile dell'applicazione della linea politica stabilita dal Congresso nazionale; elegge l'Ufficio politico e il Direttore politico dell'organo centrale di stampa; costituisce in base alle sue necessità Commissioni di lavoro permanenti o temporanee, che sono organi esecutivi delle sue decisioni e di quelle dell'Ufficio politico, e ne nomina i responsabili.
L'Ufficio politico fra una sessione e l'altra del Comitato centrale ne esercita le funzioni e i poteri.
Il Comitato centrale, l'Ufficio politico e i Comitati provinciali sono composti da membri che possono essere effettivi o candidati, il voto dei membri candidati è solo consultivo.
Il Segretario generale del Partito prepara, presiede e coordina le sessioni e i lavori del Comitato centrale, dell'Ufficio politico e della Commissione militare del Comitato centrale; è il rappresentante ufficiale del Partito all'interno del Paese, all'estero e nei rapporti con i Partiti fratelli.
ORGANI DIRIGENTI LOCALI
ARTICOLO 28 - Gli organi dirigenti locali del Partito sono i Comitati provinciali che hanno la responsabilità dell'applicazione della linea politica, del rafforzamento e dello sviluppo del Partito a livello locale.
Il Comitato provinciale è nominato dal Comitato centrale che tiene conto del parere espresso dai segretari di cellula.
Il segretario del Comitato provinciale è nominato dal Comitato centrale dopo aver sentito il parere dei membri del Comitato provinciale stesso.
ORGANIZZAZIONI DI BASE
ARTICOLO 29 - Le organizzazioni di base del Partito sono le cellule.
La cellula è costituita nelle fabbriche, nelle officine, nelle aziende agricole e in ogni altro luogo di lavoro. Qualora ciò non risulti possibile è creata su basi territoriali.
Quando nella medesima fabbrica, luogo di lavoro o territorio operano più cellule, il Comitato provinciale al fine di coordinare le loro attività può istituire un Comitato di coordinamento composto dai segretari delle cellule interessate.
La cellula è formata da non meno di tre e da non più di sette membri.
La cellula è guidata da un segretario nominato dal Comitato provinciale, tenuto conto del parere dei membri della cellula. La nomina del segretario di cellula deve essere ratificata dal Comitato centrale.
Quando i membri della cellula sono almeno sei essi eleggono un Comitato di cellula composto da tre membri, che assicura il buon funzionamento, la migliore attività e il più tempestivo intervento politico della cellula.
Ogni membro della cellula deve assolvere ad un preciso incarico nel quadro dell'attività generale dell'istanza.
ARTICOLO 30 - La cellula ha il compito di:
a) studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, tenendone alta la rossa bandiera tra il proletariato e le masse, combattere il revisionismo moderno;
b) propagandare, difendere e tradurre in pratica la linea politica generale del Partito, applicando le sue direttive e il suo Programma, diffondere in maniera militante la stampa del Partito;
c) rispettare lo Statuto, il centralismo democratico e la vigilanza rivoluzionaria, fornire regolari informazioni, sulla propria attività e sulle questioni che interessano il Partito, all'istanza superiore;
d) prendere parte attiva alla lotta di classe, legarsi strettamente alle masse, conoscerne i problemi, opinioni e aspirazioni, organizzarle, mobilitarle ed esercitare nei loro confronti una giusta, sicura e riconosciuta direzione politica;
e) applicare lo stile di lavoro marxista-leninista, integrare la teoria con la pratica, condurre inchieste e ricerche, praticare coraggiosamente la critica e l'autocritica;
f) avere una vita intensa e dinamica, sviluppare la lotta ideologica attiva, centralizzando le idee giuste e rigettando le idee errate;
g) ammettere nuovi membri nel Partito, impedire l'infiltrazione dei nemici di classe e garantire la purezza delle sue file, espellendo ciò che è alterato e assorbendo ciò che è nuovo;
h) educare e formare con particolare cura i membri candidati, guidare tutti i suoi militanti alla lotta contro la borghesia e i suoi agenti revisionisti.
(...)

CAPITOLO VIII STAMPA, BANDIERA E INNI DEL PARTITO


ARTICOLO 32 - L'organo centrale di stampa del Partito è Il Bolscevico.
ARTICOLO 33 - La bandiera del Partito è rossa, con falce e martello neri al centro e l'effige di Mao Zedong in nero posta in alto dalla parte dell'asta.
ARTICOLO 34 - Gli inni del Partito sono ``L'Internazionale'', ``Bandiera rossa'' e l'inno del Partito "Il Sole Rosso".