Biblioteca Multimediale Marxista


II.

Guerra del popolo esercito del popolo

L'Esercito popolare del Viet Nam festeggia il 22 dicembre 1959 il quindicesimo anniversario della sua fondazione. Vorrei in questa occasione parlarvi brevemente sul tema della lotta e dell'edificazione delle forze armate rivoluzionarie del Viet Nam. Vorrei al tempo stesso porre in evidenza i punti fondamentali caratteristici della linea politica militare del Partito d'avanguardia della classe operaia e del popolo vietnamita, il Partito Comunista Indocinese diventato oggi il Partito dei Lavoratori del Viet Nam.
Come è stato chiarito dal marxismo-leninismo, "la storia di ogni società fino ai nostri giorni è stata la storia delle sue lotte di classe." Queste lotte possono assumere tanto l'aspetto politico quanto quello armato, nella misura in cui la lotta armata non è che la continuazione della lotta politica. In una società divisa in classi distinguiamo due tipi di politica : la politica delle classi e delle nazioni sfruttatrici ed oppressive e quella delle classi e delle nazioni sfruttate ed oppresse. Possiamo anche quindi distinguere due tipi di guerre, due tipi di Stati, di eserciti diametralmente opposti, gli uni rivoluzionari, popolari e giusti, gli altri controrivoluzionari, antipopolari e ingiusti.
La Rivoluzione d'Ottobre russa ha segnato l'avvento di un nuova era nella storia dell'umanità. Ha fatto la sua apparizione uno Stato di tipo nuovo, quello della dittatura del proletariato, quello degli operai e dei contadini, dei lavoratori, e dei popoli sovietici finalmente liberi. Anche un esercito di tipo nuovo faceva la sua apparizione, l'Armata Rossa, autentico esercito di popolo, posto sotto la direzione del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Nato nel seno della Rivoluzione d'Ottobre e temprato nelle battaglie che le tennero dietro, l'Armata Rossa doveva diventare in breve tempo il piú potente esercito del mondo, sempre pronto a difendere la Patria sovietica, primo stato degli operai e dei contadini.

In Asia, la rivoluzione nazionale democratica del popolo cinese assumeva, dopo la prima guerra mondiale e sotto la felice influenza della Rivoluzione russa, uno sviluppo prestigioso. Per ottenere la propria libertà il popolo cinese si levava con coraggio per diverse decine di anni nella lotta armata. In questa guerra rivoluzionaria, intessuta tutta di eroismo e di sacrifici, è sorto e si è sviluppato l'Esercito di liberazione cinese, anch'esso esercito di tipo nuovo, autenticamente popolare, posto sotto la direzione del Partito Comunista Cinese.
Con i suoi quindici anni l'Esercito popolare del Viet Nam è un esercito rivoluzionario giovane. Si è sviluppato nel corso della guerra di liberazione nazionale del popolo vietnamita dal cui stesso seno è sorto, ed ha attualmente il compito glorioso di difendere l'edificazione socialista nel Nord e di contribuire al tempo stesso a farne una potente base per la riunificazione pacifica del paese. Anch'esso è un esercito di tipo nuovo, un esercito autenticamente popolare, posto sotto la direzione del Partito della classe operaia del Viet Nam.
In U.R.S.S., in Cina e in Viet Nam le guerre e gli eserciti rivoluzionari si assomigliano, per le loro fondamentali caratteristiche comuni: la loro natura popolare e rivoluzionaria, la giusta causa di cui sono al servizio.

La guerra e l'esercito rivoluzionari vietnamiti hanno tuttavia caratteristiche specifiche. Fin dall'inizio infatti, nell'Unione Sovietica, la guerra rivoluzionaria ha trovato collocazione nell'ambito di una rivoluzione socialista; si è svolta d'altro canto in un paese indipendente, dotato di una economia industriale moderna già abbastanza sviluppata, e che, sotto il regime socialista, ha avuto ulteriore e continuo sviluppo. Quanto alla guerra della Cina, permase durante un lungo periodo nell'ambito della rivoluzione democratica nazionale di un paese semicoloniale, paese inoltre immensamente vasto e popolato da più di seicento milioni di abitanti.
La guerra rivoluzionaria del Viet Nam viceversa, benché si ponesse, come quella cinese, gli obbiettivi della rivoluzione nazionale democratica, se ne differenziava per il fatto di svolgersi in un paese coloniale, paese inoltre molto piú piccolo della Cina tanto per l'estensione quanto per la popolazione.
Così la storia della lotta armata e dell'edificazione delle forze armate nel Viet Nam non è altro che la storia di una piccola nazione sottoposta alla dominazione coloniale, priva di un vasto territorio e di una popolazione numerosa, che ha dovuto levarsi, nonostante l'iniziale mancanza di un esercito regolare, contro le forze aggressive di una potenza imperialista, riuscendo infine a trionfarne, liberando la metà del paese e riuscendo ad avviarlo sulla via del socialismo. Quanto alla politica militare del Partito d'avanguardia della classe operaia vietnamita, fu un'applicazione del marxismo-leninismo alle concrete condizioni della guerra di liberazione in un paese coloniale.



1

Il Viet Nam è uno dei paesi del Sud-Est Asiatico che ha una storia molto antica. Con i suoi 330.000 km2 e i suoi 25 milioni di abitanti, con la sua posizione geografica che si stende lungo il Pacifico, è oggi uno degli avamposti del mondo socialista.
Nel corso della sua storia plurimillenaria, la nazione vietnamita ha resistito vittoriosamente a più riprese alle invasioni dei signori feudali cinesi, e può essere orgogliosa delle sue tradizioni di lotta e di indomabilità per la salvaguardia della sua indipendenza.
L'imperialismo francese, dopo avere invaso il Viet Nam nella seconda metà del secolo XIX, ne fece una colonia. Da allora, la lotta contro l'imperialismo francese si estese sempre più, i sollevamenti, malgrado la repressione, si succedettero gli uni agli altri, ottenendo la partecipazione di strati sempre più ampi appartenenti a tutte le classi sociali.
Nel 1930 fu fondato il Partito Comunista Indocinese, e il movimento di liberazione nazionale prese, sotto la sua direzione ferma e lungimirante, nuovo slancio. Dopo dieci anni di eroica lotta politica il Partito promuove, quasi agli inizi della seconda guerra mondiale, la preparazione della lotta armata, aprendo la guerriglia e cercando di creare una zona libera. Il movimento antigiapponese per la salvezza nazionale sfocia, nel suo irresistibile slancio, nelle gloriose giornate della Rivoluzione d'Agosto 1945. L'intero popolo vietnamita, levatosi come un solo uomo nella insurrezione vittoriosa, instaura, favorito dai grandi avvenimenti che caratterizzano in quel periodo la situazione internazionale — la vittoria dell'Armata Rossa Sovietica e delle forze alleate sul fascismo nipponico — il potere popolare. Nasce la Repubblica Democratica del Viet Nam, la prima democrazia popolare del Sud-Est Asiatico.
La situazione politica del Viet Nam era allora particolarmente difficile e complessa. Le truppe di Chiang Kai-shek erano penetrate nel Nord e quelle della Gran Bretagna nel Sud del paese per disarmare i giapponesi che, durante il periodo immediatamente successivo alla capitolazione, mantenevano ancora tutto il loro arma-mento. In queste condizioni gli imperialisti francesi scatenarono, all'indomani della creazione della Repubblica Democratica, una guerra di riconquista, nella speranza di ristabilire il loro dominio sul Viet Nam.

Il popolo vietnamita, in risposta all'appello del Partito e del Governo con alla testa il Presidente Ho Chi Minh, si levò come un solo uomo per difendere la Patria. Aveva così inizio una guerra sacra per la liberazione del paese. Non era tuttavia persa ogni speranza di regolamento pacifico: nel marzo del 1946 fu concluso un Accordo preliminare in vista della cessazione delle ostilità tra i governi della Repubblica Democratica del Viet Nam e della Francia. Ma i colonialisti francesi vi vedevano solo un mezzo di dilazione, e così violarono senza vergogna l'Accordo appena sottoscritto occupando una dopo l'altra diverse regioni. Nel dicembre del 1946 la guerra si estendeva a tutto il paese. Sarebbe infuriata per nove anni, i nove anni successivi alla fine della seconda grande guerra, ma sarebbe terminata con la brillante vittoria del popolo vietnamita.

La nostra guerra di liberazione fu una guerra di popolo, una guerra giusta. Questa caratteristica essenziale ne avrebbe determinato le leggi e ne avrebbe deciso l'esito finale.
Il generale Leclerc, primo comandante del Corpo di spedizione francese, riteneva nei primi tempi che le operazioni per la rioccupazione del Viet Nam avrebbero costituito solo una passeggiata militare. I generali francesi considerarono debole, e certo limitata nel tempo, la resistenza contro cui si scontrarono all'inizio nel Sud, e continuarono a pensare che sarebbero state loro necessarie tutt'al più dieci settimane per occupare e pacificare tutto il Sud Viet Nam. Quale la ragione di affermazioni di questo genere? I colonialisti francesi ritenevano che per far fronte alla loro aggressione fosse necessario un esercito, e di fatto l'esercito a disposizione del Viet Nam era appena stato creato, era ancora numericamente debole, male organizzato, inquadrato da ufficiali e da sottufficiali senza esperienza, dotato di un equipaggiamento ad un tempo vecchio ed insufficiente, con una scorta di munizioni molto limitata, senza carri armati, aerei, né artiglieria. Come sostenere una seria resistenza con un esercito di questo tipo, come respingere gli attacchi della potente II Divisione blindata? Tutt'al più avrebbe esaurito la sua scorta di munizioni prima di decidersi a deporre le armi. Di fatto l'Esercito vietnamita era allora debole sotto ogni punto di vista, privo di tutto ; i colonialisti sotto questo aspetto avevano ragione. Ma un fatto fondamentale e determinante sfuggiva necessariamente alle loro considerazioni, il fatto che l'esercito vietnamita fosse, benché materialmente molto debole, un esercito di popolo. Il fatto era che la guerra del Viet Nam non si limitava ad opporre due eserciti ; provocando le ostilità, i colonialisti aggressori si scontravano con l'opposizione di tutto il paese, e di fatto tutto il popolo vietnamita si levò contro di loro. L'incapacità di valutare questa profonda verità fece credere ai generali francesi alla possibilità di conseguire una facile vittoria, mentre invece andavano incontro ad una sicura sconfitta. Presumevano di riuscire in una tranquilla riconquista, mentre il popolo del Viet Nam doveva avere ragione delle loro forze.

Vi sono strateghi borghesi che ancora oggi si meravigliano dell'esito della guerra di Indocina, e si domandano quali siano i motivi che hanno consentito alla nazione vietnamita di sconfiggere una potenza imperialista come la Francia, spalleggiata dagli interventisti americani. Hanno tentato di spiegare questa straordinaria realtà attraverso la correttezza della strategia e della tattica adottate, attraverso le forme di combattimento adeguate al tipo di guerra e attraverso l'eroismo dell'Esercito popolare del Viet Nam. Evidentemente questi fattori hanno contribuito tutti al felice esito della guerra di resistenza, ma alla domanda: come ha potuto vincere il popolo vietnamita?, la risposta più esatta e più completa, la risposta migliore può essere solo questa: il popolo vietnamita ha vinto perché la sua guerra di liberazione era una guerra di popolo.
Quando la resistenza si estese a tutto il paese il Partito Comunista Indocinese nelle sue direttive sottolineò che avrebbe dovuto essere opera di tutto il popolo: questa linea racchiude tutto il segreto della vittoria.
La nostra guerra di resistenza era una guerra di popolo, poiché i suoi obbiettivi politici consistevano nello spezzare il giogo imperialista per riconquistare l'indipendenza nazionale e nel rovesciare la classe di proprietari feudali per dare la terra ai contadini, in altri termini nel risolvere radicalmente le due contraddizioni della società vietnamita, — contraddizione fra la nazione e l'imperialismo da un lato, contraddizione tra il popolo, essenzialmente i contadini, e la classe dei proprietari feudali dall'altro, — e nell'aprire la via del socialismo alla rivoluzione vietnamita.
Il Partito così, dirigendo con fermezza la strategia e la tattica della rivoluzione nazionale democratica, indicò al popolo gli obbiettivi da raggiungere: indipendenza e democrazia. Non era d'altro canto sufficiente avere individuato obbiettivi del tutto conformi alle aspirazioni fondamentali del popolo; era ancora necessario ricorrere ad ogni mezzo per illuminare le masse popolari, per educarle ed incoraggiarle, per organizzarle nella lotta per la salvezza nazionale. Il Partito tutto si consacrò a questo lavoro, al collegamento di tutte le forze nazionali, all'ampliamento e al consolidamento del fronte nazionale unito, il Fronte Viet Minh poi Fronte Lien Viet, magnifico esempio della più ampia unione degli strati popolari nella lotta antimperialista in un paese coloniale. Questo fronte in effetti comprendeva le forze patriottiche di tutte le classi e di tutti gli strati sociali, anche dei proprietari terrieri progressisti, tutte le nazionalità del paese, maggioritarie o minoritarie, patrioti appartenenti ad ogni confessione religiosa. "L'unione, la grande unione, per la vittoria, la grande vittoria": questa parola d'ordine fu lanciata dal Presidente Ho Chi Minh e divenne, durante la lunga e dura guerra di resistenza, una realtà, una grande realtà.

Avevamo di fronte una guerra di popolo che si svolgeva in un paese colonizzato da lunga data. Così il fattore nazionale fu qui di importanza fondamentale : era necessario ottenere l'appoggio di tutte le forze in grado di dare il loro contributo per rovesciare gli imperialisti e i loro lacché. D'altro canto questa guerra si svolgeva in un paese agricolo arretrato, in cui i contadini rappresentavano la grande maggioranza della popolazione e le forze essenziali tanto della Rivoluzione quanto della Resistenza. Era quindi necessario che i rapporti fra la questione nazionale e la questione contadina fossero definiti chiaramente, e che la soluzione per fasi successive del problema agrario, strumento fondamentale di mobilitazione delle grandi masse contadine, fosse considerata uno fra i fattori essenziali e decisivi della vittoria. Il Partito, sempre attento agli interessi dei contadini, incominciò col promuovere la riduzione dei tassi di affittanza e di interesse ; in seguito, appena la situazione si fu stabilizzata, promosse con grande decisione la mobilitazione delle masse per realizzare, mediante la riforma agraria, la distribuzione della terra ai contadini, e quindi salvaguardare e rafforzare la Resistenza.
Nel corso degli anni di guerra si manifestarono diverse tendenze sbagliate, sia che ci si occupasse unicamente dell'organizzazione e dell'incremento delle forze armate, trascurando la mobilitazione e l'organizzazione delle masse popolari; sia che ci si occupasse della mobilitazione del popolo per la guerra, senza preoccuparsi con serietà dei suoi interessi immediati e quotidiani, sia ancora che si badasse a soddisfare gli interessi immediati della popolazione in generale, senza accordare sufficiente attenzione a quelli dei contadini. Il Partito ha lottato con decisione contro tutte queste tendenze sbagliate. Per portare la guerra di resistenza alla vittoria, era necessario preoccuparsi del rafforzamento dell'esercito, badando tuttavia a non trascurare la mobilitazione e l'educazione del popolo, l'allargamento e il consolidamento del Fronte nazionale unito; era necessario mobilitare le masse per la guerra di resistenza, badando tuttavia a non trascurare la soddisfazione dei loro interessi immediati, il miglioramento delle loro condizioni di vita, soprattutto per quanto riguardava le masse contadine. Un Fronte nazionale unito, che si basasse, sotto la direzione del Partito, sull'alleanza degli operai e dei contadini, era così un'assoluta necessità.


Gli obbiettivi della guerra popolare vietnamita richiedevano l'adozione di una strategia e di una tattica appropriate, che si basassero sulle caratteristiche del nemico e nostre, sulle concrete condizioni del campo di battaglia, e sul rapporto delle forze in campo. In altri termini, una strategia e una tattica adatte a una guerra di popolo in un paese coloniale economicamente arretrato.
In primo luogo, questa strategia doveva essere la strategia di una guerra di lunga durata. Non che tutte le guerre rivoluzionarie, tutte le guerre popolari debbano necessariamente assumere questo carattere ; se fin dall'inizio le condizioni sono favorevoli al popolo e il rapporto di forze è favorevole alla rivoluzione, la guerra rivoluzionaria può risolversi vittoriosamente in un breve giro di tempo. Ma la guerra di liberazione del popolo vietnamita aveva inizio in condizioni del tutto differenti : avevamo a che fare con un nemico molto più forte e questo rapporto di forze ci privava, con ogni evidenza, della possibilità di impegnare battaglie decisive subito dopo l'apertura delle ostilità e, a maggior ragione, delle possibilità di bloccare l'aggressione fin dalle prime operazioni di sbarco sul nostro territorio. In breve, una vittoria rapida ci era preclusa.
Solo mediante una lunga e dura guerra di resistenza avremmo a poco a poco potuto logorare le forze del nemico, e al tempo stesso rafforzare le nostre, così da far pendere progressivamente la bilancia delle forze in nostro favore e da strappare infine la vittoria. Non c'era per noi altra via.
La strategia e la parola d'ordine della resistenza di lunga durata furono fissate dal Partito Comunista Indocinese fino dai primi giorni della guerra di liberazione. In questo spirito l'Esercito popolare del Viet Nam prese l'iniziativa, dopo aver impegnato duri e ostinati scontri per le strade delle grandi città, di ripiegamenti strategici verso le campagne, per potervi mantenere le basi e preservare le forze.
La guerra rivoluzionaria di lunga durata comportava schematicamente diverse fasi, la fase della difensiva, quella dell'equilibrio delle forze, infine quella della controffensiva; ma la realtà concreta era naturalmente più complessa. Furono necessari parecchi anni di guerriglia sempre più intensa ed estesa per realizzare l'equilibrio delle forze e per sviluppare il nostro potenziale bellico. Passammo alla controffensiva quando lo permisero la situazione interna e internazionale, all'inizio mediante una serie di operazioni su scala locale, quindi con operazioni di più ampia portata, che avrebbero poi condotto alla decisiva vittoria di Dien Bien Phu.
L'applicazione della strategia della guerra di resistenza di lunga durata richiedeva un grande lavoro educativo, una grande lotta ideologica nel popolo e fra i membri del Partito, un gigantesco sforzo organizzativo dal duplice punto di vista economico militare, sacrifici ed eroismi inauditi nell'esercito come nel popolo, al fronte come nelle retrovie. A volte si manifestavano tendenze errate, miranti a bruciare le tappe per terminare più rapidamente la guerra e ad impegnare importanti forze in rischiose avventure militari. Ma il Partito le corresse con una lotta ostinata e perseverò nella via prefissata. Nei momenti difficili sorsero anche certe esitazioni, ma il Partito le fronteggiò con energia e mantenne salda la sua determinazione di lotta e la fiducia nella vittoria finale.


La guerra popolare di lunga durata del Viet Nam richiedeva anche forme di combattimento adeguate: adeguate alla natura rivoluzionaria della guerra, al rapporto di forze in quel tempo nettamente favorevole al nemico, alle ancora molto deboli basi materiali e tecniche dell'Esercito popolare. La guerriglia era questa forma di combattimento adeguata. È possibile affermare che la guerra di liberazione del popolo vietnamita fu una lunga ed ampia guerriglia che andò via via facendosi sempre più complessa fino a dar luogo, negli ultimi anni della guerra di resistenza, ad una guerra di movimento.
La guerriglia è la forma tipica della guerra combattuta dalle masse popolari di un paese economicamente arretrato, in lotta contro un esercito d'aggressione fortemente equipaggiato e ben sostenuto. Il nemico è forte, lo si evita ; è debole, lo si attacca ; al suo armamento moderno si oppone, per conseguire la vittoria, un eroismo illimitato che si traduce in operazioni di logoramento e di annientamento del nemico, secondo le circostanze ; si attua al tempo stesso una combinazione delle operazioni militari con l'azione politica ed economica ; non vi è linea di demarcazione fissa, il fronte è dappertutto, là dove si trova il nemico.
Concentrazione di truppe, per realizzare una schiacciante superiorità ove il nemico si trovi abbastanza allo scoperto e per poter così distruggere le sue forze vive; iniziativa, duttilità, rapidità, sorpresa, prontezza nell'attacco e nel ripiegamento. Finché il rapporto strategico di forze permane sfavorevole, concentrare risolutamente le proprie truppe per ottenere una superiorità assoluta in un combattimento in un dato luogo a un dato momento. Logorare a poco a poco il nemico con piccole vittorie, e al tempo stesso preservare ed accrescere le proprie forze. Concretamente, non perdere assolutamente di vista che l'obbiettivo fondamentale dei combattimenti consiste nella distruzione del potenziale umano del nemico e che bisogna quindi evitare combattimenti, che, volti alla conservazione ad ogni costo del terreno, abbiano come conseguenza delle perdite. E ciò al solo fine di potere recuperare in seguito i territori occupati e di poter liberare completamente il paese.
Nella guerra di liberazione vietnamita, la guerriglia si estese in tutte le regioni temporaneamente occupate dal nemico. Ogni abitante divenne un soldato; ogni villaggio una fortezza; ogni cellula di Partito, ogni Comitato amministrativo di comune uno stato maggiore.
Tutto il popolo partecipava alla lotta armata combattendo, secondo i principi della guerriglia, in piccoli drappelli, ma sempre secondo una sola e stessa linea, secondo le stesse direttive, quelle del Comitato Centrale del Partito e del Governo.
A differenza di numerosi altri paesi che sostennero guerre rivoluzionarie, il Viet Nam nei primi anni di lotta non impegnò, né l'avrebbe potuto, battaglie regolari, ma si attenne alla guerriglia. Tuttavia, a prezzo di mille difficoltà e di sacrifici innumerevoli, la guerriglia andò progressivamente sviluppandosi per dar vita a una forma di guerra di movimento di sempre più ampia portata e che, pur conservando certe caratteristiche della guerriglia, comprendeva già campagne regolari in cui avevano una parte sempre più grande gli attacchi a posizioni fortificate. Limitandosi inizialmente a piccoli scontri con effettivi di un drappello o di una compagnia per annientare gruppi più o meno ridotti di forze nemiche, il nostro esercito passò in seguito a combattimenti di maggiore ampiezza con effettivi di un battaglione o di un reggimento per distruggere una o più compagnie nemiche ; infine diede vita a campagne sempre più ampie, mettendo in campo diversi reggimenti, e quindi diverse divisioni, per finire a Dien Bien Phu dove il Corpo di spedizione francese perse 16.000 uomini delle sue truppe scelte. Questo processo di sviluppo permise al nostro esercito di progredire con passo sicuro sulla via della vittoria.
Guerra di popolo, guerra di lunga durata, guerra di guerriglia che a poco a poco si sviluppano in una guerra di movimento, questi gli insegnamenti più preziosi della guerra di liberazione del Viet Nam. Fu seguendo questa linea che il Partito guidò la guerra di resistenza alla vittoria. Dopo tremila giorni di combattimento, di difficoltà e di sacrifici, il nostro popolo fu in grado di sconfiggere gli imperialisti francesi e gli interventisti americani. Oggi nella metà del paese che è stata liberata, piú di quattordici milioni di compatrioti cicatrizzano, con la creatività del loro lavoro, le terribili ferite lasciate in eredità dalla guerra, ricostruiscono il paese ed edificano il socialismo, mentre continua in tutto il paese la lotta per portare a compimento la rivoluzione nazionale democratica e per riunificare la Patria sulla base dell'indipendenza e della democrazia.

2

Dopo aver descritto a grandi linee la guerra di liberazione sostenuta dal popolo vietnamita contro gli imperialisti francesi e americani, parlerò dell'Esercito popolare del Viet Nam.
Forza armata del popolo vietnamita, è nato e si è sviluppato nel fuoco della guerra di liberazione nazionale. I distaccamenti di autodifesa creati dai Soviet del Nghe An che riuscirono a conservare il potere per alcuni mesi durante l'ondata rivoluzionaria degli anni 1930-1931 costituirono il primo embrione. Tuttavia la creazione di forze armate rivoluzionarie non fu presa in reale considerazione se non all'inizio della seconda guerra mondiale, quando la preparazione dell'insurrezione armata assunse una posizione di primo piano nelle nostre preoccupazioni. Le nostre formazioni militari e paramilitari fecero allora la loro prima apparizione in occasione della sollevazione di Bac Son e nelle basi rivoluzionarie della regione di Cao Bang.

Dopo la creazione della sezione dell'Esercito di Salvezza nazionale, il 22 dicembre 1944 fu creata un'unità che prese il nome di sezione di propaganda dell'Esercito di Liberazione del Viet Nam. La nostra base di guerra, organizzata nella illegalità, era allora limitata ad alcuni distretti delle province di Cao Bang, Bac Can, Lang Son, nella giungla del Nord. Quanto alle forze armate rivoluzionarie, non comprendevano ancora globalmente se non unità popolari di autodifesa e pochi gruppi e sezioni interamente sollevati dal lavoro produttivo. I loro effettivi si accrebbero rapidamente e all'inizio del 1945, quando si verificò il colpo di forza dei fascisti giapponesi contro i colonialisti francesi, potevano già essere annoverate alcune migliaia di guerriglieri. Quando poi il potere popolare fu instaurato nelle regioni rurali delle sei province del Viet Bac, dichiarate zona libera, le preesistenti organizzazioni militari si fusero per dare vita all'Esercito di liberazione del Viet Nam.

Durante l'Insurrezione di Agosto, l'Esercito di liberazione contribuì, assieme al popolo e ai distaccamenti di autodifesa, a conseguire la conquista del potere, e vide i suoi effettivi in rapido aumento, grazie all'incorporazione delle forze paramilitari che si erano costituite nel corso delle gloriose giornate d'Agosto. Con un materiale quanto mai eterogeneo, strappato ai Giapponesi e ai loro miliziani Bao-an, — solo fucili, di sedici tipi differenti, fra cui vecchi modelli francesi, e perfino moschetti delle forze zariste recuperati dai Giapponesi —, questo giovane esercito così male equipaggiato dovette immediatamente far fronte all'aggressione del Corpo di spedizione francese dotato di un armamento moderno. In contropartita di un materiale tanto arretrato, l'esercito e il popolo vietnamita dovevano mostrare di possedere una totale abnegazione e un eroismo sovrumano.
Se i nemici andavano all'attacco di regioni in cui erano stanziate nostre truppe, ne subivano la resistenza; se poi dilagavano in ampie zone sprovviste di formazioni regolari, era il popolo stesso a levarsi contro la loro avanzata con armi rudimentali, bastoni, lance, falci, archi, balestre, fucili ad avancarica. Fin dai primi giorni si videro dunque sorgere tre tipi di formazioni militari: le organizzazioni paramilitari o guerrigliere, le truppe regionali e le unità regolari, espressione, sul piano organizzativo, della politica di mobilitazione generale del popolo in armi; queste diverse formazioni cooperavano strettamente per annientare il nemico.
Contadini, operai e intellettuali affluirono nei ranghi delle forze armate della Rivoluzione. Quadri direttivi del Partito e dell'apparato statale si improvvisarono ufficiali. La grande difficoltà da risolvere era il problema dell'equipaggiamento. In tutto il Viet Nam non vi era una sola officina di materiale bellico, e da circa ormai un secolo ogni forma di detenzione e di uso di armi era stata sempre rigorosamente proibita dall'amministrazione coloniale; importarne era infine impossibile, per l'ostilità dei paesi limitrofi alla Repubblica Democratica del Viet Nam. Unica fonte di rifornimento, il fronte: era necessario prendere il materiale al nemico per rivolgerglielo contro. Così, pur proseguendo l'aggressione contro il Viet Nam, il Corpo di spedizione francese assolveva un altro compito: diventava, suo malgrado, il fornitore di armi francesi e anche americane dell'esercito popolare vietnamita. Malgrado i prodigiosi sforzi, le officine belliche, costruite in seguito con mezzi di fortuna, non furono mai in grado di soddisfare a tutti i nostri bisogni, e quindi gran parte del nostro materiale militare continuò a provenire dal bottino di guerra.

Ho già accennato al fatto che all'inizio l'Esercito vietnamita non poté impegnarsi in combattimenti che superassero il livello di effettivi di un drappello o di una compagnia. Le forze regolari, a un certo momento, avevano dovuto parzialmente frazionarsi in compagnie autonome per favorire l'estensione della guerriglia, anche se, parallelamente, erano stati conservati battaglioni mobili per azioni di maggiore importanza. Dopo ogni combattimento vittorioso le forze armate popolari facevano un passo avanti.
Temprandosi nei combattimenti, stimolate dalle vittorie, le formazioni dei guerriglieri crearono le condizioni per un accrescimento delle truppe regionali, accrescimento che a sua volta, favoriva lo sviluppo delle forze regolari. Per nove anni di seguito, il nostro esercito popolare si è rafforzato, attraverso questo sistema eroico e irto di difficoltà, con la sua stessa volontà di vincere ad ogni costo, divenendo un esercito
forte di centinaia di migliaia di uomini, articolato in reggimenti e in divisioni, e tendente ad una progressiva standardizzazione dell'organizzazione e dell'equipaggiamento. Questa forza, politicamente sempre più cosciente e sempre meglio organizzata militarmente, riuscì a combattere e a sconfiggere i cinquecentomila uomini del Corpo di spedizione francese equipaggiati e riforniti dagli Stati Uniti.


L'Esercito vietnamita è effettivamente un esercito nazionale. Combattendo l'imperialismo e i traditori che si erano posti al suo servizio, ha combattuto per l'indipendenza nazionale e l'unità del paese. Conta nelle sue file i migliori figli del Viet Nam, i patrioti più sinceri provenienti da tutte le classi rivoluzionarie, da tutte le nazionalità indipendentemente dalla loro consistenza numerica. È un degno simbolo del risveglio irresistibile della coscienza nazionale e dell'unità di tutto il popolo vietnamita nella lotta contro l'aggressore imperialista.
Il nostro esercito è un esercito democratico. Infatti combatte per gli interessi democratici del popolo, per la difesa del potere democratico popolare. Informato a principi democratici nella sua organizzazione politica, è retto con disciplina rigorosa ma liberamente accettata.
Il nostro esercito è un esercito di popolo. Del popolo difende gli interessi fondamentali, in primo luogo quelli dei lavoratori, degli operai e dei contadini. Dal punto di vista della sua composizione sociale comprende una grande maggioranza di combattenti scelti d'origine contadina e operaia, e di intellettuali fedeli alla causa rivoluzionaria.
È un autentico esercito di popolo, l'esercito dei lavoratori, degli operai e dei contadini, diretto dal Partito della classe operaia. Durante tutta la guerra di liberazione nazionale i suoi obbiettivi di lotta furono gli stessi del Partito e del popolo: l'indipendenza della nazione e la terra a chi la lavora. Da quando è tornata la pace, l'esercito ha la missione, in quanto strumento della dittatura del proletariato, di difendere la rivoluzione socialista e l'edificazione del socialismo nel Nord, di sostenere la lotta politica per la riunificazione pacifica del paese e di contribuire al consolida-mento della pace nell'Indocina e nel Sud-Est Asiatico.
Nel primo di dieci punti del suo Giuramento d'onore, il combattente dell'Esercito popolare del Viet Nam giura:
"di sacrificarsi senza riserve per la Patria, di lottare per la causa dell'indipendenza nazionale, della democrazia, del socialismo, sotto la direzione del Partito dei Lavoratori vietnamiti e del Governo della Repubblica Democratica, per la costruzione di un Viet Nam pacifico, riunificato, indipendente, democratico e prospero, e per dare il proprio contributo al rafforzamento della pace nel Sud-Est Asiatico e nel mondo."
È quanto esattamente fa che l'Esercito popolare del Viet Nam sia un autentico figlio del popolo, che, in cambio, non gli lesina né affetto né appoggio. È questa la fonte inesauribile della sua forza.
L'Esercito popolare del Viet Nam è stato creato dal Partito, che non ha mai cessato di preoccuparsi del-la sua formazione e della sua educazione. L'Esercito quindi è sempre stato e sempre rimarrà sotto la direzione del Partito, poiché essa sola ha potuto farne un esercito rivoluzionario, un autentico esercito di popolo. Dal momento della sua creazione, e per tutto il corso del suo sviluppo, l'azione direttiva del Partito si è concretata organizzativamente. L'esercito ha sempre avuto i suoi commissari politici, e, in seno alle unità, i capi militari e politici si assumono le responsabilità che sono di loro pertinenza, sotto la direzione del Comitato del Partito di grado corrispondente.
L'esercito popolare è lo strumento del Partito e dello Stato rivoluzionario per la realizzazione degli aspetti militari degli obbiettivi della rivoluzione. La coscienza profonda degli obbiettivi del Partito, l'illimitata fedeltà alla causa della nazione e della classe operaia, e uno spirito di sacrificio senza riserve sono per l'esercito principi fondamentali e inalienabili. Così il lavoro politico che si svolge nelle sue file ha un'importanza fondamentale. Il lavoro politico è l'anima dell'esercito. Mira, attraverso l'insegnamento dell'ideologia marxista-leninista, ad elevarne la coscienza politica e il livello ideologico, rafforzando la posizione classista dei quadri e dei soldati. Il lavoro politico ha fatto sì che l'esercito abbia compreso, durante la guerra di liberazione, tutta l'importanza della politica di resistenza di lunga durata e della necessità imprescindibile di contare solo sulle proprie forze per superare ogni difficoltà. Il lavoro politico ha anche consentito all'esercito di comprendere fino in fondo il significato della mobilitazione delle masse per la successiva realizzazione della riduzione delle rendite e della riforma agraria, provvedimenti che a loro volta ebbero un effetto decisivo sul morale delle truppe. Dall'inizio della nuova fase, apertasi con il ristabilimento della pace, il lavoro politico s'impernia sulla linea della rivoluzione socialista al Nord e della lotta per la riunificazione del paese.
Ma non è tutto. Il lavoro politico riguarda anche la corretta esecuzione, in seno all'esercito, delle linee programmatiche del Partito e del Governo, l'instaurazione di buoni rapporti con la popolazione e tra gli uomini di truppa e di quadri. Mira anche a mantenere e a rafforzare la combattività, a unificare l'autentico patriottismo con l'internazionalismo proletario, a sviluppare l'eroismo rivoluzionario e la grande tradizione del nostro esercito, espressa dal motto: "risoluto a combattere, determinato a vincere." Il lavoro politico assume la forma tanto del lavoro di propaganda e di educazione delle masse, quanto del lavoro di organizzazione delle istanze del Partito nell'ambito dell'esercito. Abbiamo sempre rivolto una attenzione speciale al rafforzamento, nelle unità militari, delle organizzazioni del Partito, cui hanno aderito dal 35 al 40% degli ufficiali e degli uomini di truppa, e fino al 90% dei quadri.
L'Esercito popolare del Viet Nam ha sempre prestato la massima attenzione a stabilire e a mantenere buoni rapporti col popolo. A fondamento di ciò sta la identità nei loro obbiettivi di lotta: popolo ed esercito sono completamente votati nella lotta contro il nemico, per salvare la Patria e garantire il pieno successo nell'opera di liberazione della nazione e della classe operaia. Il popolo costituisce per l'esercito ciò che l'acqua è per il pesce: questa espressione è piena di significato. Il nostro Esercito ha combattuto al fronte, ma ha anche fatto del suo meglio per educare e aiutare il popolo. Il combattente vietnamita si è sempre preoccupato di osservare il punto 9 del suo Giuramento d'onore.

"Nei contatti col popolo conformarsi alle tre raccomandazioni :
— Rispettare il popolo
— Aiutare il popolo
— Difendere il popolo...
per guadagnarsene la fiducia e l'affetto, e per realizzare una perfetta intesa tra il popolo e l'esercito."

Il nostro esercito ha sempre organizzato giornate di aiuto ai contadini nei lavori dei campi, e nella lotta contro le inondazioni o la siccità. Ha sempre mantenuto un atteggiamento corretto nelle relazioni col popolo: mai è stato di pregiudizio ai suoi beni, fossero anche solamente un ago o una gugliata di filo. In particolare durante la guerra di resistenza, fece di tutto per difendere, nelle retrovie del nemico, la vita ed i beni di tutti ; nelle regioni appena liberate, poi, il rispetto rigoroso delle consegne del Partito e del Governo gli guadagnò l'appoggio senza riserve delle più ampie masse, anche nelle regioni abitate dalle minoranze nazionali e nei villaggi cattolici. Dopo il ritorno della pace, migliaia di quadri e soldati hanno preso parte ai grandi movimenti per la realizzazione della riforma agraria, per la collettivizzazione agricola e la trasformazione socialista dell'artigianato, dell'industria e del commercio privato. Ha preso parte attivamente all'opera di riassestamento dell'economia. Ha partecipato alle giornate di lavoro straordinario per l'edificazione socialista, alla costruzione delle vie di comunicazione, all'opera di dissodamento delle terre per la costruzione di fattorie di stato. Ha costruito da sé le sue caserme.

L'esercito popolare del Viet Nam si è sempre preoccupato di stabilire e mantenere buoni rapporti tanto fra quadri e soldati, quanto fra gli stessi quadri. Ufficiali e uomini di truppa, provenienti dalle classi lavoratrici, servono ambedue la causa della nazione e della classe operaia, anche se, evidentemente, con le funzioni e responsabilità specifiche, che in nessun caso hanno messo in discussione i rapporti di cameratismo fondati sulla eguaglianza politica e la fraternità di classe. I quadri amano i loro soldati, ed è loro dovere non solo guidarli nel lavoro e negli studi, ma anche prendere in considerazione i loro problemi personali, i loro desideri, le loro iniziative. Quanto ai soldati, debbono rispettare i loro superiori ed eseguire correttamente tutti i loro ordini. Gli ufficiali dell'esercito popolare debbono essere di esempio sotto tutti i punti di vista. Mostrarsi risoluti, coraggiosi, assicurare la disciplina e la democrazia interna, realizzare una perfetta unità tra gli uomini, tutto ciò fa parte dei loro compiti. Nei confronti delle loro unità debbono comportarsi come capi, come dirigenti. Base di questi rapporti tra uomini di truppa ed ufficiali, fra i quadri, o fra gli stessi soldati, è la solidarietà nel combattimento, il reciproco affetto che nasce tra compagni d'armi, questo amore ad un tempo puro e sublime, messo alla prova e foggiato nella battaglia per la difesa della Patria e del popolo.

Come richiede il punto 2 del Giuramento d'onore: il combattente è tenuto ad eseguire rigorosamente gli ordini dei suoi superiori e a dedicarsi corpo ed anima all'immediato e stretto adempimento degli ordini che gli sono affidati.

L'Esercito popolare del Viet Nam pratica una stretta disciplina e insieme un'ampia democrazia interna.
È chiaro che la guerriglia esigeva una disciplina severa, poiché, se è vero che richiedeva ai quadri e ai dirigenti di lasciare ad ogni unità o ad ogni regione un certo margine di iniziativa per intraprendere ogni azione giudicata opportuna, non è men vero che a un certo livello si rivelavano sempre necessari un comando unificato e una direzione centralizzata.
Una disciplina di questo genere non è in alcun modo in contraddizione con la democrazia interna delle nostre truppe. L'applicazione dei principi del centralismo democratico è di regola, tanto nella vita delle cellule, dei Comitati esecutivi di Partito di differente grado quanto nelle riunioni plenarie delle unità combattenti. I fatti hanno mostrato che quanto più la democrazia è rispettata all'interno delle unità, tanto più se ne rafforza l'unione, si eleva il senso di disciplina, gli ordini vengono eseguiti. È la combattività dell'esercito a trarne il massimo giovamento.


Il ristabilimento della pace ha creato nel Viet Nam una situazione nuova. Il Nord è completamente libero, mentre il Sud vive sotto il giogo degli imperialisti americani e dei loro agenti. Mentre il Nord è entrato nella fase della rivoluzione socialista, nel Sud continua la lotta per la liberazione dei ceppi coloniali e feudali. Trascurare il problema delle forze di difesa nazionale sarebbe — di fronte ai problemi della salvaguardia della pace e dell'edificazione socialista, dell'opera necessaria a fare del Nord un saldo baluardo per la riunificazione pacifica del paese —, cosa assurda, tanto più che l'Esercito popolare deve far fronte alle mire belliciste degli imperialisti americani e dei loro lacché, e quindi deve progressivamente costituirsi secondo i criteri di un esercito regolare moderno.

In primo luogo è importante porre in evidenza come, pur nel processo di trasformazione in un esercito regolare e moderno, l'esercito regolare vietnamita resti purtuttavia un esercito rivoluzionario, un esercito di popolo. È quanto differenzia radicalmente l'esercito regolare moderno di popolo del Nord dall'esercito di Ngo Dinh Diem, anch'esso regolare e moderno, ma controrivoluzionario, antipopolare, strumento dei nemici del popolo. L'Esercito popolare deve necessariamente dedicare la massima attenzione al rafforzamento della direzione del Partito e del lavoro politico; deve lavorare per ottenere un consolidamento ancora maggiore dell'unità tra i quadri e i soldati, tra le truppe e il popolo ; deve elevare il senso di disciplina liberamente accettata, e al tempo stesso salvaguardare la democrazia interna. In questo senso il Partito non ha mai cessato, nel corso degli ultimi anni, di accordare una particolare importanza alle attività delle sue organizzazioni per il lavoro politico nell'Esercito. Ufficiali, sottufficiali e uomini di truppa, hanno tutti seguito i corsi di educazione politica intesi a chiarire meglio i compiti della rivoluzione socialista e della lotta per la riunificazione nazionale, a consolidarne la funzione di classe e a rafforzarne l'ideologia marxista-leninista. Si tratta qui di un problema particolarmente importante, tanto più che l'Esercito popolare si è sviluppato in un paese agricolo, e conta nelle sue fila una grossa maggioranza di braccianti e di piccoli borghesi delle città. Certo i nostri combattenti hanno goduto di un'educazione politica perseverante, ed il loro morale si è temprato nella lotta; ma malgrado questo, resta pur sempre necessaria la lotta contro l'influenza dell'ideologia borghese e piccolo-borghese. Grazie al rafforzamento del lavoro ideologico, l'esercito è diventato un efficace strumento al servizio della dittatura del proletariato, di una fedeltà illimitata alla causa della rivoluzione socialista e della riunificazione nazionale. I nuovi progressi realizzati sul piano politico hanno trovato piena espressione nel movimento "superiamo con rapidi passi le norme del programma," ampio movimento di massa che si sviluppa nelle nostre truppe, parallelamente allo sviluppo del movimento di emulazione socialista fra i lavoratori del Nord Viet Nam.

È cosa della massima importanza trasformare, mediante un continuo rafforzamento della sua coscienza politica, l'Esercito popolare in un esercito regolare moderno. Favorito dallo sviluppo verificatosi negli ultimi anni della guerra di resistenza, il nostro esercito, formato dapprima solo di forze di fanteria, si è trasformato in un esercito composto da differenti armi. In questo senso se il problema del miglioramento, dell'equipaggiamento e della tecnica è importante, quello dei quadri e dei soldati che se ne debbono servire lo è ancora maggiormente. Il nostro esercito si è sempre preoccupato del perfezionamento degli ufficiali e dei sottufficiali di estrazione operaia e contadina, o intellettuali rivoluzionari provati nella lotta. L'esercito cerca di aiutarli ad elevare il loro livello culturale e tecnico, così che possano divenire capaci ufficiali e sottufficiali di un esercito regolare moderno.
Per elevare la combattività dell'esercito, per realizzare una adeguata centralizzazione del comando e uno stretto coordinamento fra le varie armi, è indispensabile porre in vigore regolamenti adeguati ad un esercito regolare. Non è che non si sia fatto nulla in questo ambito durante gli anni della resistenza; si tratta piuttosto di portare a compimento la messa a punto dei regolamenti già esistenti. L'essenziale è di non perdere di vista che ogni innovazione ai regolamenti deve trarre ispirazione dal carattere popolare dell'esercito e dalla necessità assoluta di mantenere la direzione del Partito. Assieme ai regolamenti generali, è stato promulgato anche lo statuto degli ufficiali ; un computo in denari si è sostituito alla vecchia indennità in natura; il problema delle ricompense e delle decorazioni ha trovato regolamentazioni complementari. Tutte queste misure hanno avuto l'effetto di rafforzare la disciplina e l'unità fra le truppe, e di accentuare il senso di responsabilità presso gli ufficiali, i sottufficiali e i soldati.
L'istruzione militare costituisce, assieme all'educazione politica, un compito di fondamentale importanza nell'edificazione dell'esercito in tempo di pace. Acquisiscono particolare importanza tanto il problema del modo di sostenere il combattimento quanto quello di reperire un pensiero tattico e principi tattici adeguati. Si tratta di fare la sintesi delle esperienze passate, di analizzare esattamente le condizioni concrete del nostro esercito dal punto di vista dell'organizzazione e dell'equipaggiamento, ed insieme le condizioni della nostra base economica, del terreno del paese, terreno di foreste e di giungle, di pianure e di risaie. Si tratta di assimilare esattamente la scienza militare moderna degli eserciti dei paesi fratelli. Imponenti e continui sforzi s'impongono nell'ambito dell'istruzione delle truppe e della formazione dei quadri.
Per molti anni l'Esercito popolare del Viet Nam era basato sulla coscrizione volontaria: quadri e soldati si impegnavano volontariamente a tempo indeterminato, e l'esercito ingrossava le sue file mediante l'afflusso della gioventù migliore, sempre pronta a rispondere all'appello della Patria. Dopo il ritorno della pace si è reso necessario il ricorso al servizio militare obbligatoria; sostituzione che ha ricevuto accoglienze particolarmente calorose da parte della popolazione. Buona parte dei volontari hanno raggiunto, dopo il congedo, campi e fabbriche ; altri prestano servizio in unità distaccate al lavoro produttivo, prendendo così parte attiva all'edificazione socialista. L'attuazione della coscrizione obbligatoria si realizza sulla base del consolidamento e dello sviluppo delle organizzazioni di autodifesa già esistenti nei comuni, nelle fabbriche, nel-le scuole. I membri di queste organizzazioni paramilitari sono preparati non solo a unirsi all'esercito, di cui costituiscono una riserva di eccezionale importanza, ma anche a garantire la sicurezza e la difesa delle regioni in cui si trovano.
Come durante la guerra di liberazione nazionale, nel cui fuoco era nato e sorto, l'Esercito popolare non avrebbe potuto essere dissociato dalla realtà della guerra di liberazione, così, attualmente, il suo sviluppo non potrebbe essere in alcun modo dissociato dall'edificazione del socialismo nel Nord, né dalla lotta del popolo per un Viet Nam riunificato, indipendente e democratico. Certo dell'affetto e dell'appoggio popolare, in questi giorni di pace come in guerra, l'Esercito popolare condurrà in porto il suo compito : difendere la pace e la Patria.



3

Come si è già detto, la storia della guerra di liberazione nazionale del popolo vietnamita, la storia dell'esercito popolare del Viet Nam è la storia della vittoria di una nazione debole, di un popolo coloniale levatosi contro le forze d'aggressione di una potenza imperialista. Questa vittoria è anche la vittoria del marxismo- leninismo applicato alla lotta rivoluzionaria armata di un paese coloniale, la vittoria del Partito della classe operaia nella direzione rivoluzionaria tanto nel-la sua fase nazionale democratica quanto nella sua fase socialista.
Il Partito d'avanguardia della classe operaia vietnamita, con alla testa il Presidente Ho Chi Minh, la grande guida del popolo e della nazione, ha saputo organizzare e dirigere il popolo vietnamita ed il suo esercito fino alla vittoria. Mediante un uso corretto del marxismo-leninismo, applicato alla rivoluzione nazionale democratica in un paese coloniale, il Partito ha operato una analisi esatta delle contraddizioni della società e ha chiaramente definito gli obbiettivi fondamentali della rivoluzione. A proposito del problema della guerra di liberazione nazionale, ha saputo esaminare dialetticamente i rapporti di forze presenti e individuare la strategia e la tattica appropriate. Sempre mediante un uso corretto del marxismo-leninismo, ha creato e diretto un eroico esercito popolare, e non ha mai cessato di instillare lo spirito rivoluzionario, l'autentico patriottismo proletario nel popolo e nell'esercito.
Il Partito ha saputo assimilare le preziose esperienze della Rivoluzione d'Ottobre che ha mostrato, mediante la costituzione dell'Armata Rossa Sovietica, il cammino della libertà non solo ai lavoratori dei paesi capitalistici, ma anche ai popoli coloniali. Anche le esperienze della Rivoluzione e dell'Esercito di liberazione cinese hanno arricchito le teorie della rivoluzione democratica nazionale, della guerra e dell'esercito rivoluzionario in un paese semicoloniale. Il loro prestigioso esempio ha sempre illuminato il cammino della lotta e delle vittorie del popolo vietnamita. Facendo proprie le inestimabili esperienze dell'Unione Sovietica e della Cina Popolare, il nostro Partito ha tuttavia sempre tenuto conto della concreta realtà della guerra rivoluzionaria quale si svolgeva nel Viet Nam, il che gli ha consentito di arricchire a sua volta le teorie della guerra e dell'esercito rivoluzionario.
Nell'ora attuale le forze dei paesi socialisti, l'Unione Sovietica alla testa, hanno raggiunto sul piano internazionale una potenza fin qui sconosciuta; il movimento di liberazione nazionale si trova d'altro canto in pieno sviluppo in tutto il mondo: le possibilità di realizzare una pace durevole nel mondo sono quindi più grandi. Ciononostante l'imperialismo continua sempre i preparativi di guerra e cerca di rafforzare le alleanze militari aggressive. Così mentre la situazione internazionale conosce una certa distensione, il Sud-Est Asiatico permane uno dei focolai di tensione mondiali. L'imperialismo americano non desiste dal rafforzare il suo intervento militare e politico nel Sud del nostro paese. Una analoga politica interventista persegue anche nel Laos, cercando di fare di questo paese una colonia ed una base militare in vista di una nuova guerra di aggressione.
Il popolo vietnamita, profondamente amante della pace, fa ogni sforzo, assieme al suo esercito, per attuare una politica di disarmo, diminuire la tensione e instaurare una pace durevole. Ma il popolo vietnamita deve al tempo stesso, assieme al suo esercito, raddoppiare la vigilanza, rafforzare la sua combattività, sviluppare il suo potenziale difensivo, e contribuire a rinsaldare i legami fraterni tra i popoli e le forze armate rivoluzionarie dei paesi socialisti. Il popolo vietnamita ed il suo esercito sono fermamente decisi ad adempiere ai loro sacri obblighi : difendere l'opera della rivoluzione socialista e dell'edificazione del socialismo nel Nord del paese, proseguire la lotta per la riunificazione pacifica della Patria, tenersi pronti a spezzare ogni tentativo imperialista di provocare una guerra d'aggressione, e contribuire alla salvaguardia della Pace nel Sud-Est Asiatico e nel mondo.